2 marzo 2010

NOI A PIEDI LORO SENZA TESTA


Il blocco del traffico proposto dai sindaci Moratti e Chiamparino, sotto il profilo dell’efficacia ambientale, deroghe incluse, costituirebbe al più un palliativo per l’aria malata della metropoli milanese e della Valpadana. Questo varrebbe anche laddove fossero molto meno di 128 sindaci del milanese su 134 ad aver rifiutato la proposta, nel migliore dei casi si sarebbe trattato di una grande simulazione di terapia ambientale e non di una risposta efficace. Al contrario una larga adesione invece si sarebbe rivelata molto utile per lo sviluppo di una consapevolezza diffusa tra tutti i cittadini padani, indipendentemente dalla funzione professionale e dalla collocazione sociale che avrebbero ripreso il lunedì mattina.

Questa consapevolezza collettiva si sarebbe rivelata un prezioso alleato nella negoziazione dei comuni del Nord con il Governo centrale per politiche mirate, sostenute da fondi adeguati. Un Nord che negozia politiche del traffico, dei trasporti, delle emissioni e dei combustibili, come area di quasi 28 milioni di abitanti che dà il contributo preponderante al PIL nazionale, un’area con un comune denominatore ambientale e la salute della popolazione, con le affezioni alle vie respiratorie, come ragione sociale. Un’iniziativa per una negoziazione collettiva nazionale, uno scenario programmaticamente semplice e poco impegnativo, alla domenica e con le deroghe, ma molto forte simbolicamente e politicamente, a un mese dalle elezioni regionali e a cinque anni dall’EXPO 2015.

La Padania alla prova si è rivelata un bluff, divisa e minata da miopie e gelosie, la Lega si è distinta in modo particolare, con l’argomentazione “benaltrista” per la quale l’inquinamneto non dipende solo dal traffico automobilistico…ma no? E se si parlasse degli impianti di riscaldamento direbbero che le emissioni inquinanti in atmosfera non dipendono solo dalle caldaie? Eppure nei loro lunghi anni di presenza nei governi dei diversi livelli amministrativi, locali e nazionali, non abbiamo mai visto una loro proposta di sistema, capace di contemplare incentivazioni tariffarie per il trasporto pubblico e telelavoro, politiche degli orari degli uffici e dell’allocazione di funzioni nei piani territoriali, ecc.

Così questa simulazione, che ha visto comunque l’adesione di 80 comuni e di 9 dei 12 capoluoghi provinciali lombardi, si può rivelare un irresponsabile boomerang lanciato senza perizia. Un fallimento che assolve i comportamenti e i costumi quotidiani dei cittadini e non implica nessuna sollecitazione sulle amministrazioni locali, a partire dalle regioni e dai programmi dei diversi candidati, e ancora meno fornisce potere negoziale con il Governo centrale. Sarebbe comunque sbagliato limitarsi a prendere atto delle divisioni, della miopia, del cinismo a rendita breve, un mese elettorale, che minano la proposta. Io credo che ogni cittadino e ogni associazione dovrebbe prendere in parola gli amministratori che hanno lanciato la proposta sollecitandoli tanto a tenerla via e a investire tempo ed energie per raccogliere le adesioni mancate, quanto a mettere in campo politiche e provvedimenti coerenti nei territori da loro amministrati. La Rete in questo senso è molto utile, anche perché non conoscendo l’oblio dei contenuti che in essa girano è possibile comparare le affermazioni e gli impegni presi con ciò che li contraddice. Questo esercizio fatto nel mese elettorale trova sensibilità particolari sia negli amministratori e nei candidati, sia, mi auguro, tra i cittadini, elettori o astenuti che decidano di essere.

Fiorello Cortiana



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