2 marzo 2010

I DISOCCUPATI DELLA PARTITA IVA


Giorni or sono il Corriere della Sera – Cronaca milanese – segnalava assai opportunamente la crisi lombarda dell’occupazione dei lavoratori autonomi, partita iva, ma non solo. Se è vero che l’attenzione dei media e dei politici si concentra molto sui lavoratori dipendenti, sull’aumento dei licenziamenti e delle ore di cassa integrazione, non per questo la crisi non tocca anche i lavoratori autonomi. Il loro problema occupazionale è invece altrettanto serio, se non di più, data l’assenza di paracaduti di reddito. Si tenga presente che in Lombardia gli autonomi sono circa 1/3 dei lavoratori dipendenti, e che nel 2008 il calo dell’occupazione ha colpito loro più dei dipendenti: circa 7% contro il 2% tra inizio 2008 e autunno 2009. Questo dato va di pari passo con altri indicatori di crisi del mercato del lavoro: diminuisce il peso del lavoro dipendente a tempo indeterminato a favore di quello determinato; nelle prime assunzioni aumenta ulteriormente la presenza del lavoro precario, nelle sue varie forme.

Se, trascurando la dimensione sociale del problema, ci poniamo in una prospettiva economica, ossia cerchiamo di capire che cosa significhi questo dato per la solidità del sistema produttivo lombardo e milanese, che riflessioni possiamo trarne? Ebbene, un recente studio –vedi Rapporto annuale sull’industria di Confindustria, non ancora pubblicato – segnala che a livello nazionale l’epoca del grande decentramento sembra esaurirsi. Per trent’anni le unità produttive sono andate sempre più sbriciolandosi, decentrando la produzione anche verso unità composte da singole persone. Queste erano e sono spesso lavoratori “pseudoautonomi”, più che mai dipendenti da un unico committente che in tal modo scarica su di loro costi e rischi. Essi rappresentano un pezzo importante della categoria degli autonomi.

Questa tendenza alla dimensione minima sembrerebbe avere invertito rotta: oggi si richiedono lavori più complessi offerti da organizzazioni più complesse. Non sorprende quindi che i veri o falsi lavoratori dipendenti siano “scaricati”, e non solo per motivi congiunturali. Due esempi. Nel settore dell’informatica è in corso una selezione dei softeristi “anziani” che saranno sostituiti da una generazione di giovani più aggiornati, o forse, sperabilmente, da lavoratori organizzati in unità produttive un po’ più robuste. Nel settore dell’ingeneering la crescente complessità dei progetti e la concorrenza estera mettono in difficoltà i piccoli studi. Dunque al di là della crisi da subprime c’è forse un fatto nuovo e strutturale: l’epoca d’oro del lavoro autonomo potrebbe essersi esaurita.

Un risvolto preoccupante di questa tendenza, che investe in particolar modo il settore dei servizi così importante a Milano, riguarda il rischio che molte competenze accumulate in questi anni vadano disperse, soprattutto nell’ambito dei lavori professionali. La crisi determina uno scompaginamento dell’assetto produttivo precedente. Molte imprese muoiono e altre nascono. In questo stato di rimescolamento molte persone, soprattutto se non più giovani, e molte conoscenze non troveranno più valorizzazione. Una città come Milano, che è vissuta molto su questo modello produttivo fatto di professionalità individuali in frenetico movimento, potrebbe uscirne indebolita. Ma potrebbe anche essere un segnale per un necessario cambiamento.

Su questo punto è opportuna una riflessione seria, basata su precisi elementi conoscitivi più che su intuizioni o, peggio ancora, su nostalgie di un passato che sta svanendo. E’ tempo di guardarsi in faccia e chiedersi se non sia necessario ripensare a un modello di gestione delle conoscenze e delle competenze un po’ meno anarchico e più evoluto. Milano, che vive di produzione di servizi qualificati, ha bisogno di un sistema d’imprese più robuste e internazionalmente competitive. Quello che dopo tutto è stato fatto nel settore finanziario potrebbe avvenire anche in altri ambiti.

 

 

 

Francesco Silva

 


 



Condividi

Iscriviti alla newsletter!

Per ricevere in anteprima sulla tua e-mail gli articoli di ArcipelagoMilano





Confermo di aver letto la Privacy Policy e acconsento al trattamento dei miei dati personali




Ultimi commenti