12 novembre 2018

CRESCITA DEMOGRAFICA E AMBIENTE

Riflessioni a margine della riapertura dei Navigli


La bellezza dei Navigli nelle foto d’epoca ci dice che si, faremmo la fila per un selfie nella storia di Milano; certo io non conosco i costi del recupero né quali inestetismi dovrebbero poi attrarre gente pagante per rendere la spesa conveniente. Ma restituirli tutti alla città, seppure con il tempo, a me sembra un fatto obbligatorio e riparatorio del vandalismo commesso; l’opera d’arte urbana era stata donata a generazioni di cittadini e al mondo e il suo recupero potrebbe influenzarci culturalmente ora che la bellezza cittadina la dobbiamo andare a ritrovare nel passato, confusi come siamo da opere mastodontiche piazzate come monumenti nel vuoto.

Nell’utopia possibile vorrei tornassero balneabili come nel passato, secondo l’esigenza di una vita urbana rispettosa delle risorse ambientali e della ricreazione fisica a portata di tutta la popolazione. Lo dico nell’ottica utopica appunto ma corrispondente alle esigenze ormai emerse di ridurre il consumo di energia per rispondere alle crisi ambientale e climatica, di ridurre lo spostamento di merci e persone per inquinare meno e per riguadagnare la salute che stiamo demandando sempre più alle cure mediche e chirurgiche.

Starebbe alla politica preparare le città ad una vita più equilibrata nel suo complesso, e più salubre, disinquinando le acque e i territori che circondano le aree abitate, bonificando le campagne. Avere più tempo, spazio e bellezza urbana può ricompensare della diminuzione dei consumi, indispensabile per risparmiare le materie prime in esaurimento nel pianeta.

181112_Nappi-02Media e politici continuano a dare spazio invece alle richieste dei potentati economici che pretenderebbero l’incessante crescita delle produzioni e della popolazione per moltiplicare i loro introiti. Proprio la crescita demografica, continuamente invocata, dovrebbe trovare una informazione veritiera, e così il suo legame con le guerre, le carestie e la povertà!

Nel 1972 fu pubblicata in Italia la ricerca internazionale: “ I limiti dello sviluppo”, vi si scriveva della crescita esponenziale che connotava la popolazione mondiale, e dell’imminente raddoppio, che è avvenuto; del suo legame strutturale con l’esaurirsi delle risorse nel pianeta. Influenzò molti giovani e studiosi, anche la sinistra politica ma nel giro di un decennio la questione fu del tutto tacitata.

Anche per gli ambientalisti italiani l’esplosione demografica ritornò presto ad essere un tabù; prese piede la comoda aspettativa sociologica che con il benessere in tutto il mondo la natalità sarebbe decresciuta. Se la politica del figlio unico in Cina ha fatto si che il paese più popoloso del mondo triplicasse, negli stessi decenni il pianeta nel suo complesso è quadruplicato e senza politica demografica ancora s’appresta a raddoppiare. Alcuni studiosi, come Giovanni Sartori, hanno cercato di coinvolgere la politica mondiale in un ripensamento economico e demografico che considerasse positivamente la diminuzione della popolazione e le politiche di contenimento delle nascite senza riuscirvi.

Nel nostro paese i media e i politici hanno continuato a lamentare l’invecchiamento della popolazione senza apprezzarne la causa: la sparizione delle mortalità precoci, tanti bambini nascono, ugual numero di vecchi divengono. L’aumento della popolazione è un aumento di tutte le età adulte, un cambiamento enorme della struttura demografica che avviene in tutto il mondo; ci chiede di riprogettare la società perché possano convivere molte generazioni: partecipare al lavoro e alla socialità lungo tutto l’arco della vita. Era una misura opportuna ritardare l’età del pensionamento o lasciare che ciascuno faccia quel che vuole.

Dovrebbero essere encomiati gli italiani che hanno messo le premesse per una riduzione della popolazione al 2045 (previsione ISTAT), e anche per l’opportunità che abbiamo di accogliere i migranti con i loro bambini e i ragazzini che vengono fatti espatriare da soli da paesi dove la violenza sulle donne le vede mettere al mondo in media sei figli ciascuna. Al contrario continuano ancora oggi articoli sui principali giornali che disinformano la popolazione, come scrivere sul Corriere della sera che “ la piramide della popolazione si va più che rovesciando, La piramide dell’età potete vederla a questo indirizzo (Istat Grafici dinamici, popolazione, premere piramide d’età abitanti ), con la diminuzione delle morti precoci diviene, al 2061 un rettangolo. L’Italia ha la più alta densità di popolazione in Europa: 200 abitati per Km quadrato, nonostante le montagne; quella di Milano è 7439 abitanti al Km2 (al 2016, Statistiche del Comune), quella della provincia è 2042;

quella della Lombardia, la più alta con la Campania in Italia: 422 abitanti per Km2. Da questa cifra iniziano le più alte densità nel mondo, difficili da gestire. Anche bambini ne abbiamo tanti a Milano al 2017: 176.000 centosettantaseimila, l’intera popolazione di Milano al 1861 era di 260.000, eppure non ci siamo estinti.

Tornando a parlare delle acque, l’idroscalo era il mare dei milanesi, ci si poteva nuotare in lungo e in largo; da vent’anni l’hanno reso inavvicinabile per non avere incidenti, salvo una pozzetta per fare due bracciate rasente la riva; tornare a lasciare balneabile l’area sarebbe una grande risorsa e così per l’acqua delle cave, e del Lambro.

La lega Lombarda ha permesso che il fiume Lambro continuasse ad essere ricettacolo di veleni al punto che avvicinandosi alle sue sponde immediatamente il respiro si fa sgradevole e si infiamma la gola. Da quarant’anni: gruppi, associazioni e studiosi hanno fatto il possibile perché si risanassero le acque di questo fiume ma evidentemente le forze politiche hanno altri lidi, altre estati, altre case fuori dalla città, e i bambini che vanno in quel Paco continuano ad inalare solventi. Chissà che per le elezioni regionali acque pulite e popolazione stabile possano rinnovare la politica.

Antonella Nappi

181112_Nappi



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