8 febbraio 2010

ULTIME DAL FRONTE


La Lega nel 1990 aveva 1183493 voti pari al 18,94% e nel 2005 693464 voti pari al 15,82. Nel 2010 Bossi candida il figlio in consiglio regionale. Si ricordi di Craxi, e faccia gli scongiuri.

* Bossi ha già indicato il vicepresidente. Temeva che dopo le elezioni fosse Tremonti a sceglierlo?

* Il verde Monguzzi ha preso più preferenze nei piccoli verdi che altri nelle liste ds/ulivo/unione etc. Passato dai verdi al PD, non può essere candidato per eccesso di mandati. 20 anni sono tanti ma forse spaventano di più le preferenze. Certo sono lontani gli anni in cui i verdi teorizzavano la rotazione di metà mandato.

* Bersani ha detto: “se perdiamo non mi dimetto” felicità dei segretari regionali, provinciali, cittadini, sezionali del pd, mai come in questo caso d’accordo con il segretario nazionale. Ma quante elezioni bisogna perdere perché uno si dimetta?

* Cena per 8500 persone di Buscemi (assessore regionale cl). Se ha pagato lui, è (moralmente) già fuori dai limiti consentiti di spesa. Se hanno contribuito i partecipanti, ha incassato più soldi di quanti ne può spendere. Se c’è stato uno sponsor lo vedremo dai bilanci della società sponsorizzatrice. Se i presenti erano li attirati dal cibo gratis lo vedremo dalle preferenze

* E’ iniziata la guerra dei manifesti. I primi a partire quelli di sinistra e libertà con il faccione di Vendola. A ruota i socialisti con… il manifesto del tesseramento. Iniziativa utilissima in campagna elettorale, il prossimo attualissimo manifesto dei socialisti pare sia dedicato alla guerra di Libia.

* La guerra dei faccioni sui manifesti è iniziata. Unica nota diversa la lega: un bel simbolo e la scritta vota. A dimostrazione che la lega è il solo partito tradizionale rimasto in Italia.

* Anche il pd fa manifesti tematici. Ma con lungimiranza ci mette una faccia così possono essere confusi con quelli dei candidati. È una citazione della pubblicità del callifugo Ciccarelli. Manca solo il pay off “come soffre poveretto”

* Un tempo il capolista era persona di spiccata notorietà che il partito s’impegnava ad eleggere ovvero il leader locale del partito o della sua corrente maggioritaria ovvero il sindaco uscente ovvero un leader nazionale. Per sceglierlo nei partiti battaglie feroci. Oggi si fa fatica a trovarne uno. Nessuna garanzia di elezione. Spesso dopo le elezioni se eletti spariscono. E non sempre è un male, pensando a Colaninno.

* Casini vuole una Lombardia più libera da CL. Pezzotta denuncia le spartizioni di potere nella sanità Lombarda. In quindici anni di governo non si erano mai accorti di nulla.

* Dallo statuto del pd: Il Segretario regionale è vincolato alla presentazione di simboli che attribuiscano la titolarità del rimborso al Partito Democratico della Lombardia. Quello sui manifesti non è tale. A che serve fare gli statuti?

* Si è sparso il terrore in alcune liste di non riuscire a raccogliere le firme necessarie a presentarsi. E del resto come si fa a raccogliere le firme se le liste non ci sono? Tranquilli. Nessuno è mai stato condannato per aver certificato firme false. Defunti firmatari non hanno mai indotto in sospetto occhiuti giudici. Nessuna procura è mai riuscita ad imbastire un processo sulle centinaia di denunce presentate, e nei rari casi che qualche magistarto periferico si sia incaponito tutti assolti. Sul mercato ci sono società che raccolgono firme a pagamento. Elenchi di precedenti elezioni sono disponibili per nuove liste. L’importante è presentare tutto in forma ineccepibile. La sostanza è irrilevante.

* Il 3 febbraio abbiamo assistito a “SALVATE IL SOLDATO MONGUZZI” un programma serale su Antenna 3 condotto dal giornalistica Poletti (già catapultato da Pecoraro Scanio in testa alla lista dei deputati verdi milanesi nel 2006). Si comincia con la (finta) sorpresa di arrivare alle 8 di mattina a casa di Monguzzi con le telecamere a intervistarlo su com’è la sua colazione … si prosegue con lui alla mensa regionale in coda (come chiunque) … e che discute del menù col cuoco. Programma geniale veramente! In studio De Nicola (ex AN), Tiziana Maiolo (FI), Zanello (Lega), la Ciabò, Pippo Civati… Tutti a dire che Monguzzi è un signore e non si capisce perché non ricandidarlo.

Sondaggio tra gli spettatori . meglio che torni lavorare ? 10% . Il PD sbaglia, lo candidi ? 20% Se va in un’altra lista lo voto? 70%! E giù tutti a dire: ecco, vedete, quando la politica è buona, la gente è con noi, … C’è solo qualche aspetto che è sfuggito a un programma tutto a senso unico. Nessun riferimento a quanti anni Monguzzi è stato in Regione (20 anni), nessun riferimento ai suoi emolumenti, nessuno alla liquidazione maturata (400.000 Euro?). Nessuno ha evidenziato che il 70% degli spettatori votanti dichiarava di votarlo se andava in un altro partito, cosa non all’ordine del giorno, improbabile e quindi di facile effetto. C’è ancora qualcuno che crede a questi sondaggi?

Carneade




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