23 ottobre 2018

PER UN FUTURO PIÙ UMANO

Festival della Crescita - Quello che l’intelligenza artificiale non potrà mai darci


Si è conclusa il 21 ottobre al Palazzo delle Stelline la quarta edizione del Festival della Crescita, voluto dal sociologo Francesco Morace alla fine di Expo 2015 e diventato un tour annuale, a tappe, per il Paese, che favorisce l’incontro e il confronto tra istituzioni, associazioni, aziende e mondo dell’istruzione su temi imprescindibili per la costruzione di una visione e di un progetto di futuro sostenibile e felice.

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Il Festival costituisce ormai un appuntamento permanente e itinerante e riesce a fare da cassa di risonanza a esperienze attraverso ben trecento ambasciatori della crescita – ricercatori, manager, giornalisti e docenti di buona volontà – che si sono mobilitati per dare il proprio contributo di competenza e inventiva a questo progetto di crescita civile e per dare risalto a esperienze che meritano di superare i confini locali. La strategia fondamentale è quella della rete, tessuta con pazienza, catalizzando e valorizzando energie, costruendo sinergie e animando protagonismo e attivismo nella comunità.

Morace mette in luce nel suo nuovo saggio Futuro+Umano. Quello che l’intelligenza artificiale non potrà mai darci (appena pubblicato da Egea Edizioni) che la paura di scegliere conduce a un’attitudine passiva e il mito della semplificazione scoraggia l’impegno e la fatica della costruzione: l’antidoto non può che essere la pazienza della tela che si tesse nel tempo, ponendo la consapevolezza e la competenza della scelta al centro del nostro vivere quotidiano.

La strategia del ragno che, silenzioso e lento, si rivela capace di disegnare architetture, non per ingabbiare, ma per attrarre ed espandere. La decrescita non può essere accettata come inevitabile, pertanto ci vuole impegno a smantellare la politica dei ”No“ e misurarsi con una strategia paziente di crescita equilibrata, sostenibile, felice e differente. Le leve sono responsabilità personale, ponderazione e ricerca verificata dell’informazione, contro ogni impatto mediatico sensazionalista.

Ambasciatori della crescita nella giornata conclusiva della maratona milanese sono stati il sindaco di Parma, Federico Pizzarotti, e Cristina Tajani, assessore alle Politiche del lavoro, che ha inserito lo scorso anno nel Manifesto della crescita il punto “Valorizzare dal basso le risorse dei cittadini”, innovando per includere e mettersi al servizio del numero più grande possibile di concittadini.

L’intervento di Pizzarotti è stato preceduto da quello di Andrea Pontremoli, portavoce di Parma io ci sto!, esempio di riscatto da una situazione di disastro che metteva in discussione imprese e istituzioni e approdo a un risorgimento economico culturale voluto da una comunità che si è aggregata attorno a valori ideali per combattere la decrescita morale ed etica.

Pizzarotti ha spiegato che uno dei limiti della società contemporanea è quello di voler partecipare a parole, ma di non mobilitarsi nei fatti. Per arrivare a centrare l’obiettivo di Parma città della cultura 2020 c’è stata una mobilitazione di rete allargata, anche con le altre candidate Piacenza e Reggio Emilia, in modo da fare sintesi in un progetto territoriale valido al di là dei risultati e capace di catalizzare energie e di costruire orgoglio identitario.

Tajani ha auspicato che il Festival, tappa dopo tappa, possa mettere a sistema le migliori esperienze intercettate a livello locale in un progetto nazionale e offrire il prossimo anno una mappatura da condividere con gli amministratori locali di tutto il sistema Paese.

I promotori hanno accolto la sfida – Noi ci stiamo! – e si accingono a riprendere il cammino del Festival, per arricchire la piattaforma progettuale generativa con nuove istanze e proposte e ritrovarsi qui a Milano a presentarle e discuterle il prossimo autunno.

Rita Bramante



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