8 febbraio 2010

ALLA RICERCA DEL SOCIALISTA PERDUTO


Uno spettro si aggira per la campagna elettorale. Da molti anni le liste sono alla ricerca dell’elettore già socialista. Elettore che è un po’ come il mitico Pizzaballa (inteso come figurina), la straordinaria trattoria dei camionisti, la spiaggia deserta anche a Ferragosto, il mercatino delle pulci dove si fanno affari straordinari, insomma quella cosa che si sa o si crede che esista ma nessuno trova mai. Cerchiamolo anche noi, senza troppa rigorosità scientifica.

Premessa: l’ultima elezione regionale lombarda cui partecipò il PSI è quella del 6 maggio 1990, la lista ottenne 893000 voti (14,29%) su 6620000 votanti (91% aventi diritto). Da allora sono passata giusto vent’anni; in Lombardia il tasso di mortalità della popolazione è del 9×1000. Supponendo che la mortalità socialista sia nella media, una parte degli elettori (160000) l’abbiamo subito trovata: al cimitero. L’astensione in questi anni è cresciuta. Alle elezioni del 2005 hanno votato 5573000 elettori, cioè all’incirca un milione in meno di vent’anni fa, pur essendo gli aventi diritto aumentati di 400000 unità circa. Se i “socialisti” si sono comportati come la media dei lombardi, abbiamo trovato altri 150000 elettori: Non votano più. Pensavo potessero essere molti di più gli “astenuti socialisti” considerando che il grado di delusione dovesse essere maggiore della media, ma ho guardato i dati della Lega che nel 1990 aveva 1183493 voti pari al 18,94% e nel 2005 693464 voti pari al 15,82, e qualche dubbio m’è venuto, quindi tengo i socialisti in media.

Ci mancano ancora un 600000 ex elettori. Una parte continua a votare socialista. Circa 100000 di cui un 70/80000 votano il simbolo autonomo che sta in genere nel centro sinistra, 30000 il simbolo che sta nel centro destra. Elettori “aficionados” passati indenni per cambio di simboli, alleanze e apparentamenti vari. Presumibilmente della proposta politica gli importa relativamente poco essere “fedeli nei secoli”.Una parte degli elettori ha votato poi le varie liste radicali (Bonino, Pannella, Rosa nel pugno) anche se gli elettori socialisti diversamente dai dirigenti non hanno mai manifestato grande entusiasmo per l’alleanza con i radicali; basti pensare che insieme presero 90000 voti, 1,82% nelle regionali del 1995 per arrivare ai 150000 della rosa nel pugno del 2006. Ci mancano quindi ancora mezzo milione di socialisti. Aiutiamoci con le percentuali: nel 1990 il PCI aveva 18,76%, i vari verdi il 5,2%, l’estrema sinistra il 2%, per un totale del 26%. La dc aveva il 28,56% il psi/psdi il 16%. Nel 2005 la coalizione Sarfatti aveva (escluso i pensionati, che avevano più o meno la stessa dimensione anche 20 anni fa) il 39,45%.

Considerando che in questa coalizione è confluita la più parte della sinistra democristiana e settori non secondari di elettorato cattolico, specularmente e spannometricamente scopriamo dove sono andati i vecchi elettori socialisti: per 2/3 almeno nel centro destra. Direte: non è che ci voleva uno scienziato per scoprirlo visto che ci sono quasi più ministri psi nel governo Berlusconi (Tremonti, Sacconi, Fazio, Brunetta, Frattini) che in quello Craxi (Forte, Signorile, Capria, Demichelis, Lagorio). Ma la scoperta non è questa, è che forse un terzo degli elettori psi votano già centrosinistra. E’ pensabile che questo equilibrio 2/3 cd 1/3 cs possa cambiare, o che possa crescere la quota di elettori ex psi che tornano al loro simbolo? Mi pare francamente improbabile.

In questi 20 anni sono state numerose le liste che hanno cercato una ragion d’essere nel richiamo al vecchio simbolo con risultati modesti e in progressivo calo; e non vedo francamente cosa possa modificare questa tendenza. Quanto all’equilibrio tra cd e cs è più probabile che cambi a favore del cd. Nella costruzione del pdl la nomenclatura socialista ha un ruolo maggiore di quella che hanno o hanno avuto i loro compagni nella parallela costruzione del pd. In generale un ex socialista nel pd è tollerato nel pdl è alla pari con gli altri. Non che la vecchia nomenclatura socialista abbia orientato il passaggio degli elettori nel centro destra, gran parte dell’elettorato socialista dell’epoca Craxi era elettorato d’opinione e il fenomeno è stato spontaneo, ma lo ha consolidato e reso permanente. Il decennale di Craxi è stato credo il sigillo di questo consolidamento. Il pdl ha fatto una magistrale opera di marketing politici: scientemente cercato di identificare Craxi con Berlusconi, il riformismo socialista con il nuovismo berlusconiano, la grande riforma con le riforme bossiane etc. Mentre i supporter della giunta Moratti-De Corato-Salvini che agitavano il cappio in parlamento hanno deciso in vista delle elezioni di santificare Bettino con una stradina o un giardino. Il pd è stato piuttosto silenzioso e quando ha parlato ha detto tutto e il suo contrario.

In conclusione credo che in Lombardia questa ricerca dell’elettore socialista sia da tempo finita a tutto vantaggio del centrodestra. Per Penati l’unico potenziale obbiettivo sono gli astenuti ma certo non sono sufficienti a colmare il gap con Formigoni. Invece per le comunali a Milano, dove il psi aveva nel 1990 circa il 20% e dove le distanze tra centro destra d e centro sinistra si misurano in poche migliaia di voti questa caccia ha ancora senso. Ma questa è un’altra storia.

Walter Marossi



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