26 giugno 2018

NAVIGLI. LE RAGIONI DELL’ASSESSORE LIPPARINI

In risposta al direttore di ArcipelagoMilano


Luca Beltrami Gadola interviene sul progetto di riapertura dei navigli e sul percorso partecipativo progettato dal Comune di Milano ritenendola “La cosa sbagliata nel momento sbagliato”.

Giorcelli_20Entrando però nel merito delle argomentazioni prodotte vorrei avanzare alcune osservazioni. Innanzi tutto che lo stesso Beltrami Gadola ritiene utile risolvere diversi aspetti idraulici del territorio milanese con la creazione di un condotto sotterraneo lungo il tracciato dei navigli. Vede poi di buon occhio rimettere l’acqua alla Conca delle Gabelle e a quella di Viarenna, ed è favorevole, se vi fossero denari, alla riapertura del naviglio Martesana in via Melchiorre Gioia. Si tratta esattamente degli interventi che sono stati progettati in questa fase dall’amministrazione comunale, che ha anche proposto la riapertura di ulteriori due tratti in Via Francesco Sforza, di fronte alla cà Granda, e in via Molino delle Armi, a ricongiungere il Parco delle Basiliche. Proprio queste due località, insieme alle aree prospicenti l’antico Senato e la chiesa di San Marco, sono citate da Beltrami Gadola come le uniche meritevoli di essere valorizzate per il loro fascino architettonico. In fin dei conti è lo stesso autore a esporre argomenti favorevoli all’interezza del progetto proposto dal Comune, che si compone appunto della conduttura idraulica e della riapertura di 5 segmenti di naviglio.

Beltrami Gadola ritiene poi che il momento di affrontare la questione sia quello sbagliato. Cita a proposito le polemiche che agitarono i milanesi nelle discussioni riguardanti il destino dei navigli, nel 1929. Trascura invece il movimento sempre più corposo che si è organizzato dopo il 2000, che ha visto 451mila cittadini esprimersi nel 2011 in un referendum consultivo sulla riattivazione idraulica e paesaggistica del sistema navigli e che da ultimo ha visto il Sindaco Beppe Sala fare del tema un decisivo argomento della campagna elettorale nel 2016. Nel Piano di governo del territorio il tema della riapertura dei Navigli nel suo complesso è bene in evidenza tra le strategie per la città, come ben si è visto nelle pubbliche presentazioni svoltesi nei giorni scorsi.  Confermo per altro che l’intervento specifico dei cinque tratti non è stato inserito nel Programma triennale delle opere pubbliche. Beltrami Gadola dovrebbe sapere che lo si può fare solo avendo ultimato un progetto di fattibilità tecnica ed economica. Che è quello appena concluso e oggi sottoposto a consultazione pubblica, prima che tutto sia deciso.

Tralasciando le temerarie affermazioni sul fatto che la Giunta si muoverebbe sul filo del falso ideologico, avendo promosso il Dibattito Pubblico, ci tengo a sottolineare che il processo partecipativo programmato è a mio avviso quello più efficace ed opportuno per consentire a chiunque voglia esprimere un’opinione informata sul progetto navigli di poterlo fare in una fase in cui c’è tempo per poter affrontare aspetti puntuali e dirimenti. Uno strumento per nulla arrogante, ma che pone al centro dell’attenzione il progetto ed è più accurato di qualsiasi referendum, che ha invece un obiettivo di misurazione quantitativa su un’opzione generale.

Rimane infine l’argomento dell’opportunità, che è tutta politica. Beltrami lo definisce un progetto elitario e cerebrale, distaccato dalla realtà. Ma spendere l’argomento secondo cui c’è qualcosa di più importante di cui occuparsi è tanto facile quanto fazioso. Ognuno di noi ha di sicuro qualcosa che reputa più importante da anteporre ai navigli ed è agevole giocare a contrapporre opere e priorità che nei fatti non sono tra di loro alternative per tempi, modalità e forme di finanziamento. Io ritengo invece che il progetto navigli sia semplicemente giusto, e non solo perché l’analisi dei costi e benefici mostra che il progetto si ripaga con i propri positivi impatti futuri. Si tratta piuttosto di un intervento di sistema, che guarda ben oltre i singoli luoghi degli interventi inserendosi in una strategia coerente di trasformazione urbana che con questa infrastruttura investe sulla riduzione del traffico, l’aumento della mobilità dolce e della ciclabilità, la riduzione dell’inquinamento, il riordino idrogeologico, la riconnessione dei territori centrali con quelli periferici e metropolitani, l’efficienza energetica. Tematiche centrali per la sostenibilità del nostro futuro e di interesse assolutamente generale.

Lorenzo Lipparini

07cortiana18-02



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