12 giugno 2018
GINO VIGNALI
LA CHIAVE DI TUTTO
Solferino, Milano, 2018
pp. 238, euro 16,00
Sullo sfondo di una Rimini tutt’altro che scontata, si svolge un giallo borderline tra il tragico e il comico. La firma è quella di un noto personaggio del mondo dello spettacolo, Gino Vignali. Papà di Smemoranda e di Zelig, sempre in coppia con Michele Mozzati, questa volta si è concesso una “scappatella” per regalarci il suo primo romanzo da “solista”, edito da Solferino.
Il mistero che conduce la trama è una chiave finita nello stomaco di Vagano, un senza tetto residente sulle panchine del parco Fellini di Rimini. Ma è l’ultimo delle vittime massacrate e uccise della giornata. Il primo a essere torturato, ammazzato e poi bruciato è il ragazzo Etiope. E, verso l’ora di cena, è il turno di Pandora, una “entraineuse a targhe alterne e solo con macchine di lusso”. Ma questa volta il killer non ha versato nulla sul corpo della ragazza. È stata risparmiata dal fuoco perché era incinta oppure perché “la bellezza talvolta chiama rispetto anche a chi il rispetto non l’ha mai frequentato”?
A risolvere questo intricatissimo caso, in una Rimini invernale, avvolta dalla nebbia, è una figura fuori da ogni stereotipo di investigatore: Costanza Confalonieri Bonnet, un’affascinante vice questore, bella e aristocratica. Da quattro mesi Costanza è capo della Squadra mobile di Rimini e alloggia nella suite 401 del Grand Hotel. Una donna fuori gara, unica. Il portiere di notte la definisce la più bella donna che sia mai entrata in quell’hotel negli ultimi sette anni, cioè da quando lui è stato assunto. Ma non pensiate sia un’oca. Anzi…oltre a essere bella, Costanza è la primogenita di una delle famiglie più importanti di Milano, e passa “i concorsi come semafori verdi”.
In una piccola città come Rimini, un nero, un clochard e una spogliarellista uccisi in un solo giorno sono una tragedia mai vista prima, soprattutto se i tre casi sono quasi identici… Intanto, la deduzione più ovvia è che tutte queste barbarie non possano essere opera di una persona sola. E perché Vagano, il barbone del parco, avrebbe ingoiato una chiave prima di morire? Quella, secondo Costanza, è la chiave di tutto. Non c’entra niente con il razzismo, l’intolleranza, la xenofobia, e tutti quegli argomenti che piacciono tanto ai media. Qui si nasconde molto altro.
Nella squadra, insieme a Costanza, c’è l’ispettore latinista Orlando Appicciafuoco, l’intellettuale vice sovrintendente Emerson Leichen Palmer Balducci e l’agente scelto, nonché nerd, Cecilia Cortellesi. Tutti in azione per scoprire cosa apra la chiave. E sarà un mistero inaspettato. L’autore riesce a tenere in bilico il lettore su una corda di tensione, che talvolta allenta per lasciare spazio a umorismo e atmosfere suggestive. Il Gino della premiata coppia Gino&Michele dà voce alla sua personalità, che nel romanzo è esplosiva come il “paradosso di Yamaguchi”, descritto a pagina 84.
Ma, per sapere di cosa si tratta, non rimane che leggere il libro.
Rubrica a cura di Cristina Bellon
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