22 maggio 2018

sipario – UN RAPPORTO PRIVILEGIATO: NUREEV / LA SCALA


foto_1_FB_20 dicembre 1980 Nureyev Romeo ph Lelli e MasottiDavvero un rapporto speciale quello tra Rudol’f Nureev e il Teatro alla Scala. Fin dalla sua diserzione dell’Unione sovietica dopo la tournée parigina e londinese del 1961, Nureev ha sempre rivendicato l’assoluta ispirazione assolutamente «artistica» della sua scelta di non rientrare in patria.

Fin dalla stagione 1964/65 è stato invitato al Teatro alla Scala di Milano. Per la Scala Nureev ha riallestito parecchi classici del repertorio russo, che sono diventati il suo repertorio. Il repertorio Nureev rimane a Milano con il Don Chisciotte in scena la prossima estate, fino alla stagione 2013/14 è rimasto il Lago dei cigni, fino a primi anni 2000 sono rimasti Cenerentola e lo Schiaccianoci, nonché Raymonda e la Bella addormentata nel bosco.

Resta saldo il repertorio Nureev per tutti le sue coreografie al Balletto dell’Opéra di Parigi, di cui Nureev è stato direttore dal 1983 al 1989. È curioso notare come i Russi considerino il proprio repertorio quello di Marius Petipa, francese; mentre i Francesi quello di Nureev, russo.

Il Teatro alla Scala, nell’abitudine tutta italiana di riconoscere e omaggiare le grandi personalità dopo la morte, non ricorda la sua Carla Fracci per i suoi vigorosi ottant’anni, ma commemora – almeno! – l’ottantesimo compleanno mancato di Rudy e il venticinquesimo della sua scomparsa con la Serata Nureyev.

La Serata Nureyev presentata come un gala vedrà l’intero atto III della Bella addormentata con il gran pas d’amour, il pas de cincq e i quadretti del Gatto con gli stivali e dell’Uccellino azzurro; poi il gran pas de deux del Don Chisciotte e l’Apollo di George Balanchine. Chiuderà un Défilé di tutti gli ospiti. Tutti balletti suoi, inteso come «firmati» da lui oppure «sentiti» e «voluti» fortemente da Nureev, come l’Apollo di Balanchine: infatti, si racconta che Nureev avrebbe voluto una creazione ad personam firmata da Balanchine, ma il personalismo magnetico di Nureev non s’intonava con l’astrattismo del balletto concertante americano, e danzare Apollo per Nureev fu una conquista oltre che un trionfo – ala Scala fu a settembre del ’73.

Di tutte le scelte del programma della prossima Serata Nureyev, la meno opportuna trovo proprio il Don Chisciotte, visto che è l’unico repertorio Nureev che il pubblico vede più spesso a Milano – e verdà il prossimo luglio. Sarebbe stata una scelta più nostalgica, sicuramente più impegnativa, ma decisamente più interesante quella di un passo a due della neve e valzer dei fiocchi di neve oppure il valzer dei fiori con il gran pas de deux dello Schiaccianoci di Nureev; per non parlare dela passo a due della sua Cenerentola, con quella chiave di lettura cinematografica e modernista di grande effetto.

Foto_2_Nureyev alla Scala - Il Corsaro - 1966 - ph Erio Piccagliani-Teatro alla Scala

Gli ospiti veri e propri, intesi come ‘novità’, sono solo Vadim Mutagirov (principal del Royal Opera House di Londra), baskiro e tartaro di Čeljabinsk, come Nureev, nato però più a oriente sul lago Bajkal, e Germain Louvet (étoile dell’Opéra Nationale de Paris), nato l’anno della morte di Nureev, ma che su Nureev ha compiuto tutta la sua formazione di danzatore e di artista e sul Siegfried di Nureev ha ottenuto la più alta nomina del Balletto.

Torna Marianela Núñez, l’amatissima principal del Royal, già apprezzata nell’«Onegin» di John Cranko e da allora ospite a Milano. Si rivedranno le étoiles scaligere Svetlana Zacharova e Roberto Bolle, l’unico del Serata che possa vantare un reale legame con Nureev, dopo quella che viene ricordata come la «scelta di Rudy» per un giovanissimo Bolle ancora allievo nel ruolo di Tadzio per Morte a Venezia di John Neumeier. Insieme al corpo di ballo del Teatro alla Scala, rinnovato e rinvigorito dalle nuove nomine e promozioni.

Domenico Giuseppe Muscianisi

 

Foto 1 di Lelli e Masotti: Rudol’f Nureev in Romeo dopo il suo Romeo e Giulietta del 20 dicembre 1980. Foto 2 di Erio Piccagliani: Rudol’f Nureev nello Schiavo dopo il Corsaro del 16 settembre 1966. Cortesia del Teatro alla Scala.

 

Rubrica è a cura di Domenico Giuseppe Muscianisi
rubriche@arcipelagomilano.org



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