3 aprile 2018

libri – APPENNINO, ATTO D’AMORE di Paolo Piacentini


Paolo Piacentini
APPENNINO, ATTO D’AMORE
La montagna a cui tutti apparteniamo
Terre di Mezzo Editore, Milano, 2018
pp. 135, euro 14,00

libri_13Belle giornate. Aria di primavera. Dove andare? La risposta c’è, racchiusa in un libro, scritto da Paolo Piacentini, presidente di Federtrek e ideatore delle giornate del camminare.

Da Riomaggiore a Castelmadama, dal mare della Liguria al Lazio. Un’avventura a piedi, condivisa con l’amico Peppe, durante la festa prolungata dei loro cinquant’anni. Novecento chilometri percorsi in un mese, passando da sette regioni, attraverso la dorsale appenninica. Un camminare spensierati per lasciarsi riempire dalle storie che nascono con spontaneità dall’incontro della gente del posto.

Il viaggio nasce dal bisogno di riscoprire “quelle montagne che ci sono entrate nel cuore quando avevamo solo vent’anni”. Montagne oggi bucate da numerosi trafori e assediate da grossi impianti eolici. Nasce così un’esigenza, sempre più urgente: una nuova alleanza con le città. Perché gli abitanti degli spazi urbanizzati devono avere piena coscienza di quanto la loro vita incida sulla tutela delle risorse naturali.

L’autore sottolinea l’importanza del ruolo delle scuole per reintrodurre lo studio della geografia, “soprattutto di una geografia moderna, che agli strumenti di conoscenza classici unisca l’applicazione delle nuove tecnologie”. Una scienza che troppe volte è stata banalizzata, come se fosse possibile parlare della nostra storia senza conoscere i luoghi che l’hanno ospitata.

Oltre a essere una dettagliata guida escursionistica, il libro vuole lanciare un messaggio profondo, dettato dalla passione verso gli Appennini. Negli ultimi cinquant’anni non ci sono state consolidate strategie di rinascita di questi territori. La prospettiva deve cambiare. La crisi del modello di sviluppo si accompagna all’accelerazione della crisi ambientale. “E’ il momento di compiere delle scelte che possono sembrare impopolari” ma necessarie. Dissesti, siccità, terremoti dimostrano una fragilità del territorio, che non può essere trascurata. Serve un processo rivoluzionario, l’applicazione di idee inedite. “Le nostre montagne, e l’Appennino in particolare, hanno estremo bisogno di comunità che tornino a essere capaci di prendersene cura come fosse la loro Heimat.” Ad oggi, invece, si continua a pensare che il futuro delle montagne sia quello di investire in pedemontane o raccordi autostradali.

Anche il giornalista Paolo Rumiz, che firma la prefazione, non risparmia critiche al sistema: “La montagna non porta voti. Non vale la pena occuparsene, ti fanno capire i politici con i loro silenzi”. Eppure, leggendo quest’avventura a quattro piedi sulla dorsale, proviamo forti emozioni, perché lo sguardo si fissa su un panorama che è una delle perle rare del nostro Paese. Non a caso Rumiz conclude: “se l’Italia perde l’Appennino perde se stessa”.

Date l’entità dei sentieri tracciati nel diario di viaggio e le riflessioni politico-ambientali, il libro merita una particolare menzione. Paolo Piacentini ci regala tutta la sua esperienza di camminatore e la sua visione per recuperare questi territori. Il risultato è straordinario.

Cristina Bellon

 

Questa rubrica è a cura di Cristina Bellon
rubriche@arcipelagomilano.org



Condividi

Iscriviti alla newsletter!

Per ricevere in anteprima sulla tua e-mail gli articoli di ArcipelagoMilano





Confermo di aver letto la Privacy Policy e acconsento al trattamento dei miei dati personali



Sullo stesso tema


16 maggio 2023

DAL GIARDINO ALL’INFERNO

Oreste Pivetta



19 marzo 2021

L’ULTIMO TRENO

Dario Balotta









21 febbraio 2021

I NON-LUOGHI DEL CORONAVIRUS

Cristina Bellon



11 febbraio 2021

ATTUALITÀ DI UN MODELLO URBANO

Michele Caja


Ultimi commenti