30 gennaio 2018

LA CITTÀ E LE SUE PRIORITÀ: A CHI SI ADATTANO?

Un cambio di prospettiva: lettera di un bambino ai candidati


“Esco di casa. Oggi si va a fare la spesa. L’odore che esce dal tubo di scappamento appena scendiamo in strada e siamo vicini alle macchine mi penetra nel naso. Non mi piace. Io sono molto vicino ai tubi di scappamento delle auto, molto più vicino della mamma e del papà che sono molto più alti di me. Io lo sento entrare nel naso come quando faccio l’aerosol. A volte mi viene mal di testa. E’ sempre così quando cammino nella mia città. Io penso che i grandi non se ne accorgano. Mi adatto. Non mi farà male di certo, se no i grandi mi proteggerebbero.

Mentre camminiamo con la mamma per andare a scuola o a far le commissioni non posso muovermi, allontanarmi neanche di un po’. La mamma mi trattiene perché ha paura che io corra dove ci sono pericoli, secondo lei ci sono pericoli un po’ dappertutto, sul marciapiede le macchine sbucano per parcheggiare, sulle strisce pedonali le auto non si fermano mai. Non riesco a farmi vedere fra le auto parcheggiate, sono parcheggiate dappertutto.

Manca lo spazio. Per me.

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Solo nella via della nonna hanno tolto la strada per le auto, hanno tolto le auto parcheggiate. Sembra di essere in una città diversa. E’ bellissima. Davanti alla casa della nonna ci sono aiuole fiorite di bacche anche d’inverno. La mano del papà si allenta, lui si rilassa e io finalmente posso correre. Mi piace tanto.

Vorrei andare a giocare al parco ogni giorno, ma è troppo lontano da casa e la mamma non può portarmi: ci vuole troppo tempo per arrivarci. Così a volte andiamo nel giardinetto vicino a casa. Ma è piccolo, senza erba, di fianco a una strada con tanto traffico. Vicino a casa hanno appena creato una grande zona nuova, ma anche dove non ci sono case, hanno messo il cemento, nessun albero. Eppure mi piacciono la terra, gli alberi, gli insetti, quando andiamo al parco per me è una festa. Ma ci andiamo raramente. Mi piacerebbe che fosse più vicino, molto più vicino. E più grande. Più pieno di alberi, vorrei fosse così vicino da poterci andare sempre e, quando sarò un po’ più grande, da solo con i miei amici. Anche al nonno farebbe bene uscire d’estate e stare sotto l’ombra degli alberi. E invece sta sempre chiuso in casa perché ha paura del caldo, e non ci sono alberi che gli facciano ombra mentre cammina in strada, non ci sono posti per stare seduti all’ombra. Vorrei regalargli una panchina sotto il grande albero che c’è nella piazza qui vicino.08gerometta04-02

Vorrei andare a scuola in bicicletta, sarebbe un divertimento. Ma ci sono troppe macchine e lo posso fare solo sul seggiolino della mamma. E’ una vera avventura, facciamo la gimcana fra le auto parcheggiate per scappare dal tram che arriva dietro di noi, poi un signore apre la portiera e la mamma si arrabbia e sbanda. Per un attimo ho paura che lei perda il controllo della bici. Un mio amico mi ha raccontato che lui ora va in bici da solo a scuola, ma gli hanno dato una scorta per difenderlo dalle automobili! Quattro ragazzi con bandierine colorate tutto intorno a lui. Spero di poterlo fare anch’io presto…

Mi hanno detto che fra un po’ di tempo i grandi dovranno scegliere le persone che decideranno tante cose anche per le città.

E quindi anch’io vorrei chiedere loro qualche cosa.

Chi ha deciso quanto spazio dedicare agli uomini e a noi bambini e alle auto nelle città? Ora le auto ne hanno molto più di noi: penso non sia giusto. Vorrei poter camminare senza paura nella mia città ma ho capito che per farlo devono essercene molte meno di ora. Facciamo la metà?

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Vorrei non dover fare l’aerosol con i fumi delle automobili mentre cammino per strada. O io o i fumi. La mia maestra dice che fanno molto male ai miei polmoni e al mio cervello perché sto crescendo. Che devo stargli lontano. Ma è impossibile. E quindi vorrei che, almeno dove tante persone vivono tutte insieme in uno spazio piccolo come la città, i mezzi che ci trasportano non sporcassero l’aria che respiro.

Vorrei poter giocare tutti i giorni nel verde. A noi bambini serve un parco a dieci minuti a piedi da casa. Penso che giocherei meno con il telefono della mamma e guarderei meno la televisione.

Vorrei poter andare a scuola in bici ed essere al sicuro senza bisogno della scorta con le bandierine, anche se almeno una volta vorrei provarla anch’io…

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E vorrei che tutte le vie intorno a casa del nonno avessero tanti alberi per permettergli di fare le sue passeggiatine anche d’estate e panchine per fermarsi a chiacchierare con gli altri nonni. Lui non va al mare e così almeno potrebbe uscire un po’.

La mamma dice che per fare queste cose servono tanti soldi e persone che le decidano nei posti in cui si comanda. Ecco, un’ultima cosa la mia mamma dice anche che queste cose in tanti paesi le stanno facendo… che in molti paesi quasi nessuno va a lavorare in automobile ma tutti usano i treni e le biciclette…perché da noi no?”

Anna Gerometta



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