26 gennaio 2010

LAPIDI E FUTURO, IL PRIMO PERCORSO DELLA MEMORIA


16 Gennaio 2009, una data importante per la memoria milanese. L’Associazione Nazionale Partigiani Italiani, i Giovani Democratici della Zona 7 e l’Associazione Nives Bezzo, hanno organizzato il Primo percorso della memoria: una manifestazione dall’altissimo valore culturale, storico e simbolico. Una visita ai luoghi della memoria, e la deposizione di una rosa bianca nel ricordo dei caduti per la pace e la democrazia. Ospite d’onore, Loris Vegetti, partigiano, memoria della Zona sui fatti relativi alla lotta liberazione e accompagnatore ufficiale in questo giro per “quei luoghi” tanto amati da Calamandrei. «E’ positivo che vengano organizzate queste iniziative – dichiara Vegetti – che avranno diversi traguardi durante l’anno, nel territorio e in altri territori. Questo è un modo per far conoscere alla cittadinanza le singole vittime e impegnare l’autorità del comune di Milano a tutelare e incentivare la conoscenza delle tracce di storia presenti in città».

La data non coincide con nessun evento o ricorrenza particolare, anche se abbastanza vicina al tanto discusso 27 Gennaio. Come mai allora una manifestazione di questo tipo a metà gennaio? Per capirlo abbiamo chiesto a Marcello Dassi, 22 anni, giovane democratico e organizzatore di questa giornata: «Ogni momento è un buon momento per la memoria. Abbiamo scelto questa data perché pensiamo che ricordarci di queste persone, solo il 25 Aprile, con la deposizione di una corona di fiori, non sia abbastanza». Quindi quale può essere il senso di questo primo percorso della memoria? Sempre Marcello ci ha orgogliosamente risposto: «E’ il primo atto che i giovani fanno in questa Zona per ricordare i caduti della resistenza. Non dobbiamo dimenticarci che in fondo queste persone sono, per la maggior parte, nostri coetanei. Essi hanno lottato e sacrificato la loro vita per difendere la libertà e la democrazia di questo Paese. Ci fa piacere che il tema colpisca ancora molte persone».

Questo primo percorso ha infatti visto la partecipazione di oltre venti persone, molte per un’iniziativa nata in un Circolo di quartiere. Prima tappa il Cimitero di Guerra degli Inglesi, presso il Parco di Trenno. Questo luogo, per la presenza di numerosi caduti di diverse nazionalità è stato scelto come simbolo dei grandi sacrifici offerti alla causa della libertà e della pace di ogni parte della terra. Accomunati dal dolore e dalla riconoscenza per questi uomini la “carovana” ha proseguito verso la lapide in ricordo dei Partigiani di Quinto Romano: Galli Giuseppe morto nel campo di concentramento di Dachau, Clerici Attilio e Sisti Rino morti in combattimento e Carati Rinaldo, fucilato dai fascisti della “Muti”. Stessa sorte di quest’ultimo anche per Finzi Angelo e Cantù Mariuccia, ricordati in una lapide sulla strada per Baggio, rei di aver sottratto ai fascisti alcuni documenti, una macchina da scrivere e 620mila lire in contanti.

Proseguendo poi verso Baggio troviamo il cippo in ricordo di Giordano Rosetta, inseguito e fucilato durante un rastrellamento nel Novembre del 1944. Giunti a Baggio si sono ricordarti i caduti del monumento di Piazza Stovani, in particolare Galileo Vercesi, Segretario Provinciale della DC, catturato e Fucilato a Fossoli nel 1944. Durante le tappe conclusive, avvenute a Quarto Cagnino, si sono ricordarti: Gabriella Bortolon, morta innocente nell’attentato alla questura del 1973 e alla quale il gruppo consiliare di Zona 7 del PD ha depositato una richiesta d’intitolazione del parco locale, e Giovanni Alippi fucilato nel 1944 per aver rubato un camion dal quale furono diffuse delle copie dell’Unità titolanti la liberazione di Firenze.

Questa manifestazione mette in luce l’importanza che ha oggi la memoria in quanto valore, ma per un giovane quanto dovrebbe essere importante apprendere una storia, solo marginalmente toccata nei programmi ministeriali, come la lotta di liberazione? Abbiamo chiesto all’accompagnatore Loris Vegetti: «Non c’è Nazione, Stato o Comunità senza le proprie radici, essi non possono vivere senza la memoria. Le radici della democrazia italiana stanno nel rovesciamento della dittatura. Per i giovani è importante conoscere queste origini attraverso delle iniziative per arrivare a comprendere la Costituzione della Repubblica e per arrivare ai temi basati sull’applicazione della Costituzione». Infine non è difficile immaginare, ragionando sul nome della manifestazione la volontà, da parte degli organizzatori, di una futura reiterazione. Questo perché la conoscenza storica non può, essere tramandata da un giorno con l’altro, essa ha bisogno di essere assimilata nelle menti delle nuove generazioni, le quali avranno il compito di trasmetterla a loro volta. A tal proposito il filosofo spagnolo Santayana amava ricordare che: “Coloro che non sanno ricordare il passato sono destinati a ripeterlo”.

 

Giorgio Uberti

 



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