26 gennaio 2010

BIBLIOTECHE: LE VIE ALLA MODERNIZZAZIONE


Ricordando a distanza di anni, eravamo nel 2001 ma pare un secolo fa, le tre “I” di Berlusconi – Inglese, Informatica, Impresa – come linee guida per la modernizzazione del Paese e pensando a cosa è successo dopo di allora, dall’11 settembre allo scoppio della bolla finanziaria, per arrivare a oggi, ci rendiamo conto che il percorso della modernizzazione non passa tanto dalle tre “I” quanto dalla cultura generale dei suoi cittadini e quest’ultima passa necessariamente anche attraverso il sistema delle biblioteche pubbliche. C’è una particolarità in più: tra le tante “modernizzazioni” quella delle biblioteche sembra essere una delle più necessarie in un sistema d’istruzione-formazione-ricerca che forse più di ogni altro ha visto l’ingresso di tecnologie innovative e di cambiamento quantitativo e qualitativo della domanda. A Milano è dal 1996 che si parla di una grande biblioteca che metta la nostra città al passo con le altre città europee. Sono cambiate le Giunte, sono cambiati i governi, c’è la grande opportunità dell’Expo e forse dopo ventun anni vedremo la nuova BEIC, la Biblioteca europea di informazione e cultura.

Abbiamo chiesto al professor Antonio Padoa Schioppa, presidente della fondazione BEIC, di rilasciarci un’intervista per questo numero di Arcipelagomilano. Ma non è solo di BEIC che si deve parlare e mi sono fatto guidare dal Dottor Massimo Belotti, direttore della rivista Biblioteche oggi e grande esperto del settore, per capire a che punto è la nostra città. «Milano non è messa poi così male dal punto di vista delle sue biblioteche, a partire dalla principale, la Biblioteca Sormani ma va subito detta una cosa: il nostro sistema, in particolare quello delle biblioteche rionali, è figlio del ‘900 , è insomma il modello della biblioteca popolare del glorioso riformismo turatiano come strumento sì di cultura ma soprattutto di emancipazione sociale. Oggi – dice Belotti- l’orientamento è di andare verso le Public Library di modello anglosassone, non più l’austero tempio del sapere ma anche un accogliente luogo di socializzazione e d’informazione e persino di supporto informativo per le necessità della vita quotidiana di lavoro e di svago.

Le biblioteche del terzo millennio hanno lasciato alle spalle il ‘900. » . In questa direzione quelle di più recente realizzazione, fatta eccezione per la Valvassori Peroni da poco inaugurata, sono tutte nell’hinterland e sembra quasi stringano d’assedio la vecchia struttura milanese forte delle sue 24 biblioteche rionali e dei suoi 500 mila volumi. Come sempre nel nostro Paese sono le strutture periferiche e territoriali quelle nelle quali si nasconde l’impegno culturale e civile e così anche i bibliotecari e i direttori si affannano a tener dietro ai tempi pur con strutture inadeguate: la migliore declinazione italiana dell’arte di arrangiarsi.

Ma per finire, quale potrebbe essere il destino della Sormani, dopo l’arrivo della BEIC? «Potrebbe diventare – dice Belotti – la biblioteca del ‘900 e soprattutto quella della cultura milanese, giocata in parte sulla sua grande raccolta di periodici – 20 mila di cui 8 mila testate consultabili – e comunque forte di 800 mila volumi e di migliaia di documenti audiovisivi.». Ci sono tuttavia molte nuvole all’orizzonte di un Paese come il nostro che pensa di essere uscito dalla crisi perché gli indicatori della politica economica – ripresa degli ordini e miglioramento della domanda – sono positivi. Il gettito fiscale è in decrescita e la disoccupazione fa diminuire dunque le risorse finanziarie: sopravvivrà la BEIC alla stretta? Milano non può comunque rinunciare ad avere una biblioteca adeguata ai suoi bisogni anche senza forse pensare a una struttura tanto impegnativa, soprattutto sul versante della gestione, quanto la BEIC.

Non esistono in ogni caso strumenti alternativi alle biblioteche sulla strada della modernizzazione, soprattutto quelle pubbliche e generaliste, aperte a tutti dai bambini di 1 anno – leggere prima di leggere – agli anziani. L’hinterland è andato avanti e forse anticipa con le sue biblioteche la grande Milano dei servizi ai cittadini.

L.B.G.



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