9 gennaio 2018

CONNESSI A 5G. TUTTO BENE?

Ne va della salute ma di questo non si parla


Leggiamo di continuo sui giornali l’annuncio festante di come vivremo: dovremo comandare gli oggetti dall’esterno degli edifici, questi si parleranno tra loro, robot faranno le nostre veci; si dà per scontato che la popolazione compri ancora di nuovo tutte le merci che vengono imbandite ed altre vengano continuamente buttate, ad ironia della sostenibilità del pianeta e dei nostri comportamenti; si pretende, per fare affari, che il mondo divenga telecomandato, ma rimane problematico da quale tipo di umani lo sarà.

05nannei01FBNon erano così dittatoriali i quotidiani, e neppure facevano un unico discorso i messaggi politici; oggi sembra d’essere schiavi, o bambini davanti a Babbo Natale, la vita sembra comandata dalla pubblicità, quasi sia divenuta questa la cultura, la politica.

Fare e cercare fuori da sé stessi la propria potenza è argomento molto attuale, sia per la necessità di investire nella conservazione dei beni comuni: aria, acqua, terra, spazio vivibile e pace, da cui dipende il nostro benessere; sia all’opposto, per la diffusione delle nuove tecnologie della comunicazione che vogliono dare super potenza al singolo individuo e rispetto alle quali cominciano ad essere segnalate, anche tramite i media, le criticità descritte da studiosi di diverse discipline: allarmi sulla disoccupazione di massa; sulla perdita di stimoli relazionali e affettivi nel rapporto con le macchine; sulla depressione da solitudine digitale; sulla semplificazione cognitiva che riduce lo sviluppo intellettuale di adulti e bambini; sulla dipendenza dal gioco, in particolare quello violento virtuale nei giovani.

Ma non si dice che per fatti in-necessari si devono correre gravi pericoli per la propria salute e quella pubblica; c’è una totale censura sui potenziali rischi che molti medici e scienziati da anni denunciano. Trovo enormemente grave che i cittadini non vengano informati sui rischi e, al contempo, si consenta la vendita su ampia scala di sistemi dei quali non è dimostrata l’innocuità rispetto all’utilizzo per tempi lunghi. Mancano comunque analisi epidemiologiche che consentano una precisa definizione di questi rischi.

Il sindaco Sala candida Milano ad essere la capitale europea del 5G! Non una parola della stampa in merito alla richiesta di Moratoria contro la “sperimentazione” della quinta generazione della telefonia (internet delle cose), stilata da 180 medici e scienziati di 36 Paesi all’Unione Europea e da tutti gli Stati membri (EU 5G Appeal internazionale), e rilanciata da ISDE Italia (International Society of Doctors for Environment 2017) al nostro governo per tutto il territorio nazionale.

Si chiede la sospensione della sperimentazione “fino a quando i potenziali pericoli per la salute umana e l’ambiente del livello totale delle radiazioni dei Campi elettromagnetici a radiofrequenza (RF-EMF) di 5G assieme a 2G, 3G, 4G, e Wi-Fi non saranno stati completamente studiati da scienziati indipendenti dall’industria”.

Nello stesso si dichiara che è stato dimostrato che le RF-EMF sono dannose per l’uomo e l’ambiente, anche quando si mantengano molto al disotto delle soglie indicate dalla gran parte delle linee guida internazionali e nazionali, linee guida che “difendono l’industria, non la salute”. Vengono elencati i pericoli che le pubblicazioni scientifiche hanno già segnalato: l’aumento del rischio di cancro, lo stress cellulare, l’aumento dei radicali liberi dannosi, danni genetici, cambiamenti strutturali e funzionali del sistema riproduttivo, deficit di apprendimento e di memoria, disturbi neurologici e impatti negativi sul benessere generale degli esseri umani, degli animali e dei vegetali.

In Italia la sperimentazione avverrà in tre aree metropolitane, Milano, Prato-L’Aquila e Bari-Matera, in previsione della successiva adozione a livello nazionale. Scrive ISDE nel comunicato stampa: “Circa 4 milioni di residenti saranno esposti durante la “sperimentazione” a campi elettromagnetici ad alta frequenza, su frequenze più elevate di quelle sino ad ora utilizzate dai sistemi di telefoni, superiori a 30GHz” sarà necessaria l’installazione in area urbana di numerosissimi micro ripetitori, quasi uno per palazzo, e la densità espositiva sarà molto più alta a causa del moltiplicarsi delle connessioni di internet delle cose, nessuno potrà evitare di essere esposto.”

“Specifiche evidenze scientifiche preliminari hanno mostrato come l’esposizione a frequenze superiori ai 30 GHz possa alterare l’espressione genica cellulare, possa aumentare la temperatura della cute, stimolare la proliferazione delle cellule, alterare le proprietà delle membrane citoplasmatiche e la funzionalità dei sistemi neuro-muscolari e modulare la sintesi di proteine coinvolte in processi infiammatori e immunologici, con potenziali effetti sistemici […] non si può negare che le evidenze già esistenti, seppur preliminari, giustifichino la possibilità di effetti sanitari sugli esposti (soprattutto sulle fasce più vulnerabili, come donne in gravidanza ed età pediatrica), successivi alla realizzazione di una “sperimentazione” tecnologica ideata per fini commerciali.”

Una parte crescente della popolazione europea soffre di ipersensibilità elettromagnetica (EHS) causata dall’esposizione prolungata per anni ai campi elettromagnetici EMF e alle radiazioni wireless; la dichiarazione scientifica internazionale sulla ipersensibilità elettromagnetica (Bruxelles 2015) invita gli enti e le istituzioni nazionali e internazionali a riconoscere questa patologia come reale che agisce come malattia sentinella. La Linea Guida Europea (EM.EMF 2016) afferma che i sintomi comuni includono mal di testa, problemi del sonno, depressione, mancanza di energia, stanchezza e sintomi di influenza.

Le persone che soffrono di tale patologia devono riuscire a proteggersi dalle radiazioni: non possono lavorare in un ambiente contaminato e finiscono per essere emarginati dalla comunità e dallo spazio pubblico con conseguenze anche molto gravi. Di fronte alla loro sofferenza si arresta l’entusiasmo per la novità e la comodità e le imposizioni della politica assumono un aspetto sinistro. Se fossero palesati con correttezza ai cittadini i rischi delle radiazioni non ionizzanti l’entusiasmo per le tecnologie Wireless sarebbe più pacato e ci sarebbe una domanda di tutela.

Il gruppo di donne “Difendiamo la salute” propone da tempo di rigettare la sperimentazione e propone, piuttosto, di rendere disponibile gratuitamente internet con postazioni via cavo, di riqualificare il sistema delle cabine telefoniche pubbliche e di orientarsi a fare di nuovo a meno dei cellulari!

Antonella Nappi



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