19 dicembre 2017

musica – MILANO, LA CAPITALE DELLA MUSICA


Neanche a farlo apposta, non appena consegnato in redazione l’articolo sulla “Offerta musicale di Milano” sono corso al Teatro Gerolamo per assistere a un evento, piccolo ma estremamente significativo, che ha accreditato la tesi che avevo appena sostenuto. Milano è una nuova, grande “Capitale della Musica”.

musica42FBTre sono stati gli ensemble premiati domenica sera, due Quartetti e un Trio; i primi due – che per l’occasione hanno eseguito rispettivamente i Quartetti numero 1 in do minore di Brahms e n. 14 in re minore di Schubert (il celeberrimo “La morte e la fanciulla”) – si chiamano Indaco e Dàidalos mentre il Trio porta il curioso nome “Quodlibet”, rubato all’ultima Variazione Goldberg di Bach (che letteralmente significa “a piacere” ma Bach la usa per indicare che va eseguita giocosamente avendo egli intrecciato al tema del basso quelli di due note canzonette popolari).

Il quartetto Indaco, che si è formato sette anni fa alla Scuola musicale di Fiesole fra Eleonora Matsuno e Jamiang Santi violini, Francesca Turcato viola e Cosimo Carovani violoncello, ha eseguito il primo quartetto di Brahms (non inganni il numero d’opera, perché è stato scritto da Brahms già quarantenne) con una passione e un’energia che gli si addicevano perfettamente; ed è risultato particolarmente prezioso il ruolo trainante esercitato sull’ensemble dalla violista veneziana.

Molto fascino emanava anche dal quartetto Dàidalos, nato solo tre anni fa a Novara e composto da Anna Molinari e Stefano Raccagni violini, Lorenzo Lombardo viola e Lucia Molinari violoncello – dall’età sorprendentemente compresa fra i diciotto e i vent’anni – che hanno offerto una smagliante interpretazione del capolavoro schubertiano. Ancor più che smagliante la loro lettura è stata profonda ed intensa (specialmente nel tema con variazioni dell’Andante con moto, quello appunto del Lied “Das Tod und das Mädchen”) come riesce normalmente solo a grandi interpreti. Vedere questi quattro ragazzi suonare con tanta consapevolezza, così grande concentrazione e perfetta intesa fra loro, ha incantato.

Molto affascinante anche l’idea di far accadere tutto ciò in quella straordinaria bomboniera che è il Gerolamo; per chi non ne ricordasse la storia, il teatro – milanese per antonomasia – per oltre un secolo è stato frequentato da grandi artisti dei più diversi generi, da Eduardo De Filippo a Paolo Poli, dai Fratelli Colla a Piero Mazzarella, ha visto recitare Franca Valeri, Lilla Brignone, Tino Buazzelli, Jean-Louis Barrault, e poi Milly, Jannacci, Dario Fo e Franca Rame, Ornella Vanoni, Juliette Gréco, Domenico Modugno, Paola Borboni. Una storia magica.

Spiace dire, perciò, che lo spazio recentemente riaperto ha perso molto del fascino originale; restaurato e arredato da mani insicure, con colori e materiali inadeguati, presenta spesso problemi tecnici. L’altra sera il portone non era interamente aperto (per il freddo?) ma si entrava solo attraverso una piccola porta che sembrava di servizio, mentre al momento dell’inizio i tecnici non riuscivano a regolare le luci della sala e del palcoscenico sicché i poveri quartettisti hanno dovuto attendere al buio prima di poter mettere mano agli strumenti.

Peccato, perché – come si è dimostrato anche in questa occasione – la dimensione (200 posti) la centralità (piazza Beccaria) e l’incantevole forma del teatro all’italiana (platea, palchi e loggione) ne fanno uno spazio molto versatile e adatto alle circostanze più sofisticate. Per la musica da camera, per esempio, l’acustica è perfetta. Potrebbe essere il gioiello in cui celebrare gli eventi più colti e raffinati della città. Buon anno a tutti.

Paolo Viola

questa rubrica è a cura di Paolo Viola
rubriche@arcipelagomilano.org



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