14 novembre 2017

SMOG, MILANO DÀ IL PEGGIO DI SÈ

Tra dati incompleti e il dissidio verde/nuova edificazione


Ho dovuto scappare da Milano perché non respiravo più, come due volte l’anno scorso: in pensione due stelle a Nervi, sola, a letto. Due giorni e due notti hanno interrotto l’attacco d’asma che non controllavo più con il cortisone. Secondo l’OMS dovremmo avere aria di media sotto i 20 ug/m3, la media milanese annuale è intorno ai 50: meno due secondo le misure manipolate da macchinari che sottostimano, oppure qualcosa in più a seconda delle annate. Qualche stacco di funzionamento delle rilevazioni “quando capita” non so che cosa comporti. Le altre città hanno una media più bassa.

03nappi38FBÈ la media annua che dice del confronto tra città, e del nostro danno alla salute, avvertiva Paolo Crosignani ad un incontro sull’inquinamento fatto dal gruppo di donne “Difendiamo la salute” con Legambiente e i candidati alle elezioni del Comune di Milano l’anno scorso. Ma questa non viene mai commentata, né confrontata pubblicamente con le medie di altre città perché apparirebbe il dramma di Milano. Le medie annue vengono nascoste dietro il numero dei superamenti della soglia di 50 ug/m3 che già di per sé è abnorme ma c’è una bella differenza tra superamenti di poco più di questa soglia o del suo doppio e triplo! E per quanti giorni si resta a livelli così intollerabili? Il numero dei superamenti, da solo, nasconde la gravità e specificità dello stato di salute degli abitanti di Milano e anche la gravità della irresponsabilità politica di chi governa il Comune e la Regione Lombarda. Non a caso pochi giorni fa abbiamo assistito a dichiarazioni di stima reciproche tra Maroni e Sala.

L’isola di calore data dall’enorme edificazione di Milano, città infossata e percorsa da un traffico quasi perenne attrae gli inquinanti in cielo anche da altre località e distanze, in un sistema di permanenza rotatoria ben conosciuto da cinquant’anni dai tecnici che istituzionalmente se ne sono occupati, e lo facevano per la Sanità.

Nelle aree degli scali ferroviari i cittadini potrebbero pretendere almeno che si insidiassero subito alberi, alberi e alberi: intanto tutti quelli che competono alla percentuale già decisa istituzionalmente dal contratto, questi dunque potrebbero restare. L’altra percentuale potrebbe essere ancora ad alberi, esistono coltivazioni arboree di tre anni che potremmo godere per il tempo che intercorre alla realizzazione del concorso e poi dei progetti avessero vinto.

Non sarebbe il caso che la Giunta dimostrasse un interessamento per la salute dei cittadini, in attesa di quei maggiori provvedimenti per l’aria che ormai anche al sindaco Sala, leggiamo, sarebbero sembrati doverosi? Come ridarci un poco di fiducia nella politica dopo cinquant’anni che i nostri polmoni soffrono, senza che i maschi al potere si rendano conto che abbiamo un corpo e anche che non tutti hanno una seconda casa in cui scappare? Anche le donne al potere si abituano a pensare che la politica sia troppo importante per occuparsi di prevenzione primaria della salute, è un condizionamento. L’esperienza storica che hanno le donne è diversa: a loro è stata lasciata la cura dei corpi e sarebbe ora di valorizzare proprio in politica il loro pensiero diverso, di farlo prevalere in noi stesse.

Le migliaia di persone che ogni giorno si incontrano negli ospedali della Metropoli, hanno una bella pazienza a puntare sulla cura ma intendono sempre di più che prevenzione non è operarsi presto, è vivere in un ambiente meno inquinato.

Vediamo le pubblicità che cercano fondi per la ricerca di oncologia pediatrica, sembra quasi una festa la cura del tumore dei bambini, ma avete ricordo, trent’anni fa, che ci fossero e crescessero i tumori nei bambini? Ne sono portatori uova e sperma dei genitori.

La salute continua a peggiorare, l’Istat certifica la crescita dell’età media dei decessi, ma non va confusa con la salute, l’età in salute è diminuita di dieci anni e di dieci è la vita non autosufficiente che si protrae per molti, e tra chi non è nato ottanta o cento anni fa la morte può arrivare prima.

Qualche giorno fa il Movimento Milano Civica ha dato la possibilità al Comune di presentare un piano sull’utilizzo provvisorio degli scali ferroviari, nell’invito si dice che lo avrebbero spiegato bene! Milano Civica doveva invitare a discuterne: Cittadini per l’aria; Ciclobby, Il gruppo di donne “Difendiamo la salute” ed altre associazioni che si occupano di ambiente e salute.

Innovazione è la parola d’ordine, sottolinea il Corriere della Sera nel presentare l’avanzare degli interventi immobiliari della vasta zona di Porta Nuova, innovazione dovrebbe essere smettere di costruire; le “zone vuote” della città, incredibile che il sindaco ne abbia scovate ancora, andrebbero donate ai bambini malati, e dunque al verde pubblico e basta. Le nuove costruzioni aggiungono riscaldamenti e posteggi e fogne e attività e movimenti individuali a motore, vorrei fossimo capaci, le tante associazioni esistenti per l’ambiente e la salute, di fare una campagna per il rimboschimento di Milano. Per i lavori della metropolitana ne hanno tolti 180, dichiara Maran, ma la linea doveva essere progettata esattamente al posto degli alberi esistenti?

Antonella Nappi



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