18 luglio 2017

11 LUGLIO 2017. LA PRIMA UDIENZA PUBBLICA DI MILANO

Una rincorsa senza esito?


L’11 luglio 2017 passa alla storia la prima Udienza Pubblica di Milano richiesta dai cittadini (questo è il documento letto e depositato dai cittadini in udienza pubblica). Perché una udienza pubblica. È uno strumento di partecipazione popolare che, in presenza di scelte urbanistiche di grande rilevanza cittadina, il Sindaco, secondo il regolamento comunale, avrebbe potuto e dovuto convocare, eventualmente assieme ad un referendum consultivo, per condividere con la cittadinanza decisioni che peseranno in modo definitivo sul futuro della nostra Città e di tutta l’area metropolitana.

Ciò non è avvenuto. questa Amministrazione ha preferito gestire in proprio, nelle “segrete stanze”, tutti i passaggi dell’Accordo di Programma con Regione Lombardia e le società di diritto privato F.S. S.p.A., Sistemi Urbani S.r.l., Rete Ferroviaria Italiana e Savills Investment Management S.G.R. S.p.A.

L’udienza pubblica ha dovuto essere richiesta da il “Coordinamento Beni Comuni” formatosi tra Comitati e Associazioni milanesi che in soli dieci giorni ha raccolto le firme di 1090 cittadini. Il Sindaco ha convocato l’udienza pubblica con tempi assolutamente stringenti e a ridosso dal consiglio comunale chiamato a ratificare l’accordo di programma sugli scali ferroviari, convocato immediatamente dopo il deposito delle 1090 firme al protocollo comunale.

Tutto era già deciso e l’udienza non può essere stata considerata come un  contributo su cui meditare e da cui trarre utili suggerimenti, se nei due giorni immediatamente successivi il Consiglio comunale ha proceduto come da programma alla ratifica dell’accordo di programma.

Per mesi l’Amministrazione ha continuato a spacciare per partecipazione una serie di eventi, mostre, workshop e altre amenità. Tutto molto bello ma la vera partecipazione è fatta di ascolto e confronto in situazioni definite a norma di regolamento secondo tempi prescritti, altrimenti qualunque kermesse mediatica, come quelle a cui abbiamo assistito, priva di riscontri oggettivi si trasforma in un’opera di distrazione  e convincimento di massa.

Se poi scoprissimo, come sembrerebbe leggendo l’accordo di programma all’art. 15 punti 7 e 10, che i costi di commercializzazione, sostenuti dall’operatore privato potrebbero ricomprendere anche i costi di marketing, comprensivi sia di quelli già sostenuti come quelli futuri, capiremmo che a pagarli saremmo noi cittadini di Milano. La legalità è stata messa a dura prova.

Quando un Accordo di Programma comporta varianti urbanistiche deve rispettare procedure definite da norme che non sembrano essere state rispettate. Se carenti lo rendono impugnabile ed esponibile alle competenti autorità giudiziarie. Il Consiglio comunale ha accolto un’unica obiezione e ha chiesto che, al contrario di come precedentemente previsto, i piani attuativi non vengano decisi esclusivamente dalla giunta ma abbiano un passaggio in aula. Questo però non incide sugli enormi poteri attribuiti al Collegio di Vigilanza che rappresenta in maggioranza gli interessi delle società private firmatarie dell’accordo.

Un accordo favorevole per i cittadini sarebbe stato possibile. Alcune valutazioni hanno dimostrato che per finanziare il recupero di tutte le aree e restituire alla funzione pubblica l’80% delle superfici, sarebbe sufficiente poco più di un quarto dei volumi oggi previsti. A Milano gli edifici non utilizzati sono già troppi, altri ne prevede il PGT e non c’è quindi bisogno di nuove edificazioni ma di verde e servizi.

Ci dica il Sindaco:

È vero che l’accordo di programma appena approvato genererà, come affermano diverse valutazioni indipendenti, un miliardo di utile cash ai privati e 131 milioni per Milano come opere a scomputo.
È vero, come dice l’Art. 15 dell’accordo, che alla fine questi soldi verranno gestiti tutti da FS e nelle casse del Comune non arriverà neanche un euro di utile.
Perché si favoriscono i profitti di un operatore privato che rivendica diritti su terreni che erano stati acquisiti dallo Stato e assegnati ad FS per lo svolgimento di un servizio pubblico e non per una speculazione finanziaria.
Perché i reali contenuti della trattativa sono stati tenuti nascosti ai cittadini e al Consiglio Comunale fino a pochi giorni prima della ratifica?
Perché anche tecnici del Tavolo Tecnico sono stati tenuti all’oscuro di elementi fondamentali per la comprensione?
Perché non si sono coinvolti adeguatamente gli organi della Città Metropolitana?
Perché non sono state rispettate le procedure e i tempi della partecipazione?
Perché l’accordo di programma, in variante urbanistica, non è stato pubblicato prima della sottoscrizione, visto che la precedente procedura dovrebbe essere considerata esaurita?
Perché si accetta un contratto che a molti appare un vero capestro, che una volta ratificato avrà valore per decenni e che nei fatti sarebbe gestito da quattro società private per il proprio tornaconto?

In questa udienza pubblica i cittadini, rappresentanti di numerose associazioni milanesi, hanno esposto al sindaco e ai consiglieri tutti i loro dubbi sulla legalità ed opportunità di questa operazione, ma hanno trovato il muro di gomma dalla assenza del sindaco al silenzio/assenza dei consiglieri di maggioranza e di parte della minoranza che evidentemente non hanno neppure voluto ascoltare e dare risposte alle nostre domande.

Ancor più grave è quanto avvenuto in fase di dibattito del Consiglio Comunale dove non sono state date risposte e motivazioni al diniego di accoglimento da parte della Giunta degli emendamenti proposti dalle opposizioni che chiedevano conforto sulla correttezza procedurale.

Walter Monici, Davide Vicari, Giulia Gresti, Luigi Santambrogio, Gabriella Vallassina, Mario Vitiello, Giuseppe Boatti

per il Coordinamento Beni Comuni
Associazione Ecsit – Comitato Cambiamenti Climatici – Comitato PRU Rubattino – EffeRossa PCI – Comitato dei Navigli – Svendesi Darsena – Comitato La Goccia – Comitato Parco Sempione -Comitato Calchi Taeggi – Associazione Parco Piazza d’Armi – Le Giardiniere – Casa Rossa – Comitato Proteggiamo il Monte Stella -Collettivo studenti, dottorandi e ricercatori l-light -Progetto Lambrate Associazione Gruppo Verde S. Siro – Associazione Società Sostenibile

[correlati tag=”scali-ferroviari” titolo= “Il dibattito sugli Scali Ferroviari” max=”-1″ col=”2″ battute=”0″]



Condividi

Iscriviti alla newsletter!

Per ricevere in anteprima sulla tua e-mail gli articoli di ArcipelagoMilano





Confermo di aver letto la Privacy Policy e acconsento al trattamento dei miei dati personali



Sullo stesso tema


21 novembre 2023

OPERE A SCOMPUTO ONERI

Pietro Cafiero



3 ottobre 2023

PGT 2030, O FORSE NO….

Pietro Cafiero



2 maggio 2023

PGT: FORSE SI CAMBIA

Gregorio Praderio









9 aprile 2021

ASPETTI QUANTITATIVI DEL PGT DI MILANO

Gregorio Praderio


Ultimi commenti