12 luglio 2017

BILANCIO PARTECIPATIVO: MILANO RIPARTE CON “EMPATIA”

Un fruttuoso rapporto tra Università e Comune di Milano


In un articolo del 9 marzo 2016 su ArcipelagoMilano Fiorella de Cindio notava l’assenza del Comune di Milano dall’incontro pubblico dedicato ai bilanci partecipativi che si tenne il 24 febbraio 2016 in occasione del lancio di EMPATIA, il progetto europeo finanziato dall’iniziativa HORIZON 2020 CAPS (Collective Awareness Platform for Sustainability and Social Innovation).

08bertone26FBL’assenza di Milano all’evento del progetto di dotare le città europee di piattaforme digitali per supportare i processi partecipativi era sembrata particolarmente curiosa, anche perché l’Amministrazione si trovava proprio allora al termine di una prima esperienza di bilancio partecipativo, giocata quasi tutta esclusivamente offline.

Con un riferimento a Surowiecki (The Wisdom of Crowds, 2004), l’articolo si concludeva con un invito rivolto alla nuova Amministrazione che sarebbe seguita l’anno successivo ad «allinearsi con le pratiche che davvero promuovono la valorizzazione dell’intelligenza collettiva di una città».

L’invito è stato colto. A più di un anno da quel convegno, la città di Milano avvia in queste settimane una seconda edizione del bilancio partecipativo completamente rinnovata nell’approccio e nei metodi. E lo fa proprio nel solco del progetto EMPATIA, affiancandosi come “pilot ufficiale” agli altri comuni europei – Lisbona (Portogallo), Říčany (Repubblica Ceca), Wuppertal (Germania) – che già stanno sperimentando gli strumenti digitali e le innovazioni prodotte dal partner del consorzio.

La prima grande novità è questa: Milano riparte nell’ambito di un’esperienza europea di ricerca e innovazione, affiancata da un network che lavora da tempo sulla progettazione e sulla sperimentazione di metodologie e strumenti di “innovazione democratica” per migliorare le pratiche partecipative alla luce dei cambiamenti socio-tecnologici che caratterizzano la nostra epoca. Per tutta la fase di avvio, e fino a dicembre 2017, infatti, il progetto EMPATIA offre all’Amministrazione il supporto scientifico, metodologico e tecnologico per disegnare e avviare il processo.

Il nuovo percorso è già partito con la prima fondamentale fase: il monitoraggio dello stato di avanzamento dei progetti vincitori della passata edizione. Dal primo giugno, al link di Bilancio Partecipativo Milano, è possibile monitorare la realizzazione dei sedici progetti, attraverso un ambiente online che permette all’Amministrazione di condividere aggiornamenti, documenti e risorse utili per informare i cittadini su ciascuno dei 76 interventi finanziati, per ognuno dei quali è possibile controllare l’avanzamento temporale delle loro fasi realizzative e l’avanzamento della spesa.

Questa prima decisiva operazione di trasparenza sugli impegni presi per il BP 2015 è basilare per permettere alla nuova Amministrazione di rinsaldare il patto di fiducia con i cittadini che a breve saranno chiamati a proporre nuovi progetti nel bilancio partecipativo 2017-2018 e che giustamente chiedono garanzie sul mantenimento degli impegni presi nella scorsa edizione. L’operazione di trasparenza sui progetti 2015-2016 si sta per altro rivelando strategica anche per la funzione di “attivazione” che ha la capacità di svolgere sulla macchina comunale.

Avviare la seconda edizione con il monitoraggio della prima serve a “correggerne” gli errori, come ha avuto modo di sottolineare l’assessore Rabaiotti durante la conferenza stampa di presentazione del nuovo percorso, che si è tenuta il 27 maggio allo Urban Center: «La seconda edizione del bilancio partecipativo serve a capire gli sbagli fatti nella prima, quindi dobbiamo recuperare l’incompiuto della prima e rendere compiuta la seconda».

Veniamo quindi alle novità introdotte dalla nuova edizione. Sul sito Bilancio Partecipativo Milano è già possibile trovare una descrizione delle quattro fasi in cui si articola il ciclo 2017-2018 e approfondire le “regole” per prendervi parte, riassunte nel “patto di partecipazione”, prima novità significativa di questa edizione che si caratterizza per essere tutta giocata sulla “trasparenza” e sulla “partecipazione informata”.

Come detto sopra, la prima fase, quella del monitoraggio dei progetti 2015-2016, si è già avviata lo scorso giugno, mentre da settembre fino a tutto novembre si procederà con la fase di raccolta delle nuove proposte, che avverrà unicamente attraverso la piattaforma di Bilancio Partecipativo Milano. Solo le proposte che in questa fase raccoglieranno il maggior consenso dai cittadini, tramite i supporti che verranno espressi online, e che saranno giudicate in via preliminare “fattibili” dalla Commissione Tecnica (cfr. patto di partecipazione), passeranno alla successiva fase di valutazione e progettazione (novembre 2017-febbraio 2018).

Durante questa fase i tecnici comunali lavoreranno fianco a fianco con i proponenti per assegnare una stima di costo alle proposte e trasformarle in “progetti” che andranno al voto. La fase di voto è prevista per il marzo 2018 e si svolgerà anch’essa unicamente online: i cittadini avranno modo di scegliere fino a un massimo di tre progetti, esprimendo il proprio voto da casa tramite la piattaforma, o presso postazioni comunali assistite.

Come si vede, il nuovo ciclo presenta alcune sostanziali innovazioni rispetto alla prima edizione. La principale sta nell’uso della piattaforma di Bilancio Partecipativo Milano – sviluppata grazie al progetto EMPATIA – che consentirà a tutti cittadini che ne hanno il diritto (over 16 e city users) e in qualsiasi momento nella finestra temporale stabilita (da settembre a novembre 2017) di presentare la propria proposta per la città.

È un sostanziale cambiamento di prospettiva, se si pensa che nella scorsa edizione ai singoli cittadini non era data la possibilità di fare proposte dirette. La partecipazione era stata organizzata allora unicamente offline, in incontri finalizzati principalmente a fare emergere “bisogni”, sulla base dei quali, poi, un campione di cittadini, sorteggiati tra quelli che ne avevano dato la disponibilità, avrebbero elaborato, con il supporto di facilitatori e tecnici, le proposte di intervento da sottoporre al voto.

A questo giro invece l’Amministrazione sceglie un approccio diverso, sintetizzato nelle parole di Simona Bonfante (Policy Advisor dell’Assessorato alla Partecipazione, Cittadinanza Attiva e Open Data): «Questa seconda edizione si fonda sul principio della collaborazione informata. L’Amministrazione rende disponibili le informazioni, i dati e gli strumenti digitali che consentano a tutti di avanzare proposte, supportarle, creare eventi, votare e monitorare, e mette a disposizione gli spazi per gli incontri pubblici tra cittadini, associazioni, social street, gruppi informali, comitati, o semplici gruppi di amici con un’idea e una capacità di svilupparla».

Altra novità è rappresentata dall’istituzione dei “Bonus”, un premio del 10% sui voti ottenuti dai progetti che riceveranno il marchio “Milano Accessibile” e/o il marchio “Bonus Municipio”. Il primo viene attribuito dal Delegato del Sindaco alla Accessibilità a quei progetti coerenti con i principi dell’accessibilità urbana; il secondo viene attribuito localmente dai Municipi ai progetti che risulteranno coerenti con le priorità e gli obiettivi strategici di ciascuna zona.

I Bonus sono meccanismi premiali che l’Amministrazione ha scelto di sperimentare con alcuni chiari obiettivi. Il Bonus “Milano Accessibile” vuole dare una connotazione forte al nuovo bilancio partecipativo nel segno dell’inclusività, favorendo l’emergere di proposte che possano «rendere l’accessibilità un patrimonio della città, fare capire che una città accessibile è una città più accogliente, più facile, più percorribile, più fruibile per tutti» (sono le parole che Lisa Noja, Delegato del Sindaco alla Accessibilità, ha utilizzato nella conferenza stampa di presentazione della nuova edizione).

Il Bonus Municipi mira a “decentrare” il processo, dando un ruolo diretto e importante ai Municipi, che nella scorsa edizione non erano stati sufficientemente coinvolti: sarà loro il compito di definire i requisiti che i progetti dovranno avere per ottenere la premialità di zona e sarà loro il compito di valutare e assegnare il Bonus.

Innovazioni anche sul fronte della modalità di voto, che in questa edizione saranno più rigorose per assicurare la partecipazione dei soli aventi diritto e per evitare abusi come la reiterazione del voto da parte di uno stesso soggetto.

L’innovazione tecnologica è anche un’innovazione di processo: Milano finalmente si appresta a realizzare un processo di partecipazione che sfrutta le soluzioni ICT per garantire maggiore trasparenza – durante tutta il percorso la piattaforma Bilancio Partecipativo Milano metterà a disposizione dati, strumenti, aree informative moderate per supportare i cittadini nella partecipazione e per aggiornare sull’andamento del processo e sui suoi risultati; efficienza – riduzione dei costi e internalizzazione delle attività – e inclusività: la partecipazione non è più vincolata agli incontri fisici ma può avvenire in qualsiasi momento e da qualsiasi luogo, integrando opportunità di incontro e socializzazione online e offline. Si parla, in termini tecnici, di un processo “ibrido”, che organizza le opportunità di partecipazione integrando spazi/strumenti fisici e spazi/strumenti digitali.

Nonostante il ruolo decisivo della piattaforma, la partecipazione non si svolgerà infatti esclusivamente online: è fondamentale, a questo riguardo, il ruolo delle associazioni e dei vari soggetti radicati nel territorio, che si stanno proprio in queste settimane coinvolgendo al fine di attivarli come soggetti catalizzatori e organizzatori della partecipazione sul territorio. A questo riguardo, il 18 luglio l’Assessorato alla Partecipazione, in collaborazione con BASE Milano ha organizzato un primo incontro espressamente destinato ai cittadini attivi; un incontro interattivo, nel quale i partecipanti potranno approfondire le modalità di partecipazione al nuovo processo, testare in anteprima la piattaforma, e contribuire con il loro feedback al suo ulteriore miglioramento.

Sul fronte offline il Comune si sta così ritagliando un ruolo di “facilitatore dell’attivismo grassroots”, stimolando la nascita di iniziative autonome e mettendo a disposizione personale e luoghi per le informazioni e il supporto alla partecipazione, ricorrendo esclusivamente a risorse e strutture interne. L’obiettivo di lungo periodo è mettere a sistema la rete degli spazi pubblici, combattendo l’attuale frammentazione amministrativa, e garantire dunque standard unici per il loro accesso e utilizzo.

In sintesi, la nuova edizione del bilancio partecipativo di Milano punta a valorizzare e promuovere l’attivismo autonomo dei cittadini, fornendo gli strumenti e gli spazi necessari perché tutti gli aventi diritto possano partecipare in modo informato e consapevole per elaborare progetti “fattibili”.

L’iniziativa ha quest’anno un significativo commitment politico: oltre a quella dell’Assessore alla Partecipazione, la Delibera di indirizzo porta la firma di altri tre assessori decisivi per la buona riuscita del processo (Rabaiotti, Cocco, Tasca) e quella del Sindaco Sala. Sembra dunque ci siano per ora tutti gli ingredienti per pensare che questa nuova edizione sia la prima tappa di un processo che si vuole davvero rendere sistemico e integrare appieno nelle pratiche comunali (la scelta di internalizzare buona parte dei servizi necessari per la sua gestione va, per altro, in questa direzione).

È doveroso infine ricordare il carattere sperimentale e di ricerca che caratterizza questo processo profondamente rinnovato nel metodo e negli strumenti. Il framework Horizon2020 (ricordiamo che Horizon2020 è il programma europeo che finanzia progetti di ricerca e innovazione) richiede ai partner coinvolti di sviluppare attività di ricerca sui casi pilota, per validarne i risultati dal punto di vista scientifico, tecnologico e metodologico.

È per questo che un team di ricercatori delle tre università coinvolte – il Dipartimento di Informatica dell’Università degli Studi di Milano, il Centro de Estudos Sociais dell’Università di Coimbra, la Brunel University di Londra, saranno impegnati nei prossimi mesi a raccogliere dati utili a studiare l’andamento del professo per valutarne gli impatti e avere indicazioni utili su come migliorarlo per gli anni futuri.

Giulia Bertone

Università degli Studi di Milano

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