21 giugno 2017

PALINSESTO 2017-2018 AL MUDEC

Quello che troveremo al Museo delle Culture di Milano


Dopo l’estate inizieranno i lavori di restauro alle sale del Museo Egizio del Castello Sforzesco e diversi oggetti della collezione saranno temporaneamente ospitati al MUDEC, in occasione della mostra Egitto. La straordinaria scoperta del faraone Amenofi II (dal 13 settembre 2017 al 7 gennaio 2018). La mostra giusta al momento giusto! Così Milano non sarà privata del suo legame con l’egittologia, in attesa che la ricca collezione abbia il suo riallestimento nel nuovo percorso espositivo del Castello.

10bramante_23FBL’ideazione, la cura e il coordinamento scientifico della mostra sono affidati a un team molto affiatato di esperti, la professoressa Patrizia Piacentini titolare della cattedra di Egittologia presso l’Università di Milano e rappresentante per l’Italia dell’Associazione Internazionale degli Egittologi, l’archeologo e ricercatore Christian Orsenigo, impegnato con la Piacentini nella valorizzazione di archivi egittologici e Massimiliana Pozzi, specializzata nella didattica e nella divulgazione.

Da anni avevano un progetto nel cassetto, da quando nel 2002 l’Università di Milano acquistò l’archivio di Victor Loret, egittologo francese che scoprì alla fine dell’Ottocento la tomba di Amenofi II nella Valle dei Re, denominata “nascondiglio delle mummie reali” per il numero significativo di mummie ivi custodite, parenti stretti di Amenofi e Tutankhamon.

Il visitatore potrà immedesimarsi e rivivere le emozioni di un archeologo grazie alle suggestioni del giornale di scavo tenuto da Loret con dovizia di particolari, ricco di disegni, copie di iscrizioni, appunti e note che documentano giorno dopo giorno l’eccezionale scoperta e il ritrovamento della prima mummia di faraone dentro il suo sarcofago. Per la mostra arriveranno pezzi di inestimabile pregio dal Cairo, da musei italiani e europei e da collezioni private.

La chicca della mostra sarà la ricostruzione in scala 1 a 1 della camera funeraria del faraone, dove i visitatori entreranno dopo un percorso disseminato di spunti di riflessione su questa cultura millenaria dalla fortissima cultura identitaria. Di sicuro interesse anche il flash sulla scoperta del tempio di Amenofi, tuttora oggetto di una missione di scavo italiana.

Da febbraio a giugno andrà in scena al MUDEC una nuova retrospettiva su Frida Kahlo. Oltre il mito, una mostra di rottura rispetto a quelle che si sono susseguite in Italia e all’estero negli ultimi anni, tanto che qualcuno definisce l’attenzione verso la pittrice messicana ‘fridomania’. Il curatore, Diego Sileo, spiega di aver individuato questa nuova chiave di lettura con cui proporrà al pubblico l’opera di Frida grazie al privilegio di aver fatto parte, unico europeo, del gruppo di ricerca che ha studiato il nuovo archivio segreto di Diego Rivera, bauli pieni di documenti rimasti chiusi nelle stanze da bagno della Casa Azul per volontà testamentaria dello stesso Rivera fino al 2002.

Queste nuove e interessanti fonti consentono una lettura alternativa e inedita che prova a raccontare la poetica di Frida non ignorando gli avvenimenti della sua travagliata biografia, ma liberando la figura dell’artista più acclamata del secolo scorso da un alone piuttosto leggendario e sensazionalistico dell’eroina romantica. L’atteggiamento rivoluzionario di Frida nel proporre i temi della femminilità e della morte, della violenza senza veli e del legame viscerale e organico con il proprio paese e la propria terra ne fa una interprete del concetto di resilienza, non solo come resistenza alle difficoltà, ma anche e soprattutto capacità di reagire.

Frida non è affatto una pittrice istintiva, ma una studiosa dell’Accademia che fa uno studio meticoloso del disegno, come il visitatore potrà osservare grazie ai lavori preparatori che affiancheranno i capolavori dell’artista, riemersi dai ricchi bauli. Frida era una specialista della copia dal vero dell’arte precolombiana: quale luogo più giusto del MUDEC per cogliere le influenze dell’arte precolombiana, che metterà a disposizione per la mostra oggetti della sua collezione permanente.

Rita Bramante



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