16 maggio 2017

libri – LA STANZA PROFONDA


Vanni Santoni
LA STANZA PROFONDA
Laterza, Bari, 2017
pag. 151, euro 14,00

libri18FBUn romanzo originale, senza dubbio. E non solo perché ti trovi catapultato dentro sin dalle prime dieci righe. L’uso della seconda persona è lo stratagemma che Vanni Santoni, furbescamente, usa per intrappolarti nella sua rete di parole. Così, dopo aver guidato attraverso mezza valle, tra città disadorne, colline aspre e altre gravide di vino, aver sentito quanto è buono il profumo dell’uva spina, arrivi alla casa. La tua casa d’infanzia. E poi quel garage dove tuo padre ritirava la macchina, diventato un misto fra deposito e laboratorio, pieno di cose e di mappe, dove tu giocavi con i tuoi amici.

Bizzose, imprevedibili se non del tutto arbitrarie, ironiche ma tragiche, creative e fatali. Quelle che sembrano le qualità di Andre, Silli, Tiziano, Paride, Bollo, Leia, i tuoi amici, che giocano con te. Ogni volta, entrare nella “stanza profonda” è un’emozione. Non tanto perché, attraverso i giochi di ruolo, ci si immedesima in una figura immaginaria, come una strega, un soldato, un assassino. Nella stanza le cose sembrano accadere davvero. Ogni mappa diventa un mondo da abitare, e la fortuna dei dadi e l’astuzia dei giocatori creano mondi o li distruggono.

Nella provincia toscana, un gruppo di amici, si ritrova per condividere l’esperienza che li aveva visti ragazzi. Il Gioco di Ruolo è diventato un rituale, che nel libro dura trent’anni, ed è evidente quanto il passare del tempo sottolinei un’evoluzione del punto di vista dei giocatori. Dapprima, nell’età adolescenziale, un momento di condivisione, di divertimento e di iniziazione all’avventura.

Poi, negli anni della maturità, diventa una tecnica eversiva per uscire dalla bolla ambientale nella quale vivono. Ma nel gioco ciò che conta è solo il presente. L’atto creativo e divino del “qui ed ora”. Impossibile replicare il presente, l’attimo, anche all’interno della Stanza Profonda, dove mondi e personaggi nascono e muoiono. Non sono le regole spazio-temporali, ma i codici del gioco a creare gli scenari del presente, irripetibili. Carpe diem!

Anche se i giocatori differiscono per ruolo, hanno lo stesso fine: creare, con regole comuni, dimensioni in cui la suspension of disbelief raggiunge livelli tali, che le cose immaginarie hanno più o meno lo stesso peso di quelle reali. Tra i giocatori della stanza, che apparentemente tiene lontano le donne, a meno che non siamo davvero conformiste, emerge il profilo di Leia. Una ragazza di grande potenza e controllo, ben diversa dalla bambina taciturna e timida degli anni ottanta, tornata da una Bologna, che viene descritta come una grande città, aperta e libera, contrapposta a una misera realtà di provincia.

Un elogio sui Giochi di Ruolo. Ecco la scommessa di Vanni Santoni, che ha già vinto per metà, trovandosi tra i fortunati candidati del Premio Strega. L’ultima parola alla giuria, quando, presto, il gioco sarò finito e il vincitore assoluto sarà nominato.

Cristina Bellon

questa rubrica è a cura di Cristina Bellon

rubriche@arcipelagomilano.org



Condividi

Iscriviti alla newsletter!

Per ricevere in anteprima sulla tua e-mail gli articoli di ArcipelagoMilano





Confermo di aver letto la Privacy Policy e acconsento al trattamento dei miei dati personali



Sullo stesso tema


16 maggio 2023

DAL GIARDINO ALL’INFERNO

Oreste Pivetta



19 marzo 2021

L’ULTIMO TRENO

Dario Balotta









21 febbraio 2021

I NON-LUOGHI DEL CORONAVIRUS

Cristina Bellon



11 febbraio 2021

ATTUALITÀ DI UN MODELLO URBANO

Michele Caja


Ultimi commenti