11 gennaio 2010

IL 2010 DALLA A ALLA Z


A come alternativa: parola che da troppo tempo non fa più parte del vocabolario della sinistra.

B come buche: andare in giro per Milano su un mezzo a due o a quattro ruote fa provare quel brivido che il motocross e il rally possono regalare.

C come cancelli: il Parco delle Basiliche, il Parco Sempione, la collinetta del Mom in viale Montenero, le transenne alle Colonne di San Lorenzo. L’unica risposta che il vicesceriffo Riccardo Decorato è in grado di dare ai normali disagi di una grande città è la chiusura dei luoghi pubblici. Con i locali che chiudono alle due di notte, rimaniamo in attesa di sapere per che ora sarà previsto il coprifuoco.

D come design: la settimana del design resta un esempio dal quale trarre ispirazione per nuove importanti iniziative che popolino la città. Purtroppo è l’unico.

E come Expo: forse non si conoscono le prime iniziative degne di nota che l’organizzazione dell’evento ha promosso. Su tutte sono da segnalare l’accordo stipulato con le carceri milanesi perché siano i detenuti a occuparsi dei catering, e la squadra di giovani neolaureati in architettura del Politecnico che elabora la realizzazione del progetto. Di strada ce n’è da fare ancora tantissima, ma questi due casi danno fiducia. Speremm.

F come ferrovie: Freccia rossa è diventata fin da subito feccia rossa. Miracoli dell’alta velocità.

G come grattacieli: tanti o pochi, dritti o storti? L’unica certezza è l’incertezza riguardo alla realizzazione dei molti progetti che i milanesi si sono visti promettere in questi ultimi anni (vedi City Life).

H come hub: tra tutti i lavori che si stanno facendo per l’Expo non bisogna dimenticare che quello che doveva essere uno dei più importanti scali europei è ridotto al minimo del suo potenziale. Malpensa è un aeroporto scomodo da raggiungere e i terminal sono mal serviti. In vista del 2015 è opportuno pensare a migliorare drasticamente la situazione, Malpensa sarà la prima tappa per la maggioranza dei visitatori.

I come integrazione: Milano come tutte le più grandi città del mondo è multietnica. La seconda generazione di figli d’immigrati siede nelle aule delle scuole milanesi al fianco dei figli dei milanesi. Non ci sarebbe altro da aggiungere, è giunta l’ora di sfruttare al meglio l’enorme ricchezza che questa situazione mette a disposizione di tutti.

L come Lega: la principale causa della paura ad aprirsi a nuove culture, a nuovi mondi. Un freno allo sviluppo culturale. La destra dovrebbe cominciare a esserne meno ostaggio, il rischio di un voto in meno non vale il futuro della cultura di un Paese.

M come Moratti: la prima persona che dovrebbe dare il buon esempio riguardo ai rapporti con la Lega. Voleva essere il sindaco di tutti, senza la tessera del Pdl rischiava di non essere nemmeno ricandidata.

N come Navigli: una delle tante promesse mancate. Avevano detto che li avrebbero riaperti, le vie d’acqua, un ritorno alla vecchia Milano in vista dell’Expo… te salüdi!

O come ostelli: a Milano si contano soltanto due ostelli. Si fa fatica a crederci, ma è proprio così. D’altronde siamo alla O come ospitalità e questa città non ne offre nemmeno ai propri cittadini.

P come PGT: Piano di Governo del Territorio, per chi non avesse idea di che cosa si stia parlando. È una grande occasione per ripopolare e riqualificare la nostra città (rispetto al 1975 la popolazione è scesa da 1.700.000 abitanti a 1.300.000.). Il Piano è stato è stato presentato al Consiglio comunale poco prima di Natale, ci si augura che quest’opportunità sia sfruttata al meglio.

Q come Quarto Oggiaro: nominarne una per nominarle tutte. È dalla riqualificazione delle periferie che deve partire il rilancio della città. Bisogna smettere di vedere nelle zone periferiche solo aree in cui costruire orribili case popolari.

R come Rom: è l’ultima frontiera di una Destra senza idee.

S come Sicurezza: una parola che sembra scomparsa dal vocabolario della Destra italiana. Problema risolto, o falso problema?

T come tram: tram, metropolitana e mezzi pubblici in generale. Aspettare 16 minuti la linea 1 alle 19 di un sabato pomeriggio non deve succedere, soprattutto se si ha l’ambizione di essere una città europea.

U come Università: la squadra di giovani laureati che lavora al progetto dell’Expo 2015 è un ottimo esempio. Ci vuole più coraggio da parte dell’amministrazione comunale e degli atenei. I giovani sono il futuro, è indispensabile porli al centro dei progetti che riguardano l’avvenire di tutti noi.

V come verde: gli alberi di Abbado non bastano. Valorizzare il verde che già esiste potenziando i collegamenti tra la città e le aree in cui è presente può essere determinante perché i milanesi ne godano maggiormente.

Z come Zero Dieci: buon anno a tutti!

Giovanni Zanchi



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