29 marzo 2017

ACQUA, TESORO ANCORA DA SCOPRIRE

Risorsa vitale e potenzialità benefiche


All’acqua è universalmente riconosciuto l’importante status di risorsa vitale, ma poi nei fatti, soprattutto dove abbonda, è maltrattata o data talmente per scontata da essere ancora in parte sconosciuta e sottoutilizzata nelle sue capacità di generare la salute e la ricchezza dei cittadini, che però non possono farne a meno.

12rinolfi12FBIl convegno organizzato da Mondohonline, in collaborazione con gli uffici dell’Unione Europea ha iniziato a smuovere le acque con una riflessione multidisciplinare che, nella sessione mattutina presieduta da Claudia Sorlini, si è occupata dei segreti di quella che san Francesco definiva non a caso «aqua, la quale è multo utile, et humile, et pretiosa, et casta».

Se “utilità”, “humiltà” e “pretiosità”, abbinata alla scarsità e alle sue capacità di generare reddito, sono qualità facilmente riconoscibili come attuali nello svolgere i compiti più ingrati, la “castità” rappresenta invece di un aspetto più complicato. Non solo perché oggi la semplice purezza biochimica sembra essere pregiudicata, ma anche perché il santo medioevale della natura con quel termine alludeva di certo a quel particolare stato di “purezza religiosa” che nell’ottica cristiana consentiva agli umani di avvicinarsi alla dimensione spirituale e divina o se vogliamo tradurlo in un linguaggio più contemporaneo, permetteva alla dimensione fisica più materiale di avvicinarsi a quella più immateriale.

Per molti aspetti, il convegno ha seguito il paradigma francescano con l’intento di affrontare uno dopo l’altro tutti i volti di Sorella Acqua.

Come un’idra a più teste, l’acqua sussume ancora in sé tutti i caratteri generali individuati dal Cantico delle Creature e, nonostante le formidabili eco-insidie dell’Antropocene, continua a essere ancora oggi l’anello più vitale e misterioso di connettere i mondi del conosciuto e del percepito con quelli dell’ignoto e dell’ancora solo intuito.

L’impossibilità di trattenere la multiformità dell’acqua negli stretti paradigmi di una singola disciplina è risultata evidente già nella sessione del mattino quando l’acqua è stata vista come il principale motore della vita e il nutriente più essenziale per la salute delle persone.

Nella sala convegni milanese sotto le bandiere del Parlamento Europeo, la chimica verde grazie a Aurelio Viglia e la medicina sociale per voce di Alberto Battezzati hanno incrociato le loro spade con gli effetti dell’urbanizzazione sulla sua qualità.

Impurità generate dalla città che contaminano acque che risultano sempre più impregnate di sostanze provenienti dal consumo crescente di farmaci e droghe o rilasciate dai packaging in materiali plastici. Impurità difficilmente eliminabili che finiscono nei processi d’irrigazione a valle della città col rischio di alterare sul piano genetico i vegetali destinati a nutrire gli animali e gli stessi umani che le generano con i loro consumi e con i loro stress.

Come sulla superficie del mare è in continua crescita un pauroso continente di rifiuti galleggianti con conseguenze devastanti, così nel densissimo vecchio continente, attorno e sotto i piedi delle sue metropoli si espandono nuove forme d’inquinamento che pregiudicano la salute dei cittadini e dei territori. Si tratta di un’area di problemi che non sembra essere ancora messa completamente a fuoco dai pur numerosi parametri di controllo in vigore.

Occorre farlo con rapidità poiché in gioco è la nutrizione dell’umanità non potendosi considerare l’acqua separatamente dai soluti che essa trasmette e di conseguenza per la medicina è a tutti gli effetti, un nutriente essenziale. La necessità di sviluppare la ricerca sull’acqua non si arresta però solo ai nuovi aspetti negativi della sua qualità.

Il convegno ha evidenziato l’esistenza di tecnologie innovative applicabili all’acqua allo scopo di ottenere benefici utili alla salute che provengono da campi non strettamente medici ma che permettono di intervenire nei processi più sottili che questo straordinario motore di vita.

Si inizia con una tecnologia descritta da Elisabetta Montagna che non interviene sulla molecola dell’acqua, ma la utilizza per capire lo stato di salute delle persone e trarre indicazioni utili per terapie dietologiche. È il regno della bioimpedenziometria che permette di valutare attraverso impulsi elettrici a bassa intensità di analizzare la composizione corporea in termini di acqua totale (intra ed extra-cellulare), di massa grassa e di massa magra con suddivisione qualitativa di massa cellulare attiva e massa extracellulare.

L’entrata in scena della chimica supramolecolare proposta da Paolo Corvi Mora, compie invece il primo salto verso il modo di funzionare delle molecole e permette di migliorare la solubilità di particolari nutrienti altrimenti non assimilabili ma molto utili a tutti e soprattutto importanti per le persone in condizioni d’ipocinesi. In gioco sono i nuovi trattamenti energizzanti capaci di aumentare la biodisponibilità di nutrienti preziosi come il Coenzima Q10 che svolge un ruolo chiave nei processi energetici cellulari.

La serie di benefici per la salute che si possono ottenere entrando in relazione più intima con l’acqua a livello molecolare prosegue con quella ionizzata presentata da Silvana Becker. Un particolare trattamento dell’acqua che ne arricchendola d’idrogeno molecolare, la fa entrare agevolmente nelle cellule, facilita lo smaltimento di scarti tossici, conferisce proprietà antiossidanti, cambia i livelli di alcalinità amplificandone i benefici per la salute. Si tratta di un genere di acqua che per esaltare le due funzioni benefiche senza interferire con i processi digestivi, va bevuta prima dei pasti nel rispetto dei ritmi dei processi digestivi.

I confini delle potenzialità esaminate oltrepassano però quelli più solidi della chimica, biologia ed elettrodinamica per entrare nel regno più sottile della biofisica e dei campi elettromagnetici .

È il territorio scientifico dei quanti grazie al quale, attraverso le teorie elaborate da un gruppo di fisici che hanno operato proprio in Milano circa vent’anni fa e introdotta da Enrico Chiappini. Si entra così in contatto con le dinamiche fisiche dell’acqua all’interno dell’organismo vivente. Da questo punto di vista l’acqua, per via della capacità di trasformare il suo stato fisiochimico, risulta comportarsi come una “matrice primordiale” che si accoppia ai movimenti dei flussi di liquidi trasformandoli e determinando l’equilibrio metabolico dell’organismo.

Qui il campo sembra spostarsi su un piano in cui lo sforzo scientifico è ancora da consolidarsi anche sul piano della condivisione teorica. È lo stretto passaggio che tramite gli sviluppi della fisica porta a contatto con la dimensione più psichica sia nella versione dei processi studiati da discipline che si occupano di fenomeni apparentemente ‘solo’ psichici come lo stress, sia nella versione più archetipica e sacra o letteraria che da sempre ha caratterizzato il rapporto con L’acqua da cui tutti proveniamo e ha alimentato miti la cui potenza è giunta sino a noi.

Gabriella Campioni ricorda il mito di Narciso tra i più significativi e attuali. Un essere che annega per amore della propria immagine, non richiama solo il bisogno del possesso materiale ego riferito e consumistico ma, ma anche quello di esplorare il sé più inconscio e ancora da scoprire.

La risorsa vitale racchiusa nella piccola molecola d’idrogeno e ossigeno giunta sul nostro pianeta dallo spazio non ha dunque finito di stupirci sul piano scientifico e delle sue potenzialità benefiche, il suo un vettore di conoscenza non si è ancora esaurito e sta progredendo a livello internazionale.

Per il capitale scientifico di Milano l’acqua in tutte le sue le forme sembra dunque rappresentare una straordinaria opportunità, mentre per i suoi cittadini e pazienti rappresenta un’esigenza vitale che richiama tutti a uno sforzo di rigenerazione d’idee capace di liberare tutte le sue straordinarie potenzialità benefiche.

 

Carlo Alberto Rinolfi
Presidente Mondohonline

 



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