31 gennaio 2017

UN PIANO PER CITTÀ STUDI. PER UN’URBANISTICA PIÙ ATTENTA

Il Municipio 3 risponde


Le questioni poste dalla Lettera aperta indirizzata al Sindaco Sala da un gruppo di cittadini attivamente impegnati sul futuro di Città Studi chiamano in causa anche il Municipio 3 e sollecitano alcune considerazioni che, raccogliendo l’invito di ArcipelagoMilano, ripropongo anche in questa sede.

Come ho già espresso altrove (1), anche a nome della Giunta del Municipio 3, condivido molte delle preoccupazioni espresse nella Lettera. Le questioni poste dai cittadini sono reali e il trasferimento di Città Studi si aggiunge ad altre situazioni di aree dismesse o in attesa di trasformazione nella nostra zona che richiedono di essere affrontate nel loro complesso: dagli edifici ex industriali abbandonati di Lambrate allo scalo ferroviario, dai cantieri fermi ai progetti mai partiti come il PRU Rubattino, dalla caserma in via di dismissione ai trasferimenti di Besta e Istituto dei Tumori.

04bruzzese04FBDi fronte a questa situazione di grande incertezza sul futuro – ancora oggi le condizioni, i tempi e le modalità del trasferimento della Statale sono incerti – occorre fare chiarezza e dare risposte ai cittadini perché se da un lato si delinea il progetto per le aree di Expo, ancora manca un progetto per Città Studi.

È necessario e urgente quindi avviare una riflessione strategica sul futuro di quest’area. Una riflessione che non si può limitare alla sola Città Studi o alle sue zone limitrofe ma che deve inevitabilmente confrontarsi con il contesto metropolitano, perché il futuro di Città Studi, nel momento in cui si prevede il trasferimento di attività pubbliche e servizi che ora occupano 350.000 mq e coinvolgono 20.000 persone, è un tema cittadino.

Il trasferimento non si può accettare in assenza di una strategia di medio e lungo periodo che definisca quali siano le prospettive del riutilizzo, i tempi, le funzioni. Serve dunque un piano e una visione per quest’area. Una visione che va costruita con un processo trasparente e inclusivo che preveda il coinvolgimento del Municipio e dei cittadini. Una visione che si misuri con le condizioni reali e concrete entro le quali si può operare (penso al sistema dei vincoli, delle proprietà, dei tempi); che tenga conto della necessità dell’università di standard internazionali ma anche delle esigenze locali che non possono essere ignorate.

Il sindaco Sala ha dichiarato qualche giorno fa sulla stampa che Città Studi “non verrà abbandonata” e che c’è la volontà di valutare sotto tutti gli aspetti la complessa questione. Questo mi pare debba essere il senso dell’incarico che l’Assessore Maran sta perfezionando con il Politecnico per uno studio sull’area, che auspico parta al più presto e con il quale ci interessa collaborare attivamente.

Se la necessità di un piano strategico attiene al metodo con cui affrontare le questioni dei trasferimenti e delle dismissioni, in merito ai contenuti, come Municipio continueremo a sollecitare il Comune su alcuni aspetti che reputiamo imprescindibili per assicurare la qualità di Città Studi e salvaguardare l’identità storica del quartiere, e su cui occorrono verifiche e garanzie:

– il mantenimento della vocazione sociale e culturale e a servizi (il Politecnico resta con i suoi 18.000 studenti e potrebbe ampliarsi, ma bisogna capire come questo tema si concilia con i piani di espansione in Bovisa; le funzioni pubbliche che qualificano il quartiere possono essere anche altre, ma bisogna verificare effetti e tempi di eventuali spostamenti da altre zone);

– la tutela della qualità architettonica e delle aree vincolate (molti edifici necessitano di ristrutturazione, ma bisogna valutare come conciliare riuso e tutela);

– che non si proceda a operazioni di carattere speculativo (non si può svendere il patrimonio pubblico ma va assicurata la sostenibilità economica delle operazioni);

– che sia garantita una gradualità dell’eventuale processo di trasferimento e di sostituzione (lasciare le aree inutilizzate per anni significa destinarle a sicuro degrado dei manufatti e del quartiere).

La lettera dei cittadini ci sollecita a un confronto su questi temi con loro. Lo faremo nelle prossime settimane. Ma occorre anche che il Comune avvii rapidamente la costruzione di un piano: perché la situazione è complessa, l’offerta di aree rischia di eccedere la reale possibilità di trasformarle e lo sviluppo di un ambito urbano non può essere fatto a discapito di un altro. Occorre mettere intorno al tavolo i diversi attori della trasformazione, compreso il Municipio. Tutto questo è urgente. Scontiamo un forte in ritardo nel ragionamento sul futuro di Città Studi: non dobbiamo correre il rischio di ripetere gli errori compiuti con Expo quando non si è progettato con il dovuto anticipo il post-Expo – come è stato fatto in casi virtuosi a Lisbona o a Londra per le Olimpiadi – e senza pianificare gli effetti e le conseguenze sulla città. Abbiamo bisogno di un piano che individui funzioni, tempi e operatori e che questo sia condiviso con la cittadinanza.

P.S. Concludo, infine, con alcune precisazioni. La Lettera dei cittadini mette in chiaro che i rischi connessi al trasferimento della Statale si sommerebbero a una serie di situazioni critiche nelle aree limitrofe di Lambrate, Rubattino, Ortica, di cui occorre tenere conto. Verissimo. Quello che va rimarcato è che Lambrate, Rubattino, Ortica sono nell’agenda del Municipio e del Comune e che queste aree sono state segnalate perché rientrassero nel Piano per le Periferie varato lo scorso dicembre.

Compatibilmente con le possibilità di azione diretta del Municipio, vale la pena dire che siamo al lavoro insieme al Comune su almeno tre ambiti, in quei quartieri: la riqualificazione del piazzale Viale delle Rimembranze di Lambrate, inserito tra i 16 cantieri a valenza sociale del Piano periferie, per il quale stiamo lavorando con il Settore Verde e Arredo Urbano del Comune e di cui riprenderemo a discutere con le realtà associative locali sulle forme della sua “animazione”; la realizzazione di un grande giardino condiviso in via San Faustino all’Ortica in un’area di 18.000 mq di proprietà della Statale, per il quale abbiamo appena firmato il Comodato d’uso per 5 anni per realizzare un luogo di incontro e un vero e proprio presidio sociale.

Infine, l’inserimento tra le priorità del Piano Periferie – deliberate il 12 gennaio scorso dal Consiglio di Municipio – di altri due interventi all’Ortica (la riorganizzazione della viabilità tra via Cima e il quartiere dell’Ortica) e a Rubattino (la realizzazione di uno skatepark sotto il viadotto di tangenziale). Sulle grandi criticità di queste aree – soprattutto la seconda fase del PRU Rubattino e la mancanza di una scuola – stiamo studiando come intervenire. Nel frattempo, gli interventi che ho citato dimostrano come ci stiamo muovendo, pur nelle ristrettezze delle risorse a disposizione, per affrontare e risolvere le richieste che pervengono dai cittadini del Municipio e testimoniano un’attenzione verso quelle aree che da parte del Municipio non è mai venuta meno.

 

Antonella Bruzzese
Assessora a Urbanistica e edilizia, Spazio pubblico e arredo urbano, Verde e ambiente, Mobilità locale Municipio 3

 

(1) Cfr. l’intervista di Paolo Burgio su Z3xMI del 22.01.17 e di Marianna Vazzana su Il giorno del 21.01.17

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