22 dicembre 2009

RICERCA E INNOVAZIONE: UNIVERSITARI ALL’ASCOLTO


In queste travagliate settimane di attività politica il Partito Democratico a Milano guarda avanti. La Senatrice democratica Marliena Adamo ha infatti coinvolto i rappresentanti degli studenti dei cinque principali atenei meneghini in occasione di una serata di discussione sul tema dell’Innovazione e della Ricerca. Nella “milanesissima” cornice della Casa della Cultura il Senatore Vimercati e l’Onorevole De Biasi hanno presentato le proposte del PD su università, ricerca e innovazione in concomitanza con la discussione parlamentare sulla Finanziaria, sul riordino degli enti di ricerca e sulla riforma Gelmini. Ospite d’eccezione l’Onorevole Luigi Nicolais, ex ministro dell’Innovazione; presenti in sala, professori, ricercatori, rappresentanti del Partito Democratico e naturalmente alcuni rappresentanti degli studenti della Statale, della Bocconi e della Cattolica.

L’intervento di apertura, affidato al gradito ospite, è servito per presentare il quadro della situazione. L’ex Ministro ha citato casi imbarazzanti come un FFO (Fondo Ordinario per le Università) di fatto ancora sconosciuto e la proroga al 31 Dicembre entro la cui data devono essere emanati i decreti legislativi di riordino degli enti vigilati dal MIUR, pena la soppressione dei rapporti dell’Anvur, dell’Ansas, dell’Enam e dell’Invalsi riguardanti la valutazione del sistema universitario e didattico. Nel frattempo, spiega Nicolais, la Finanziaria ha apportato tagli laceranti al sistema dell’innovazione i quali continueranno almeno fino al 2013; resta una sola soluzione: «Sopravvivere, aspettando fondi dall’Unione Europea».

I paragoni tra la maggiore percentuale di PIL investita in ricerca nei Paesi Europei rispetto alla percentuale italiana si sprecano, in particolare nei confronti della Francia, reduce da un maxi-investimento pubblico di 35 miliardi di euro destinati all’innovazione. In realtà le radici di questo disinteresse sono profonde e affondano nella stessa istituzione parlamentare, secondo l’ex Ministro, infatti: «Il Parlamento ha sempre dimostrato scarso interesse nei confronti della ricerca». Radici di questo disinteresse le possiamo trovare anche nella società italiana se pensiamo che: «Nei Paesi scandinavi un Professore universitario è considerato al vertice della scala di prestigio sociale, non so se in Italia è proprio la stessa cosa». Questo dovrebbe farci riflettere quando pensiamo che: «Per creare un ricercatore servono vent’anni di investimenti e per farlo andare via basta un anno di riforma Gelmini». Parole forti, con cui l’On. Nicolais ha concluso la sua presentazione e lasciato spazio agli interventi dal pubblico.

Numerose le suggestioni, arrivate principalmente da professori ordinari e associati di Bocconi e Politecnico sull’importanza che il ruolo della ricerca assume all’interno dell’economia di un Paese. Mettere in rete e costruire un modello di valutazione meritocratica, questi i punti chiave del discorso della Responsabile Regionale dell’Università del Partito Democratico. La consigliera comunale di Milano Francesca Zajczyk, ha partecipato al dibattito in qualità di Docente di Sociologia Urbana dell’Università Bicocca incentrando il proprio ragionamento sulla necessità di un ricambio generazionale, in tutti i settori, tra cui il mondo accademico e l’impresa, per permettere di dare voce alle preoccupazioni delle nuove generazioni, bacchettando quella intermedia da cui «e’ difficile aspettarsi qualcosa».

La chiusura della serata è stata affidata al Senatore Vimercati e alla Senatrice Adamo. Il primo ha dichiarato che «l’innovazione deve essere il tema primario del Partito Democratico». L’investimento deve arrivare a carattere nazionale su investimenti quali lo sviluppo della banda larga, a tal proposito è stato ricordato che l’attuale governo ha cancellato i fondi del Governo Prodi per questo tipo di mezzo di comunicazione; mentre a carattere regionale su campagne, ad esempio, per l’abbattimento del digital divide. La Senatrice Adamo si è augurata che da questo incontro possa svilupparsi una rete attraverso cui sviluppare le proposte in merito a università, ricerca e impresa che devono diventare il motore per la riforma dell’innovazione. La chiusura della stessa Adamo è stata molto azzeccata in questo particolare periodo di crisi politica ricordando che: «Bisogna essere in grado di staccare l’ideologia dal dato tecnico, in merito all’Università, perché l’ideologia è la rovina della tecnica».

 

Giorgio Uberti

 


 



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