14 dicembre 2009

SISTEMA MARTESANA E STAZIONI DELLA MM 2


Sono in fase di predisposizione i PGT di tutti i comuni della Lombardia: nell’area metropolitana milanese avrebbe potuto essere l’occasione per affrontare alcuni problemi comuni e tentare di risolverli in maniera omogenea e coordinata.

Uno dei problemi da affrontare riguarda il rifacimento e la riqualificazione delle stazioni extraurbane della linea 2 della metropolitana (da Vimodrone a Gessate) che sono poco accoglienti e non fruibili da persone con handicap fisici.

Le diverse amministrazioni locali compresa quella di Milano, in collaborazione con la precedente Giunta Provinciale, avevano avviato una riflessione comune per definire modalità d’intervento che, partendo dalla priorità assoluta di rimozione delle barriere architettoniche, ridefinisse le stazioni collegando il progetto di recupero a un programma di valorizzazione dell’intera area della Martesana.

La zona è di assoluto rilievo se persino uno storico famoso come Braudel ha citato, in uno dei suoi scritti, la zona fra l’Adda e il Ticino come il più eloquente esempio di terra nella quale l’uomo, attraverso conquista progressive, ha attuato notevoli trasformazioni. Infatti il sistema delle acque, attraverso il Naviglio della Martesana, ha garantito una forma di trasporto ecologica, poco costosa e particolarmente utile e ha favorito, attraverso una rete d’irrigazione diffusa che arriva a ogni singola realtà produttiva agricola, uno sviluppo formidabile dell’agricoltura intensiva alimentando anche una capillare rete d’impianti idraulici (mulini ad acqua) utili al funzionamento di molteplici attività produttive.

La zona è segnata fortemente dalla presenza di Leonardo da Vinci che fu ospitato nella Villa Melzi d’Eril di Vaprio d’Adda tra il 1508 e il 1513, pochi anni dopo l’avvio del Naviglio Martesana che, com’è noto, fu inaugurato nel 1497.

Leonardo, curioso osservatore dei fenomeni dell’acqua, ha studiato con disegni (inseriti nel codice Windsor) alcune terrazze e rampe che potevano collegare la Villa Melzi d’Eril di Vario al Naviglio e all’Adda.

Sarebbe quindi assolutamente fondamentale poter associare l’identità della Martesana al marchio di Leonardo valorizzando, ad esempio, il distretto bio-culturale dell’Adda che ha realizzato un Ecomuseo leonardesco localizzato in diversi comuni del Trezzese e coordinato dall’Associazione dei comuni dell’Adda.

Tutte le iniziative di valorizzazione avviate dai territori avrebbero bisogno di un centro di riferimento che andrebbe naturalmente collocato nell’area nord di Gorgonzola nella quale doveva sorgere il campus del Politecnico: si tratterebbe di pensare a una vera e propria Città della Scienza dove eventualmente trasferire una parte delle attività interattive del Museo della Scienza e della Tecnica di Milano. Era un vecchio progetto degli anni 70 lasciato cadere come i tanti che si sono pensati per valorizzare adeguatamente quell’area toccata da ben tre stazioni della metropolitana. In alternativa si potrebbe pensare di localizzare in quest’area un progetto di museo virtuale su “Le teconologia di Leonardo di oggi e domani” lanciato da una società milanese come servizio da collocare intorno all’Idroscalo.

Si potrebbe poi pensare di collegare il Museo con aree per convegni, inziative programmate, residenze temporanee per studenti e studiosi anche stranieri prendendo a riferimento l’esperienza francese di “Sophia Antipolis” che, in poco tempo, è diventata un centro attrattivo di grande interesse culturale, collegando in modo equilibrato esigenze di sviluppo e di tutela ambientale del territorio.

Il comune di Milano, proprietario del sedime delle stazioni e di alcune aree intorno alle stazioni soprattutto nei comuni di Gorgonzola e di Gessate non può comportarsi come un qualsiasi operatore privato che tenta solo di valorizzare le sue proprietà, ma dovrebbe concorrere attivamente alla soluzione dei problemi di quel territorio partendo dal rifacimento delle stazioni in modo da cominciare a prefigurare un abbozzo di metodologia di intervento da futura città metropolitana.

Sembrava orientato a inserire un progetto come questo all’interno del proprio PGT in modo da sollecitare tutti gli altri comuni dell’area a fare altrettanto, ma la cosa sembrerebbe del tutto tramontata e comunque non ha finora aperto un tavolo comune di confronto.

A giudizio di diversi urbanisti riuscire a definire e sostenere un’idea progettuale forte per l’area di Gorgonzola potrebbe funzionare da volano per migliorare l’attrattività della zona alla quale è possibile collegare molti progetti presenti all’interno delle singole amministrazioni che necessitano di una prospettiva di sistema.

 

Il comune di Cernusco sul Naviglio sta elaborando un progetto di Società del Benessere Sostenibile con la previsione di un trasferimento in una villa prestigiosa (Villa Alari) della sede del Dipartimento di Scienze Motorie dell’Università di Milano.

Il comune di Bussero prevede di autorizzare la trasformazione di una cascina storica (la Cascina Gogna situata lungo il Naviglio e vicina alla sua stazione di metropolitana) in albergo.

Molti altri comuni prevedono di ospitare nel proprio territorio alberghi, pensionati studenteschi, fattorie didattiche: tutti progetti che, se realizzati in maniera coordinata, possono offrire un quadro di sviluppo della zona della Martesana come uno dei centri di loisir della futura città metropolitana.

Se a questo si riuscisse a collegare un coordinamento delle attività culturali presenti in Martesana potremmo avere un altro significativo elemento di attrattività della zona come in parte è già successo per le multisala di Melzo, Pioltello e ora Bellinzago.

Va pensata anche una nuova tipologia delle stazioni della metropolitana meno legata alle esigenze di sorveglianza previste da ATM e più centrata sulle esigenze di servizi dei cittadini con, ad esempio, presenza di negozi che forniscano prodotti di prima necessità aperti almeno fino alle 22 sul modello delle nuove stazioni ferroviarie presenti anche nei piccoli paesi della vicina Svizzera.

Ovviamente tutto questo si dovrà realizzare con il coinvolgimento della diverse amministrazioni comunali che dovranno garantire un’adeguata vigilanza sulle stazioni e incentivare l’apertura di attività commerciali di alto valore sociale con opportune facilitazioni fiscali.

Non va trascurato, infine, il fatto che in questa zona verranno realizzate due fra le infrastrutture più importanti previste dalla programmazione nazionale e regionale nella provincia di Milano: BREBEMI e Tangenziale est. Invece che inseguire rivendicazioni localistiche, le necessarie e previste opere di mitigazione ambientale potrebbero essere utilmente raccordate all’esigenza di un progetto unitario quale quello qui delineato.

 

 

Giovanni Mele



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