14 dicembre 2009

I MEZZI DI TRASPORTO E IL LORO IMPATTO VISIVO NEL CONTESTO URBANO*


L’inquinamento è l’alterazione di caratteristiche ambientali che provoca il deterioramento dell’ambiente che ci circonda, sia l’ambiente naturale sia quello umano o relazionale ed è in città che si concentra la maggior parte dei fattori che causano inquinamento. Nel contesto cittadino si parla di inquinamento urbano ma immondizia, depositi di rottami, segnaletica stradale, insegne luminose, provocano un ulteriore inquinamento, quello visivo.

Riusciamo ad immaginarci una città come Milano senza cartelli pubblicitari o insegne luminose?

Ormai non ci facciamo caso perché la pubblicità è entrata in piena regola nelle nostre vite ma in fondo percepiamo il bombardamento di messaggi e la nostra mente, sovraccaricata da informazioni, non riesce a selezionarle e va in confusione.

Atri elementi fonte di inquinamento visivo sono il traffico e i mezzi di trasporto in sosta.

I veicoli in sosta fanno parte integrante della visione dello spazio urbano, così come gli edifici, le strade, i giardini. Se ci si pensa, però, i veicoli (e anche i cartelloni pubblicitari o le insegne luminose) trasmettono un senso di disordine e di disturbo estetico, modificano il panorama urbano e non consentono di averne la giusta prospettiva. Le architetture delle città passano inosservate, così si trascurano informazioni che raccontano la storia ma che rimangono nascoste da veicoli, cartelli e pubblicità. Il parcheggio indisciplinato aumenta anche la quantità di vandalismi nei parcheggi e definisce quindi un problema di sicurezza.

Il traffico è uno degli elementi che influisce sensibilmente sulla qualità della vita nei centri abitati. Le auto, le moto, i mezzi pubblici emettono rumori continui favorendo l’inquinamento acustico; mettono a rischio la sicurezza dei pedoni, si appropriano di spazi impedendo ai cittadini di spostarsi agevolmente e liberamente nelle strade.

E’ sempre più comune l’abitudine di fare spostamenti durante la giornata (a volte per necessità di lavoro, più spesso per necessità dettate dall’economia e dai comportamenti consumistici) con l’auto privata, che è diventata il mezzo di trasporto preferenziale. Dei 50.243.250 di veicoli circolanti in Italia nel 2005, ben 34.667.485 erano automobili, 4.632.399 ciclomotori, 4.938.359 motocicli e solo 94.437 gli autobus (**).

Quando si parla di disordine urbano, non si intende solo la microcriminalità, l’abbandono di rifiuti per strada o le scritte sui muri, ma anche il traffico veloce e frenetico. E’ importante riflettere sul legame tra questi aspetti della vita urbana e il benessere, dal momento che è evidente che l’ambiente provoca una reazione emotiva e che incide sulla salute psicofisica. Anche se ci riteniamo immuni e abituati agli stress cittadini, non è possibile evitarli e, specialmente nei soggetti più vulnerabili, aumenta la probabilità di sviluppare disturbi di natura psicogena.

Le nostre città, pur non essendo state progettate per le auto, sembrano fatte a misura di veicolo e non a misura d’uomo. La strada, percepita come corridoio di traffico, dovrebbe essere anche un luogo dove vivere, e non soltanto transitare velocemente. Dovrebbe essere individuata come spazio di comunicazione sociale, di incontro e di aiuto; confortevole, dove si possa provare una sensazione di tranquillità che serva a mantenere la vitalità e il benessere dei cittadini.

Gli amministratori tendono a risolvere problemi come il traffico stanziando ingenti fondi per creare infrastrutture o iniziative adatte ad affrontarli. A fronte di questi sforzi finanziari, però, il traffico, l’inquinamento e, in generale, il disagio sociale, aumentano sempre di più. Il motivo è che esiste un errore nell’approccio a queste tematiche: quello di mettere il denaro prima della creazione di nuovi valori sociali in grado di sostenere il cambiamento.

La città nasce con lo scopo principale di favorire le relazioni fra diversi individui e garantire la diffusione della cultura. Oggi si è perso progressivamente il senso della piazza, simbolo dello spazio collettivo e della vita della comunità. Il ruolo del centro cittadino è diventato quello di concentrare le attività commerciali: si va in città per fare acquisti, non per socializzare. Gli individui sono sempre più isolati, chiusi, impauriti dell’altro e frettolosi e le città sono diventate grandi negozi.

Un aspetto fondamentale per migliorare la qualità della vita, è la sicurezza urbana che non è definita solo da meccanismi sociali ma anche dalle caratteristiche dello spazio costruito che è determinante dei fenomeni sociali. È indubbio che la qualità degli spazi urbani ha effetti sul benessere sociale, culturale, psicologico degli individui. Ecco perché è così importante riflettere sull’organizzazione delle città, sia dal punto di vista politico che estetico. Anche l’ambiente costruito deve trasmettere tranquillità e la riqualificazione urbana deve essere percepita dagli amministratori come il motore per una migliore qualità della vita.

Silvia Ocone

 

* Tratto da: Rognini P. (a cura di), 2008, La vista offesa. Inquinamento visivo e qualità della vita in Italia, Milano, Franco Angeli.

 

** Fonte: Ministero dei trasporti, sito ufficiale: www.trasporti.gov.it, 2007.

 

 



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