14 dicembre 2009

CASE TEMPORANEE PER COMUNITÀ DI STUDENTI: È POSSIBILE UNA SPERIMENTAZIONE A MILANO?


“Quanti studenti fuorisede e non, hanno bisogno di una casa a Milano?

Il nuovo PGT prevede la realizzazione di 20.000 nuove abitazioni a canone sociale e una quota sarà destinata ad abitazioni per studenti. E’ possibile sperimentare anche moduli abitativi prefabbricati, tipo container, da localizzare negli spazi in attesa di essere trasformati, per ospitare delle case temporanee per studenti, come già succede all’estero? Questi nuovi spazi potrebbero offrire non solo dei servizi agli studenti ma anche divenire delle comunità vissute dalla città? Tra i servizi e le attività collettive vi piacerebbe avere un orto, una lavanderia, uno spazio per i lavori di gruppo, per la proiezione dei film o un mercato settimanale?” (Incontro aperto “case temporanee per comunità di studenti”. 14 Dicembre, ore 17.30-19.30, Facoltà di Architettura e Società, Politecnico di Milano, Aula Gamma).

Con questi interrogativi alcuni studenti e docenti del laboratorio multiplicity.lab e di publicarchitecture@polimi della Facoltà di Architettura e Società del Politecnico di Milano in collaborazione con attivisti ed esperti di riuso temporaneo come l’associazione Cantieri Isola e Precare.it ed esperti di cohousing e di politiche giovanili come Jobox e la cooperativa La Cordata, hanno avviato il primo incontro “case temporanee per comunità di studenti” rivolto a studenti e realtà studentesche milanesi, con l’obbiettivo di costruire assieme un quadro di riferimento e condividere un possibile percorso di azione per la sperimentazione di villaggi temporanei per studenti in aree dismesse o di prossima trasformazione.

Come evidenzia la ricerca Tempo Riuso (www.temporiuso.org) spazi e terreni vuoti che non trovano ancora un nuovo utilizzo, potrebbero trovare un uso temporaneo in quel tempo di mezzo di anni, e spesso decenni, che intercorre tra vecchia e nuova destinazione d’uso. Tra le finalità economiche, sociali e urbanistiche che la ricerca Tempo Riuso intende perseguire vi sono la rigenerazione urbana, la sussidiarietà con il terzo settore, il contenimento del consumo di suolo, il sostegno degli spazi autogestiti e dei servizi autopromossi dalle comunità locali. In questo senso una possibile sperimentazione di alloggi temporanei per studenti, utilizzando moduli prefabbricati che sfruttano la struttura portante dei container, potrebbe avere luogo, ad esempio, sul milione di metri quadrati degli ex scali ferroviari, o nelle aree dismesse più prossime ai poli universitari, come Bovisa, Bicocca e Sesto San Giovanni. In ogni caso Tempo Riuso è consapevole del fatto che i progetti negli spazi temporanei, e tra questi anche le residenze universitarie, sono da considerarsi sussidiari e non sostitutivi ai servizi permanenti ad uso della collettività.

Ma perché la scelta del modulo prefabbricato in container? E che standard qualitativo offre?

Per capire di cosa stiamo parlando abbiamo intervistato Jochem Appelman, un responsabile della ditta olandese Tempohousing (www.tempohousing.com), che dal 2005 ha realizzato Keetwoonen, un complesso di 1.000 alloggi container per studenti ad Amsterdam. Come spiega Appelman “La ditta Tempohousing si basa su container marittimi ISO modificati perché offrono molti vantaggi quali la grande disponibilità e standardizzazione a scala mondiale, il facile trasporto, il basso costo, la resistente struttura in acciaio, la versatilità dei moduli e l’elevata possibilità di assemblaggio e di riuso. Il complesso Keetwonen nasce su un’area residuale vuota di proprietà del Comune di Amsterdam, dal futuro ancora incerto, e che per lungaggini burocratiche, non cambierà destinazione d’uso per i prossimi 10 anni. Il progetto si estende su un’area di 17.200 mq con la disposizione di 6 corti aperte composte da 2 file di container prefabbricati per studenti Tempohousing, assemblati su 5 livelli. Ogni studente dispone di un container di circa 30 mq completo di camera da letto, bagno e cucina personale, luce, acqua, riscaldamento, aria condizionata e connessione internet wifi, per un costo mensile di 300 euro. Gli alloggi sono connessi da ballatoi comuni e condividono ai piani terra delle sale studio, un caffè, un supermercato, una ciclofficina e un’area sportiva. Il progetto è stato menzionato in diverse riviste per la qualità delle soluzioni di risparmio energetico per gli impianti e il tetto”.

Cosa proponiamo con il metaprogetto “Abitare con-temporaneo. Residenze universitarie a Milano”?

Dall’esperienza della ditta olandese Tempohousing, la ricerca progettuale sviluppa alcuni moduli base e si concentra su alcuni temi di particolare rilievo non ancora esplorati quali: la residenza container-appartamento per quattro studenti, lo studio degli spazi comuni tra alloggi, la disposizione di alloggi container su più piani a formare corti interne e aperte, l’individuazione della copertura, del piano terra e del parterre quali “plus” di luoghi per servizi e spazi per attività collettive come campi da calcetto, solarium, serre, terrazzi, palestra, lavanderia a gettoni, sale studio, caffetteria e possibilmente, un mercato bisettimanale per la vendita dal produttore al consumatore.

 

A questo primo incontro aperto succederà in primavera anche un seminario internazionale di approfondimento con ospiti dall’Olanda, Germania e Stati Uniti che hanno avviato progetti di studentati, spazi di lavoro e di aggregazione con moduli container. Questi incontri sono rivolti a studenti, architetti, imprese e chiunque voglia conoscere questi modelli abitativi sperimentali per continuare ad alimentare il dibattito in modo costruttivo e chissà un giorno vedere realizzato anche a Milano, il primo villaggio container per una comunità di studenti con servizi integrati ai quartieri circostanti.

 

Isabella Inti*

 

 

*Ricercatrice laboratorio multiplicity.lab, DiAP Politecnico di Milano e attivista associazione cantieri isola.

 

 

 

 

 



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