26 ottobre 2016

PROGETTI INNOVATIVI MILANESI FINANZIATI DALL’EUROPA

Molti obbiettivi in due occasioni di rigenerazione urbana


Milano si conferma sempre più un modello, e per alcuni versi un’eccezione, all’interno dello scenario nazionale. Lo è per la naturale tendenza della nostra città a rifuggire ricette semplicistiche e steccati immaginari, rifiutandosi di guardare l’Europa e il mondo come nemici da ostacolare ma vedendoli come un’opportunità da affrontare e da cogliere. Lo è nella capacità tipicamente ambrosiana di sapersi riprogettare, così come nella volontà di coniugare sviluppo economico e inclusione sociale nella propria rigenerazione urbana. Una volontà che la città ha ritrovato negli ultimi anni dopo oltre un ventennio di eclissi, e grazie alla quale oggi siamo tornati a sentire parlare nuovamente di modello Milano.

02tajani35fbCosì negli stessi giorni in cui scopriamo che l’Italia non riesce a sfruttare finanziamenti europei già approvati per 31 miliardi di euro, la nostra amministrazione, grazie al progetto Openagri, ottiene dal Fondo europeo di sviluppo regionale un finanziamento di 6,2 milioni, superando la concorrenza delle altre 378 città partecipanti al bando “Urban Innovative Actions” destinato a proposte innovative per la risoluzione di problematiche urbane.

Il progetto Openagri, che insieme a Sharing Cities permetterà a Milano di investire nell’area oltre 15 milioni totalmente a carico di Bruxelles, s’inserisce nel quadro di interventi pubblici e privati che interessano i quartieri Sud Est di Milano, un’area che è da tempo all’attenzione dell’Amministrazione Comunale e che va via configurandosi come modello cittadino sulla cui base riprogettare le modalità di intervento per le periferie, partendo da inclusione lavorativa e sostenibilità ambientale. In particolare, Openagri permetterà la realizzazione di un polo agricolo d’eccellenza situato al confine tra il Parco Agricolo Sud Milano e il quartiere Mazzini, attraverso la riqualificazione della Cascina Nosedo.

L’antica struttura rurale, che a seguito dello sgombero del 2015 è oggi affidata ad associazioni a carattere sociale per mera attività di presidio, potrà così ritrovare la sua antica vocazione e diventerà il punto di riferimento per un polo agricolo e d’innovazione: un nuovo centro per l’innovazione aperta (Open Innovation Hub) destinato alla realizzazione di nuove tecnologie applicate alla produzione agricola e alla sperimentazione legate al consumo alimentare, alla distribuzione dei prodotti e alla gestione degli scarti di lavorazione.

Non solo: la nuova struttura, grazie alla collaborazione di partner strategici come il Politecnico di Milano e la Camera di Commercio, coniugherà cultura, miglioramento del sistema alimentare e imprenditoria giovanile, tenendo insieme riattivazione delle periferie, sostegno alle imprese e attuazione della food policy. Cascina Nosedo diventerà così un polo attrattivo capace di ospitare iniziative imprenditoriali e startup che sappiano fare dell’innovazione il centro della propria attività. Sarà una struttura volta a integrare competenze e nuove forme di imprenditorialità nel campo dell’agricoltura periurbana, coinvolgendo centri di ricerca, acceleratori di impresa, think tank e valorizzando spazi urbani e agricoli.

Il suo obiettivo ultimo tuttavia sarà quello di diventare un ulteriore avamposto, tra i tanti nati in questi anni a Milano, che ristabilisce una relazione virtuosa tra innovazione e inclusione: una relazione attraverso cui siamo convinti sia possibile favorire e accelerare processi di inclusione sociale, rendendo più agevole l’accesso al mondo del lavoro ma anche rigenerando urbanisticamente e socialmente la vita del quartieri periferici.

Cristina Tajani
Assessora a Poliche del lavoro, Attività produttive, Commercio e Risorse umane



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