26 ottobre 2016

libri – RESILIENZA. LA SCIENZA DI ADATTARSI AI CAMBIAMENTI


ANDREW ZOLLI
con Ann Marie Healy
RESILIENZA
La scienza di adattarsi ai cambiamenti
Rizzoli pag.369, euro 19,00

 

libri35fbPerché un sistema o una persona affronta meglio di altri una situazione critica, un trauma? Perché c’è chi riparte “ridisegnando” cambiamenti più in linea con le sopravvenute circostanze, mentre altri soccombono?

Scienziati, leaders politici, organizzazioni non governative, governi e grandi aziende ne parlano ormai da tempo, e se per alcuni il termine resilienza richiama solo una moda, sostenitrice di  concetti astrusi, imperfetti e inefficienti, di fatto impraticabili, per altri è invece l’efficace strumento per affrontare le problematiche politiche, economiche, sociali, anche personali di un mondo contemporaneo complesso e continuamente esposto a gravi disequilibri.

Il termine deriva da un concetto ingegneristico mutuato dalla tecnologia dei materiali e relativo alla loro capacità di resistere agli urti senza spezzarsi, però può applicarsi anche ad ambiti diversi. E non è dunque un caso che in tempo di crisi bancarie, incertezza dei mercati, emergenze sanitarie, conflitti militari e interrazziali, siano in molti a volerne verificare i benefici.

Il ricercatore americano Andrew Zolli, che con Ann Marie Healy, è autore del saggio, affronta il tema applicandolo a sistemi e persone, e spiega quanto il risultato positivo o negativo dipenda dalla capacità di “scombinare le carte”, essere disruptive. Diversificazione, riorganizzazione dinamica, serrati meccanismi di feedback, semplicità e interoperabilità sono alcuni degli”attrezzi” che suggerisce a chi intenda sperimentare la resilienza.

E proprio perché il mondo è sempre più instabile e vulnerabile, Zolli riesamina criticamente il tanto celebrato concetto di sostenibilità, ossia l’idea che con il giusto mix d’incentivi, adeguamenti tecnologici e cambiamenti sociali e ambientali, l’umanità sia in grado di raggiungere un equilibrio stabile. E ci dice che nulla è duraturo; dunque servono adattabilità, agilità, fantasia, fare sistema secondo un approccio olistico che rispetti l’integrità del soggetto. Solo così è possibile fronteggiare il mondo fluttuante, incerto in cui viviamo e attraversarlo efficacemente.

Se è vero che tutto scorre, si plasma in modo sempre differente, esponendoci a una continua evoluzione, allora, è la tesi dell’autore, non c’è che prendere atto di questa intrinseca fragilità e predisporre strategie flessibili per affrontarne via via le trasformazioni.

Essere resilienti, afferma il ricercatore, non è facile, comporta sforzi continui, con risultati non sempre premianti, eppure la filosofia che ne sta alla base è l’unica in grado di rispondere alle emergenze del mondo reale, siano esse di carattere politico-economico, naturale o personale.

L’equilibrio perfetto non è di questo mondo, perché nessuna tecnologia o conoscenza, è in grado, anche nell’ipotesi più ottimistica, di realizzarlo e mantenerlo tale; per questo è necessario attivare dinamiche diverse, convertendo lo stato di crisi in risorsa.

La scienza di adattarsi ai cambiamenti, così come predicato dai resilienti, non va dunque intesa come pavido escamotage di accomodamento o rassegnazione, ma come ridefinizione del proprio progetto valutando opzioni diverse per portarlo a termine. Si tratta di una navigazione in mare aperto, affascinante e rischiosa. Richiede coraggio e mente aperta.

Daniela Muti

 

 

questa rubrica è a cura di Cristina Bellon

rubriche@arcipelagomilano.org

 



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