19 ottobre 2016

NUOVO MASTERPLAN DEGLI SCALI FERROVIARI. CI VUOLE UN CONCORSO

Allargare il ventaglio delle opinioni, delle competenze e delle professionalità


Perché è necessario bandire un concorso di progettazione per il nuovo Masterplan degli Scali Ferroviari? La prima ragione parte dalle debolezze del piano appena bocciato, fra tutte la trattazione sostanzialmente indifferenziata dei diversi siti (escluso San Cristoforo). Le diverse funzioni urbane sono state distribuite in modo analogo senza un’articolazione che evochi un disegno in grado di proporre una trasformazione della città e delle sue relazioni che, come tutti sanno, vanno ben oltre i confini della Città Metropolitana. Insomma sono tutti uguali.

05spadaro34fbIl Piano bocciato è infatti congegnato per poter conferire a ciascuno una sostenibilità economica autonoma, una sorta di autosufficienza in grado di essere apprezzata dal mercato. Pertanto tutti i siti sono stati confezionati per essere ceduti a operatori finanziario-immobiliari e/o fondi di investimento. In sostanza un prodotto da scaffale per i supermercati immobiliari.

Ricordo che la prima preoccupazione di tali istituzioni finanziarie, al netto delle operazioni di greenwashing e relativo accanimento mediatico, è il ritorno economico o, quantomeno la bancabilità immediata dei diritti edificatori acquisiti. Inoltre, come detto da molti, la quantità e la qualità dell’edilizia sociale proposta è insufficiente e relegata nelle aree meno preziose. Un’altra debolezza, connessa proprio alle possibilità speculative che ciascun sito dovrà necessariamente possedere, è appunto l’assenza di funzioni metropolitane o di interesse regionale (ospedali, università, istituzioni statali … come spesso sottolineato da Giorgio Goggi), perdendo così l’intrinseca potenzialità connettiva e sistemica delle aree: i binari e la loro vocazione al trasporto pubblico.

A questo punto del percorso, a garanzia di tutti, qualsiasi sarà la decisione di Sindaco e Giunta, mi permetto di affermare che non si può fare a meno di un concorso di architettura, serio, aperto e in due fasi per individuare il miglior masterplan possibile nelle condizioni date.

Il documento preliminare di progettazione (DPP) è praticamente già pronto. Altro non è che il lavoro svolto in tutti questi anni, partendo quindi da quanto già elaborato, per consentire un facile e puntuale confronto con le ipotesi alternative che il concorso produrrà, garantendo, questa volta, la sostenibilità economica, non necessariamente sui singoli siti ma sul complesso del sistema. Questo, se da un lato può complicare la vendibilità delle singole aree, dall’altro rivendica la priorità del disegno urbano rispetto alla rispondenza alle dinamiche di mercato. Una responsabilità che Ferrovie dello Stato devono assumersi, diciamo, quasi per riconoscenza alla città.

Nulla è più efficace di un Concorso di Architettura per portare sul tavolo dei decisori la possibilità di confrontare visioni e strategie diverse che scaturiranno da una enorme quantità di proposte. Proposte raccolte a costi irrisori, di alta qualità, fosse solo per la logica dei grandi numeri, perché prodotte da competenze specifiche. Per questo proponiamo un concorso in due fasi, in forma aperta e anonima, per selezionare una decina di ipotesi su cui costruire un confronto partecipato e trasparente con la città tutta. Procedura, quella a due fasi, che consente al grosso dei partecipanti di regalarci la loro idea nel rispetto della ragionevolezza del lavoro richiesto, concentrando invece, nella seconda fase, un impegno professionale più oneroso, ma con la garanzia di un ritorno in termini di rimborso spese, prestigio e magari di vittoria.

Il lavoro già svolto (l’insieme dell’accordo di programma completo di tutti i documenti ed elaborati) deve essere quindi il punto di partenza per i concorrenti, che dovranno impostare il lavoro in evidente, palese confronto con quanto già disegnato, immaginando le modifiche liberamente, ma che comunque non potranno discostarsi da una percentuale sostenibile (± 20%?) delle funzioni urbane previste, già ritenute da Ferrovie e Comune economicamente compatibili.

Alcune potrebbero anche ri-proporci la Circle Line. Spetterà alla giuria valutarle e alla città discuterle prima della seconda fase. Abbiamo inoltre la fortuna, per accorciare i tempi e aumentare la partecipazione, oltre ad un DPP già nei fatti confezionato, di poter appoggiare il concorso alla piattaforma digitale “Concorrimi”, straordinario strumento realizzato dal nostro Ordine degli Architetti. Questo tipo di piattaforma innovativa, veloce e paperless, mi ripeto, consentirebbe a molti studi, nella prima fase, di proporre alternative a quanto già immaginato con costi, tempi e modalità sostenibili. Solo nella fase successiva, verrebbe chiesto ai (10?) selezionati di puntualizzare il progetto urbano previsto da ciascuno, prevedendo forme di avvalimento per gli studi più piccoli e meno strutturati.

I dieci progetti selezionati diventerebbero così il materiale fondativo di tutte le forme di partecipazione e di confronto con i cittadini, le associazioni, i municipi e tutti i portatori di interesse che lo vorranno. Una forma di partecipazione che gestisce le competenze, garantisce ciò che non può essere messo in discussione (la sostenibilità economica dell’insieme del piano), e, contrariamente a molte forme di progettazione partecipata, esclude la legittimazione populista di scelte già operate.

Il Consiglio Comunale, il dibattito politico che da questa istituzione scaturirà, potrà e dovrà divenire materiale di riflessione da inserire nella documentazione per la produzione del progetto finale a partire dai 10 selezionati. L’elemento più delicato, la formazione della giuria, magari diversa tra prima e seconda fase, è una responsabilità che il nostro Ordine professionale dovrà assumersi con coraggio e attenzione, ben sapendo che Ferrovie e Amministrazione saranno innanzitutto garantite da un DPP che parte da quanto già elaborato.

La cosa peggiore che può succedere in alternativa a quanto da noi proposto è una consultazione / concorso “a inviti”. Scelti, non si sa con quale criterio, da Amministrazione e/o Ferrovie. Una liturgia dove il committente invita un manipolo di architetti di fama, per ricevere dagli stessi proposte la cui unica finalità è quella di dare forma seduttiva alle volontà di chi gli incarica. Se questo dovesse succedere, sono certo che il risultato è probabilmente già scritto, vincerà un progetto fondato sulla comunicazione, presentato con rendering accattivanti quanto menzogneri, insomma una melodia da incantatore di serpenti, da dare in pasto ai media ma non certamente in grado di nutrire le visioni e i bisogni del nostro territorio.

Francesco Spadaro
architetto

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