19 ottobre 2016

VIGORELLI: IL VELODROMO RITROVATO

Nostalgici e giovani riscoprono il ciclismo su pista: uno sport urbano


Nelle interviste rilasciate dopo aver conquistato la medaglia d’oro alle Olimpiadi di Rio de Janeiro il pistard veronese Elia Viviani ha ripetuto più volte un concetto molto chiaro: “un bambino che impara a pedalare in pista con una bici senza freni sarà un ciclista con una marcia in più”, sottolineando il grande divertimento che si prova all’interno di un velodromo. La stessa felicità si poteva leggere sul volto degli oltre duecento ciclisti che hanno potuto sperimentare nelle scorse settimane la pista restaurata del Vigorelli, grazie a una serie di aperture straordinarie organizzate dal Comitato Velodromo Vigorelli che si è battuto in questi anni per salvare l’impianto dalla demolizione e rilanciare la cultura ciclistica a Milano.

08buni34fbSi tratta di sessioni che, nella loro normalità e nel clima festoso, hanno mostrato tutte le potenzialità di un uso continuativo del Vigorelli e non limitato a pochi grandi eventi. I recenti successi del ciclismo britannico nascono infatti dall’essere diventato da tempo uno sport “di base”, grazie a velodromi aperti ad amatori di ogni età e abilità, trasformati anche in formidabili luoghi di promozione della mobilità su due ruote. All’uscita erano tutti entusiasti, sia i giovani atleti abituati a frequentare le altre piste lombarde – tra i quali anche ragazzi dai 10 ai 14 anni, che entravano al Vigorelli per la prima volta – sia i pistard milanesi di vecchia data, che ormai temevano di non poter più rimettere i tubolari su quei 397 metri di abete rosso, sia quelli che non ci avevano mai pedalato.

Anche i protagonisti della Red Hook Criterium, provenienti da una ventina di paesi, sono rimasti incantati nella serata di allenamento che ha preceduto la tradizionale gara in Bovisa. Qualcuno sottolineava come fosse meglio anche rispetto ai velodromi più moderni, perché le curve e i rettilinei sono più lunghi e si possono seguire traiettorie diverse. Mike Taylor dello studio Hopkins Architects, uno dei progettisti dell’avveniristico velodromo olimpico di Londra, al termine di un’intensa pedalata ha detto semplicemente: “fantastic!”, sancendo inoltre il gemellaggio con lo storico velodromo Herne Hill di Londra.

Parole che dimostrano quanto fossero infondati i pregiudizi nei confronti del Vigorelli, sul suo essere una pista superata e inutilizzabile: una cosa peraltro smentita dalla stessa Federazione Ciclistica Italiana, che lo ha omologato all’inizio di settembre, a testimonianza dell’ottimo restauro condotto da CityLife su progetto dell’ingegner Aldo Galbiati. Appena tre anni fa, nello scetticismo generale, proprio Elia Viviani aveva dichiarato che “il Vigorelli potrebbe essere strategico per avere una vera scuola di ciclismo a Milano”. Nuove sessioni per gli amatori sono in programma a breve, a partire da domenica 23 ottobre, mentre lo scorso fine settimana si è tenuta la seconda, partecipatissima edizione della pedalata Vigorelli – Ghisallo, che ha celebrato insieme la ricorrenza degli 82 anni del velodromo e i 10 del Museo del Ciclismo. Grande successo ha inoltre avuto l’apertura organizzata nell’ambito della FAI Marathon.

Il Comitato Velodromo Vigorelli promette che questo è solo l’inizio e attende di poter incontrare la nuova Assessora allo sport per condividere progetti concreti per la prossima primavera, tra i quali un calendario di aperture settimanali con noleggio bici, corsi per bambini e ragazzi, e per gli adulti che vogliono iniziare a cimentarsi con i 42,5° delle paraboliche.

Restano da attivare il piano di manutenzione ordinaria della pista e i lavori di sistemazione degli spazi sotto le tribune e del campo centrale, che aspetta il ritorno delle squadre milanesi di Football Americano, i Seamen e i Rhinos, che hanno un forte legame con il Vigorelli: tutti interventi già finanziati dagli oneri di urbanizzazione di CityLife. L’impianto potrebbe inoltre consolidare la sua dimensione polisportiva e di spazio pubblico, in stretto contatto con la vita del quartiere, accogliendo anche altri sport come, per esempio, il minirugby dei Dragoni e la boxe nella palestra Ravasio immortalata da Luchino Visconti in Rocco e i suoi fratelli.

Ora sta alla nuova Giunta riuscire a valorizzare al meglio le energie e le idee che in questi anni si sono raccolte intorno al glorioso velodromo, continuando quel dialogo costruttivo con il Comitato Velodromo Vigorelli e le associazioni sportive già avviato dall’Assessora Bisconti, restituendo alla “pista magica” un ruolo importante nella Milano del futuro, intrecciando la dimensione locale, quella metropolitana e quella internazionale. Non un luogo della nostalgia per un’epoca perduta, come lo è stato per troppi anni, ma un vivace centro di promozione della cultura sportiva e del tempo libero, una “casa del ciclismo” e degli altri sport che lo hanno sempre amato e rispettato, a partire dal Football Americano. Se poi Paul McCartney volesse tornare a suonare a Milano, come potremmo negargli il Vigorelli?

 

Romolo Buni

 



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