12 ottobre 2016

URBANISTICA SCALI FERROVIARI: LE CITTÀ POSSIBILI

Strategia e visione per una città hanno a che fare con l'identità


Ogni silenzio ha un suo proprio caratteristico linguaggio, quello che aleggiava nella Sala del Grechetto gremita, in attesa e durante l’incontro dedicato alla riqualificazione degli scali ferroviari e alle città possibili, parlava di una “domanda di senso”. Domanda di senso che riguarda l’oggetto il processo di trasformazione e il destino di queste aree con la consapevolezza che si stia discutendo del destino della città tutta.

03mattace33fbE la prima considerazione evidente è dove finisce il tutto di questa città, perché solo con la coscienza della propria dimensione si individua il piano corretto delle scelte. È richiesto un salto triplo concettuale. Se le élite milanesi faticavano a pensarsi fuori dalla cerchia dei bastioni, non hanno immaginario sulla Città Metropolitana, è particolarmente arduo concepire il tema degli scali alla dimensione regionale, quale è rispetto alle reti, come tema di sviluppo e di uguaglianza di accesso alle funzioni urbane.

“Le scelte per la riqualificazione degli scali ferroviari, per localizzazione, qualità e dimensione delle aree, peseranno come e più di un piano urbanistico generale” ma in questo caso devono assumere le fattezze più proprie di un piano strategico, considerando allo stesso tempo un tema di cornice (lo sviluppo ambientale), un tema di scala (“siamo una città di 7 milioni di abitanti”), un tema di direzione (cosa vogliamo diventare).

Il caso di Torino illustrato da Stefano Lo Russo, è quasi lineare nel suo processo di trasformazione “forzata” alle prese con il declino della città fabbrica: si è riconvertita una città intera, con il suo piano urbanistico generale che ha saputo tracciare la via venti anni fa, il PRG del 1995 (le principali strategie: recupero del centro storico, costruire sul costruito, riorganizzazione della struttura urbana, riuso delle aree industriali), con una scelta forte e coerente, portare il trasporto su ferro sotto il piano di campagna e ricucire il tessuto urbano. Bussola operativa: nella trasformazione urbana l’amministrazione pubblica fa da regista, e nelle dinamiche con i privati l’ultima parola spetta al Pubblico.

Punto di partenza e destinazione finale chiari e riconosciuti a Torino per una visione strategica. Milano sembra già in difficoltà a pensare e definire se stessa. Ricordiamo anche solo il dibattito sull’anima della città prima di Expo, quando ci ponemmo il problema di presentarsi al mondo. Pensato in chiave di brand e marketing territoriale, di fatto affrontava il tema dell’identità: non ne siamo venuti a una. Difficoltà che si scontra quotidianamente nella ambiguità della dimensione amministrativa: l’orizzonte dichiarato è quello della Città metropolitana ma nel dibattito attuale lo scalo ferroviario di Segrate rimane fuori dal conto perché “fuori dalle mura”. Eppure i geografi ci descrivono come una città di 7 milioni di abitanti, le dinamiche non possono certo essere quelle del ritorno immobiliare calcolato per singoli lotti.

Dobbiamo assicurarci che la cornice di riferimento cognitiva sia quella delle nuove logiche di sviluppo (il decoupling), quella dell’era geologica di appartenenza – l’antropocene -, essere consci di dover partecipare, in quanto attori primi del cambiamento come città, alle messa in atto delle convenzioni internazionali. Scrive Gianluca Ruggieri su questo stesso numero: “Più in generale, è urgente chiedersi come si stanno adeguando urbanisti e amministratori alla prospettiva post-carbonio. Ad esempio nella discussione sul destino degli scali ferroviari urbani, qualcuno si sta ponendo il problema di come gestire la logistica senza far uso di mezzi alimentati da benzina e gasolio (obiettivo che l’Unione Europea avrebbe posto ai centri urbani per il 2030)?”

Le sfide non sono banali, è richiesta attitudine nel gestire la complessità e nel cogliere le opportunità di sviluppo, sinergiche solo se i costi e i benefici saranno calcolati in modo complessivo. Minor costo per chi, maggior guadagno per chi: il caso M4 è paradigmatico nei suoi andamenti, quando si scontra una ratio economica pura con la qualità di vita generale della città, riflessa in quella apparentemente “particolare” dei comitati. Ma non si può pensare la partecipazione come opera di mitigazione sociale, accontentare i bisogni dei cittadini senza tenerne in conto i desideri, o si sta rinunciando alla loro spinta fortemente trasformativa.

La qualità della vita è un ingrediente indispensabile della capacità di attrazione della città e se la “reputazione ormai conta più della ricchezza” e il capitale reputazionale viaggia anche sui social media, questo l’abbiamo molto ben imparato con Expo, allora quel che pensano i cittadini non è proprio più così secondario.

 

Giulia Mattace Raso

 

IL DIBATTITO SUGLI SCALI FERROVIARI

Sergio Brenna CHI DETERMINA LE SCELTE URBANISTICHE, 12/10/2016

Paolo Favole SCALI FERROVIARI E RESIDENZA, 5/10/2016

Chiara Quinzii e Diego Terna LA CERCHIA FERROVIARIA E LE NUOVE CENTRALITÀ , 5/10 /2016

Ugo Targetti ACCORDO DI PROGRAMMA PER GLI SCALI FERROVIARI, 5 /10 /2016

Luca Beltrami Gadola PER GLI SCALI FERROVIARI NESSUNA FRETTA, 28/09/2016

Mario De Gaspari SCALI FERROVIARI: IL RUOLO DI MILANO NELL’ECONOMIA DEL PAESE, 21/09/2016

Paolo Pomodoro A PROPOSITO DI SCALI FERROVIARI, 21/09/2016

Federico Oliva SCALI FERROVIARI: IL MEGLIO È NEMICO DEL BENE, 21/9/2016

Giuseppe Longhi SCALI FERROVIARI: “AS USUAL” O DELLA RINUNCIA ALL’INNOVAZIONE, 11/05/2016

Stefano Boeri LÀ DOVE C’ERANO GLI SCALI UN “FIUME VERDE”, 04/05/2016

Sergio Brenna IL DIBATTITO SUGLI SCALI E LE OCCASIONI PER LA CITTÀ, 04/05/2016

Alessandro Balducci L’ACCORDO SUGLI SCALI: UNA STORIA, I CONTENUTI, 27/04/2016

Giorgio Goggi SCALI FERROVIARI, NUOVO PGT E CONFLITTI FUTURI, 27/04/2016

Michele Monte SCALI FERROVIARI: OLTRE L’APPROCCIO IMMOBILIARE, 27/04/2016

Emilio Battisti IL RECUPERO DEGLI SCALI, CIRCLE LINE E SECONDO PASSANTE, 27/04/2016

Marco Ponti PERCHÉ VECCHI BINARI NELLA NUOVA CITTÀ, 27/04/2016

Guido Trivellini Marina Trentin “ROTAIE VERDI”, UN PROGETTO ECO-FERROVIARIO PER MILANO, 27/04/2016

Francesco Spadaro PERCHE’ RIPENSARE IL DESTINO DEGLI SCALI FERROVIARI, 20/01/2016

Gianni Beltrame Michele Monte SCALI FERROVIARI: QUAL E’ LA CONTROPARTE E DOV’E’ L’INTERESSE PUBBLICO?, 13/01/2016



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