12 ottobre 2016
Scrive Francesco Silva sugli scali ferroviari e scelte del Comune– Ho trovato l’articolo di Ugo Targetti molto concreto e convincente. Concordo sul fatto che, essendo la Città metropolitana al momento un soggetto pubblico evanescente, è meglio che il processo decisionale sia in mano al Comune di Milano, che naturalmente deve quanto meno colloquiare con gli altri soggetti amministrativi interessati. L’unico punto mancante nell’articolo mi sembra essere l’assenza di quello che è chiamato “Piano strategico”, che è qualcosa di diverso dal piano urbanistico, che ne deriva. Se è vero che Milano è sempre stata incapace di guardare troppo in là e di progettarsi sulla base di un’idea di se stessa, è anche vero che senza questa idea si rischia di perdersi, come sottolineato da molti ieri all’incontro nella sala del Grechetto. Il Comune di Milano dovrebbe quindi avere il coraggio di socializzare quanto più possibile le scelte che va a fare, sia per definire meglio che cosa vuole essere in futuro, sia per raccogliere idee per singoli progetti. Uscire dalle mura di Palazzo Marino e mobilitare le idee che possono essere prodotte dalla città. Se Milano è luogo creativo, come da tanti sostenuto, e se vuole beneficiare del momento che è ricchissimo di nuove opportunità, l’amministrazione pubblica deve riuscire a tradurre queste opportunità e disponibilità di risorse in scelte condivise.
Scrive Cesare Mocchi sugli scali e la proposta Targetti – Mi sembra che Ugo Targetti abbia lanciato una buona idea, quando propone di associare la ripresa della discussione in Consiglio sull’Accordo di Programma scali ferroviari con l’impegno alla revisione del PGT. Ma non basta revisionare il DdP (Documento di Piano, peraltro in scadenza e il cui rinnovo quindi previsto per legge), bisogna rivedere anche Piano delle Regole (PdR) e Piano dei Servizi (PdS), è lì che si annidano i veri problemi!
Scrive Bruno Ambrosi sui lavori pubblici, strade e M4 – Caro Beltrami Gadola, non posso che sottoscrivere ogni parola di quanto scritto. Aggiungo solo qualche commento sparso. Sono un attento lettore (e talora scrittore) delle lettere a Repubblica e Corriere della Sera: concordo sul fatto che i vari Assessori dal 2011 in qua si sono sempre contraddistinti per il loro assordante silenzio. Mentre ATM, MM e non ricordo chi, talora replicano alle lamentele, i vari Maran, Granelli, Rozza non hanno MAI risposto alle segnalazioni che li vedevano tirati in causa. Eppure, mi risulta che tutti abbiano un loro Ufficio Stampa che segnala prima, durante e dopo ogni loro iniziativa pubblica e ufficiale. Sanno scrivere, ma non leggere?
Avendo seguito dalla campagna per Pisapia in avanti molto della vita politica cittadina, continuo a credere che uno dei problemi principali sia legato all’esecuzione dei lavori stradali. Nessuno controlla alcunché: tempi, durata, modalità di esecuzione ecc. Perché se facciamo eseguire dei lavori in casa nostra, ci stiamo dietro e cerchiamo di farli finire il più rapidamente possibile e con la minore spesa? Perché non deve accadere lo stesso con la “cosa pubblica”? Ma lo sai che tutte le reti di recinzione dei “lavori in corso” sono noleggiati da una certa ditta? Ogni giorno in più che le reti stanno lì, il nostro Comune, cioè noi, paga il noleggio.
Sulla M4 e il suo percorso stupidamente mirato ad attraversare la cerchia dei Navigli, invece che passare lungo i viali D’Annunzio, Gian Galeazzo, Caldara ecc fino a piazza Risorgimento e poi andare a Linate, osservo una cosa. Pur avendo sempre abitato in zona Lanza, Moscova, non ricordo dei drammatici sconvolgimenti stradali lungo corso Garibaldi, via Dante, Cairoli ai tempi che furono. Ricordo male? Certo disagi ovviamente, ma ora siamo ben felici di come si vive con la Metro sotto casa.
Scrive Emanuele Tarsis su piazzetta Liberty – In realtà in Piazza Liberty si vuole realizzare un cinematografo all’aperto permanente togliendo la piazza alla fruibilità pubblica
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