5 ottobre 2016
JACQUES ATTALI
SCEGLI LA TUA VITA
Edizioni Ponte Alle Grazie, 2016
Pag. 192, euro 13,90
Nelle pagine di Attali la vicenda biografica si intreccia con una serie di meditazioni, approfondimenti sul futuro degli individui, delle famiglie, dei ceti sociali e degli Stati. Un esame nel profondo di alcuni temi ruvidi della nostra vita e del nostro tempo che giunge a conclusioni talvolta impietose: che basta dedicare pochi minuti di ogni giorno a valutare presente e prospettive per migliorare le condizioni e le prospettive degli uomini e degli aggregati umani.
Attali prende le mosse dall’allora incomprensibile decisione di suo padre nel 1954 di lasciare Algeri con tutta la famiglia e trasferirsi in Francia. Attali padre aveva messo in fila una serie di piccoli e grandi indizi che lo avevano convinto sulla ineluttabilità del processo di Indipendenza dell’Algeria e di sottrarre l’intera famiglia al dramma di un rimpatrio affannoso sotto l’incalzare degli eventi.
Ecco cosa si deve fare, dice Attali, si deve dedicare qualche minuto ogni giorno a prevedere cosa ci accade nel breve, nel medio e nel lungo periodo e lo si deve fere con continuità, sottoponendo i risultati del giorno prima a ciò che pensiamo stia emergendo. “Pochi accettano di impiegare i cinque minuti al giorno che sono necessari e sufficienti per fare il punto su se stessi, sul proprio ambiente, sulle conseguenze a lungo termine delle proprie decisioni quotidiane, sullo stato dei propri progetti e dei progetti che gli altri nutrono per loro.”
Quello proposto dal consigliere speciale di Mitterand è una sorta di metodo sin estetico che va applicato a se medesimi, alle persone che si amano, alla propria attività professionale, al proprio Paese, all’umanità intera.
Per condizionare gli avvenimenti della propria esistenza e di quella degli altri è necessario, secondo Attali, iniziare con un breve appunto sulla probabile giornata che verrà, stilando la lista, per così dire, degli amici e dei nemici con i quali si avrà a che fare, predisponendo e aggiornando ogni settimana l’agenda dei successivi 90 giorni.
Un esercizio di pazienza e determinazione che può incidere sul proprio matrimonio, sull’educazione dei figli, sul dipanarsi delle amicizie e, persino, delle vicende politiche nazionali ed europee.
Paolo Bonaccorsi
questa rubrica è a cura di Cristina Bellon