5 ottobre 2016

la posta dei lettori_05.10.2016


Scrive Enrico Biraghi a LBG sugli scali –  Oltre a essere sempre critici e strenui fautori del “NO”, perché non fate proposte precise? Non si può essere sempre contro a tutto a prescindere! Leggo sistematicamente il vostro giornale on line per cercare di capire il fronte dei “bastian contrari “ a tutti i costi. Democrazie significa confrontare idee e progetti, valutando professionalmente i pro e i contro, per attivare le migliori decisioni a lungo termine per la collettività. Innovare vuol dire creare posti di lavoro, ricchezza e pensare ad un mondo migliore per i nostri figli. Non sono dieci anni che si parla di scali ferroviari …. ho 75 anni e da piccolo sentivo mio padre “sognare” sul futuro di queste aree nel cuore della città. Basta con la cultura No Tav, No Expo e stiamo fermi per pensare cosa fare con gli scali ferroviari. Siate propositivi!! Si potrebbe anche aderire alle vostre proposte!

Replica il direttore – Gentile Enrico Biraghi, in genere i nostri articoli non sono mai di opposizione secca ma molto spesso suggeriamo approcci diversi ai problemi o la necessità di allargare la prospettiva. Nel mio ultimo pezzo non dico che non si debba fare nulla sugli scali, dico solo che le Ferrovie non hanno alcun diritto di pretendere concambi, perché la risorsa di quelle superfici è troppo preziosa per Milano. Nell’utilizzarla poi è necessario avere ben presente quali siano “oggi” le potenzialità da sfruttare.

Scrive Marta Bernstein sulle milanesi al lavoro – Ho letto con interesse l’articolo di Lorenza Zanuso sull’occupazione femminile a Milano. Arrivata alla conclusione però sono quasi cascata dalla sedia:«Ma se siamo un po’ meno ingegnere o tecniche informatiche e più spesso scienziate della vita e curatrici di musei dobbiamo sul serio farcene un problema?» Certo che sì, ovviamente. È un problema ed è un peccato che un’analisi così dettagliata caschi proprio su un finale così.

Replica Lorenza Zanuso –  Cara Bernstein, spero anch’io che ci saranno molte, nuove e brave ingegnere, e scommetto che porteranno alla disciplina nuove domande e progetti. Il punto è che il valore di quel che siamo e facciamo non credo vada cercato prioritariamente nella rincorsa di quel che sono e fanno gli uomini.  Gli studiosi della segregazione occupazionale discutono da tempo di come spostare l’accento dal cosiddetto gap tra maschi e femmine a una valutazione  sul valore comparato (comparable worth) dei lavori maschili e femminili,  il che è tutt’altro che ovvio. Per non parlare dell’altro lavoro che ci impegna quotidianamente: io ho seguito per 16 anni la malattìa di mia madre, il che non compare in nessuna statistica, ma credo sia stato un lavoro di grande valore e non lo rimpiango affatto. In sintesi, il gioco della divisione del lavoro tra i sessi, e le valutazioni che ne conseguono in ogni contesto dato sono più  complicate, aperte e conflittuali – e soprattutto più di lungo periodo – di quel che immaginano i paladini della parità, intesa  come implacabile monitoraggio della “uguaglianza statistica” delle donne agli uomini, tanto più se limitato al solo lavoro per il mercato.  Proviamo allora, noi milanesi, a ripartire da qui, e a dire la nostra non solo sui punti percentuali che ci dividono dalle posizioni maschili, ma sull’insieme del lavoro necessario per vivere in questa città, sul lavoro che ci piace e quello che ci pesa, sulle disuguaglianze che crescono tra noi, sul futuro del lavoro che vorremmo per le nostre figlie: oggi abbiamo la esperienza e la posizione  per farlo con una certa autorevolezza, e non solo come chi lamenta un eterno svantaggio. Insomma alziamo la posta in gioco!

Scrive Eduardo Szego sulla Darsena – Ho veramente goduto nel leggere l’articolo di Jacopo Gardella sulla occasione mancata nella ristrutturazione della Darsena, perché vi ho trovato tutte le osservazioni, negative, che mi ero fatto anch’io ma che, non essendo un “addetto ai lavori” (leggasi architetto, urbanista, ecc), tenevo per me, per tema di sbagliarmi. Adesso che quelle osservazioni sono finalmente state sdoganate da Jacopo Gardella, uno più che “addetto ai lavori”, noi che non abbiamo vincoli di sorta, possiamo dare la stura a commenti che nel solco della Darsena vanno oltre la Darsena stessa.

L’insieme delle corbellerie messe in atto alla Darsena, che offendono l’occhio e il buon senso, sono lo specchio della degenerata professionalità, una volta vanto di questa città; oggi nell’urbanistica pubblica, viabilità, gestione delle licenze, impera sovrano il “geometro” del Comune, intendendo con questo una mentalità, la non elevata cultura professionale, la quasi assente cultura generale, il pressapochismo, la superficialità. Allocare un mercato di frutta e verdure, ed altri squallidi spacci di pizzette da asporto e simili, non solo deturpa e spezza la vista del bacino che poteva correre da una porta all’altra, ma denuncia una mentalità e una cultura che non riesce a liberarsi di queste usanze popolari ormai desuete in una grande e moderna città; sfido a trovare mercatini di frutta e verdura nel centro di Ginevra o Londra. Si possono capire nei paesi e villaggi geograficamente emarginati, privi di supermercati, ma nel centro di Milano, a pochi passi da Centri commerciali e Supermercati.

E per finire, un accenno agli interventi sulle strade cittadine, dagli incomprensibili ampliamenti dei marciapiedi agli angoli delle strade traverse tali da mettere continuamente a rischio di scontro le auto che si immettono con quelle che escono da una via trasversale, fino alla quasi scomparsa totale delle strisce bianche di parcheggio libero, a favore delle blu a pagamento. Non credo che si scoraggi l’uso dell’auto in città facendo pagare parcheggi e multe, ci vogliono ben altri e coraggiosi interventi strutturali che certamente non possono essere concepiti dal “geometro” e dal genio che ha progettato la ristrutturazione della Darsena.

 

 



Condividi

Iscriviti alla newsletter!

Per ricevere in anteprima sulla tua e-mail gli articoli di ArcipelagoMilano





Confermo di aver letto la Privacy Policy e acconsento al trattamento dei miei dati personali



Sullo stesso tema


13 novembre 2018

la posta dei lettori_14.11.2018

AA. VV.



6 novembre 2018

la posta dei lettori_07.11.2018

AA. VV.



10 luglio 2018

la posta dei lettori_11.07.2018

AA. VV.



3 luglio 2018

la posta dei lettori_03.07.2018

AA. VV.



26 giugno 2018

la posta dei lettori_27.06.2018

AA. VV.



19 giugno 2018

posta dei lettori_19.06.2018

AA. VV.


Ultimi commenti