28 settembre 2016

GIOVANI STUDENTI STRANIERI. MILANO PUÒ FARE DI PIÙ

Manca il multiculturalismo nei servizi di accoglienza


Vi sono dati in aumento in tutti gli atenei milanesi: gli studenti stranieri sono sempre di più e saranno in numero sempre maggiore in tutte le università milanesi, sia in quelle grandi sia in quelle più piccole. Alla Statale, che da anni ha aperto un corso di Medicina in lingua inglese, gli iscritti di altre nazionalità alla prova d’ingresso sono molti, oltre 400 su un totale di 1.076, ben il 40% del totale.

Ma anche negli altri corsi i numeri sono in salita: oltre 3.500 lo scorso anno, contro i 2.600 nel 2011-2012, una crescita davvero esponenziale. Anche al Politecnico, il prossimo anno accademico accederanno ai corsi di laurea magistrale 4.142 studenti stranieri, per le triennali saranno 1.137: numeri davvero 10livigni31fbimportanti, soprattutto con riferimento alle facoltà scientifiche che solitamente non erano molto frequentate da stranieri. Alla Cattolica vi sono numeri molto significativi: gli studenti stranieri sono passati da 1.730 a 2.000 in soli due anni e sono raddoppiati nei corsi in inglese, ben organizzati dall’ateneo con docenti madrelingua e un approccio mirato per le singole facoltà.

La Cattolica, tra l’altro, ha organizzato da diversi anni delle Summer School in cui gli studenti italiani frequentano, nel periodo estivo, atenei stranieri, così imparando la lingua locale e soprattutto estendendo le proprie conoscenze a studenti del luogo che, in alcuni casi, si convincono a venire a studiare in Italia.

La maggioranza degli studenti provengono da Gran Bretagna, Francia, Germania e Grecia, ma sono molti –e, soprattutto, in crescita- quelli che arrivano da nazioni di altri continenti, tra cui Stati Uniti, India, Cina e, recentemente, anche Australia, Nuova Zelanda, Sud Est Asiatico e Giappone.Insomma, tutti gli atenei di Milano si sono ben dotati di strutture di accoglienza per gli studenti stranieri, organizzando corsi di laurea in inglese, uffici dedicati all’accoglienza degli universitari stranieri, programmi di scambio o doppia laurea e percorsi di accoglienza dei ragazzi con aiuti linguistici e pratici.

Inoltre, Milano ha indubbiamente beneficiato dell’appeal internazionale offerto da Expo 2015, con nuovi spazi ricreativi per i giovani, un notevole impulso alla vita culturale e del tempo libero, un indubbio ammodernamento architettonico e strutturale della città, un miglioramento dei servizi e di percezione della sicurezza. Milano, anche in continenti lontani, è stata conosciuta e apprezzata e gli studenti che se lo possono permettere da un punto di vista economico sono indubbiamente invogliati a venire a studiare, anche in considerazione della buona fama di cui hanno sempre goduto soprattutto alcune nostre facoltà universitarie.

Ci sono, tuttavia, ancora dei passi avanti da fare e punti su cui lavorare.

Parallelamente ai citati miglioramenti dell’organizzazione universitaria in favore degli studenti stranieri, non c’è ancora, a Milano, un eguale multiculturalismo nella gestione degli alloggi, nei servizi pubblici e nella vita sociale.

Spesso, anche in realtà istituzionali, c’è difficoltà a trovare personale che parli inglese, lingua tradizionalmente transnazionale e le complessità burocratiche che incontrano gli studenti sono ancora notevoli. Molti degli studenti stranieri, soprattutto quelli che provengono da Paesi con una situazione economica più difficile, lamentano il caro vita in città.

Anche in questo caso gli atenei cercano di venire incontro ai ragazzi con residenze ad affitto agevolato, borse di studio e incentivi, ma non bastano per tutti e alcuni si trovano a dover rinunciare al proprio obbiettivo.

Insomma, questo notevole afflusso di studenti che vengono da varie parti del mondo deve spingere i nostri Atenei, ma soprattutto le nostre istituzioni a migliorare la vita di questi giovani ospiti, rendendo loro più semplice la vita a Milano, così favorendo l’impegno nello studio e nella ricerca di lavoro e agevolando, magari, in futuro, un radicamento stabile nella nostra città. Milano ha, indubbiamente, molto bisogno di nuove energie che provengano, anche, da nazioni lontane.

 

Ilaria Li Vigni



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