21 settembre 2016

arte – DIALOGHI DI FILO, ULTIMI GIORNI


NUOVI TESSUTI TRA CULTURA ANTICHI SAPERI E TECNOLOGIA

Una scultura e un abito, un dipinto e un tessuto: è un dialogo serrato tra antico e nuovo, tra tessuti diversi che si alternano da cui lo sguardo del visitatore viene catturato. È proprio Dialoghi di filo, infatti, il titolo della nuova esposizione appena inaugurata a Palazzo Morando e aperta al pubblico fino al 25 settembre, e che ha come obiettivo quello di accompagnare il visitatore alla scoperta delle componenti che costituiscono il successo del prodotto italiano in campo tessile e creativo: dalla tecnica manuale alle applicazioni industriali, passando per la ricerca filologica, uniti alla creazione artistica che dialoga con l’alta formazione e con le migliori aziende italiane.

arte30fbIl percorso espositivo vede i lavori tessili realizzati dagli studenti dell’Accademia di Belle Arti di Brera, durante l’insegnamento di Cultura Tessile tenuto da Livia Crispolti della Scuola di Fashion Design, ricostruzioni di abiti storici progettati e realizzati da Maria Antonietta Tovini e opere site specific di Elisabetta Catamo; tre ambiti operativi che in modo diverso utilizzano il materiale messo a disposizione da tre aziende oggi protagoniste nel settore tessile – Alcantara®, Dedar e Dreamlux – sostenitrici a vario titolo del progetto espositivo.

Il percorso è arricchito dalla presenza di abiti in ricostruzione storica realizzati da giovani costumisti nell’ambito dei progetti laboratoriali al termine del percorso accademico, Gisella Cappelli, Giulia Mio, Luca Morando, Jiwoo Park e Edoardo Russo. A curare il percorso espositivo è Luca Ghirardosi, docente del corso “Allestimento degli spazi espositivi” presso l’Accademia Belle Arti di Brera.

Proprio dalla metodologia didattica di progettazione e realizzazione dei tessuti si è sviluppata l’idea curatoriale che vuole proporre un esempio concreto di modalità operativa nel campo del tessile, valorizzando le proficue connessioni esistenti tra il settore dell’alta formazione, la realtà produttiva italiana e il mondo della creazione artistica.

Incredibili e sorprendenti per capacità artigianale gli abiti realizzati da Maria Antonietta Tovini: tra tutti il Mantello di Luce, ispirato a un soprabito di Mario Fortuny, e realizzato a telaio inserendo della fibra ottica e successivamente cablato e collegato a un Led. Una sorta di mantello magico dotato di luce propria. Per visitare per la prima volta il Palazzo, o per ritornarci guardandolo “sotto una nuova luce”, quella di Dialoghi di filo è l’occasione giusta!

Dialoghi di Filo fino al 25 settembre Palazzo Morando via Sant’Andrea 6, Milano – primo piano, Sale museali martedì – domenica, ore 9:00-13:00 e 14:00-17:30 5 € intero – 3 € ridotto Ingresso libero alla Mostra e al Museo: tutti i martedì dalle ore 14; ogni giorno (mart. – dom.) dalle ore 16.30.

 

 

SLOVENSKA NEW GENERATION

VÚB Banka è la banca del Gruppo Intesa Sanpaolo in Repubblica Slovacca, che – così come la Capogruppo italiana – agisce nel proprio Paese non solo nel mondo dell’economia e della finanza, ma anche sul fronte dell’arte e della cultura attraverso i progetti realizzati dalla Fondazione VÚB. La mostra, curata da Nina Gažovičová, è realizzata con il contributo dell’Ambasciata Slovacca in Italia e dell’Istituto Slovacco di Roma. La mostra “Slovenská. New Generation – Mal’ba 2006-2015“ conferma l’impegno delle Gallerie d’Italia di spostare lo sguardo verso nuovi orizzonti europei, di investire sull’immaginazione e sulle capacità delle giovani generazioni, e di dare spazio all’arte del nostro tempo.

Fino al 23 ottobre, nelle sale delle Gallerie d’Italia in Piazza Scala sono esposte le opere della Fondazione VÚB, acquisite tramite il premio Mal’ba. Da ormai dieci anni, questo concorso garantisce visibilità all’arte contemporanea creata in Slovacchia e dà spazio al talento di giovani pittori emergenti. Il premio Mal’ba è un concorso che ha come protagonisti gli artisti under 35 presenti sulla scena nazionale, negli anni è diventato una prestigiosa vetrina per brillanti e giovani pittori, spazio di libera espressione della creatività, di valorizzazione di talenti, e canale di promozione per gli artisti emergenti.

Le opere vincitrici in esposizione alle Gallerie di Milano documentano l’attività, le tendenze e i cambiamenti generazionali che si sono verificati nella pittura slovacca dell’ultimo decennio. Dopo un’iniziale predominanza dell’arte prodotta a Bratislava dai pittori dell’atelier di Ivan Csudai, oggi la situazione è molto cambiata: la graduale affermazione delle scuole d’arte al di fuori della capitale, il cambio generazionale e le nuove regole del concorso hanno ampliato le possibilità, sia formali che tematiche, delle composizioni in gara. Per una pausa pranzo diversa dal solito, o una sosta dalla quotidianità la piccola mostra merita la visita!

Slovenská. New Generation – Mal’ba 2006-2015 fino al 23 ottobre alle Gallerie di Italia piazza della Scala, Milano Biglietto Intero: 5€ (valido per la mostra temporanea e visita alle collezioni permanenti) Ridotto: 3€ Gratuito fino a 18 anni, per le scuole e i clienti del Gruppo Intesa Sanpaolo. Orari Da martedì a domenica dalle ore 9:30 alle ore 19:30 (ultimo ingresso ore 18:30). Giovedì dalle ore 9:30 alle ore 22:30 (ultimo ingresso ore 21:30). Lunedì chiuso.

 

 

ISGRÒ FA TRIPLETTA A MILANO

Tre sedi, oltre 200 opere per un unico grande artista: Emilio Isgrò. È al famoso artista siciliano, padre della poesia visuale, che é dedicata la mostra che Palazzo Reale ospita fino al 25 settembre; un tributo che si arricchisce di due sedi aggiuntive: le Gallerie d’Italia, dove è esposta l’anteprima del ritratto di Alessandro Manzoni dipinto da Hayez e cancellato in bianco e alla Casa del Manzoni con “I promessi sposi cancellati per venticinque lettori e dieci appestati”.

Il lavoro dell’artista non è cancellazione o negazione di concetti e testi, bensì valorizzazione ed esaltazione degli stessi. Parole, mappe, spartiti, giornali: tutto può essere “vittima” della cancellazione di Isgrò. Pensare l’atto artistico di Isgrò come una mera azione distruttiva sarebbe sbagliato: dalla giustapposizione tra cancellatura e parola in chiaro quest’ultima acquisisce forza e potenza.  L’artista siciliano è noto per aver fondato un nuovo linguaggio di grande originalità e trasparenza, intervenendo, da oltre cinquanta anni, sul testo in tutte le sue forme con le sue celebri cancellature.

Seconda tappa del percorso sono le Gallerie d’Italia, dove si può godere dell’anteprima del celebre ritratto di Alessandro Manzoni, realizzato da Hayez, cancellato in bianco da Isgrò. L’Occhio di Alessandro Manzoni trova collocazione nel caveau delle Gallerie, utilizzato per la prima volta come spazio espositivo. Isgrò riconosce nella figura del grande scrittore milanese il simbolo di un’unità nazionale che, sempre agli occhi dell’artista, oggi più che mai sembra necessaria nell’Italia che cambia con l’Europa e con il mondo.

Sempre legata alla figura del Manzoni è l’opera ospitata nella casa che fu dell’autore, adiacente alle Gallerie d’Italia: si tratta de “I promessi sposi cancellati per venticinque lettori e dieci appestati”. La conclusione della mostra a Casa del Manzoni non è un caso: l’artista ritorna sull’opera I promessi sposi dopo cinquanta anni dal suo ultimo intervento cancellando venticinque volumi, lo stesso numero di lettori che l’autoironico figlio di Giulia Beccaria prevedeva per se stesso.

La mostra, curata da Marco Bazzini, prevede l’esposizione di una selezione di opere che rappresenta uno degli aspetti più significativi, ma ancora poco conosciuti, della sua complessa produzione. I diversi lavori in mostra svelano al pubblico i passaggi e le evoluzioni che la cancellatura ha avuto nel tempo; senza un percorso cronologico ma per frammenti tematici, che accompagna il visitatore in un processo di continuo stordimento e sorpresa. Una volta che ci si abitua agli insetti e alle parole ci sono le linee e le figure geometriche, poi i pianoforti e le note musicali, e ancora i colori, i neon e così in avanti. L’allestimento non vuole offrire un percorso didattico, ma un’occasione per sperimentare un uso ben differente della parola e dell’arte.

Emilio Isgrò fino al 25 settembre Palazzo Reale / Gallerie d’Italia / Casa del Manzoni ingresso gratuito

 

CURIOSITÀ E GRANDE GENIO, ESCHER A PALAZZO REALE

La nuova mostra ospitata da Palazzo Reale è una vera e propria immersione nel mondo surreale di Escher, che ripercorre la vita e le visioni del grande Maurits Cornelis Escher (1898-1972), incisore, intellettuale e matematico che ha colonizzato l’immaginario collettivo con le sue opere visionarie. Ispirato e influenzato dall’arte a lui contemporanea e a quella del passato, Escher declina ricerca geometrica e rigore nella visionarietà estetica più pura. Artista poliedrico e contemporaneo ante litteram, non trova solo nel mondo dei numeri, della geometria e della matematica l’unica chiave di lettura per comprendere l’universo bensì attinge a piene mani ai vari linguaggi fondendoli in un nuovo e intrigante percorso che costituisce un originale unicum nel panorama della storia dell’arte di tutti i tempi.

200 opere per sei sezioni ripercorrono l’evoluzione artistica di Escher avvalendosi di supporti ludico didattici che consentono una visita fortemente interattiva. Oltre alla tradizionale audioguida e ai pannelli informativi di ciascuna stanza, si trovano infatti lungo l’intero percorso di mostra anche tavole con “esercizi visivi” che spiegano le illusioni ottiche usate dall’artista e veri e propri ambienti per vivere per qualche attimo (o fotografarsi) dentro l’opera. Le sei sezioni della mostra si sviluppano in percorso che ha origine con i primi esercizi che guardano all’Art Nouveau e si sviluppano attorno a L’Alhambra e Cordova (la cui visita risale al 1936 e fu essenziale nella sua evoluzione artistica).

Da sempre affascinato dalle superfici riflettenti, il primo autoritratto di Escher su specchi curvi è del 1921 e da allora non ha mai smesso di essere affascinato dal tema. La quarta sezione prende il nome dall’opera Metamorfosi, uno dei capolavori assoluti nella produzione di Escher mostra un turbinio di trasformazioni basate su diversi tipi di tassellature e assonanze logiche e formali che si concludono con la veduta di Atrani, paesino della scogliera amalfitana. E poi ancora: la matematica e la geometria, che con l’arte di Escher trovano un continuo e vicendevole interesse. A concludere la mostra: la quotidianità del lavoro dell’artista, tra ex-libris e biglietti da visita, e gli omaggi artistici, cinematografici e ironici che negli anni sono stati fatti.

Possiamo scommettere che in molti la classificheranno come una mostra “blockbuster” da centinaia di visitatori, ma se questo consentirà di offrire un’occasione di intrattenimento culturale che parla alle grandi masse sia benvenuta. A maggior ragione se poi verranno realizzate bigliettazioni congiunte o offerte con mostre di artisti meno di richiamo ma di altrettanto valore.

Escher fino al 22.01.2017 Palazzo Reale piazza del Duomo Milano orari lun 14.30 – 19.30 mar, merc, ven, dom 9.30 – 19.30 giov sab 9.30 – 22.30 biglietti 6 /10 / 12 euro

 

 I MARINONI, DALLE VALLI AL MUSEO

Quella dei Marinoni è una dinastia di pittori originaria di Desenzano al Serio e attiva per cinque generazioni che domina la produzione artistica della provincia bergamasca, inondandola di polittici, affreschi e pale d’altare. Il successo della pittura dei Marinoni stupisce se lo si misura con le esperienze contemporanee di punta come Milano o Venezia, ma trova spiegazione nel profondo radicamento di questa bottega nel proprio territorio: gli sforzi economici della committenza non sono compensati dall’originalità creativa, bensì dalla qualità dei materiali impiegati, dall’affidabilità della perizia artigiana e dalla facilità di lettura del soggetto dipinto.

Il Museo Bagatti Valsecchi celebra la famiglia di pittori bergamaschi e il ritorno del Polittico di San Giovanni Battista dopo un anno di assenza, producendo una piccola mostra curata da Chiara Paratico, che fa il punto su quest’opera, tanto intensa quanto portatrice di misteri. Realizzato nel 1493 da Giovanni Marinoni con i figli Bernardino e Antonio, il Polittico è l’unico dipinto giunto fino a noi firmato e datato dalla bottega Marinoni. Allestito in mostra fino al 2 ottobre, e poi ricollocato nella sua originaria posizione sullo scalone di via S. Spirito, il Polittico è allestito insieme a uno schermo touch con un video che consente di contestualizzare e conoscere l’ampia attività dei Marinoni nel territorio di Bergamo. Per scoprire questa enorme produzione artistica una piantina dettagliata della Val Seriana, Val Brembana e Bassa Bergamasca viene data in omaggio ai visitatori del Museo, per consentire la mappatura di tutte le opere presenti sul territorio.

Chiara Paratico, curatrice della mostra, parlandone dice “Di fronte ai più illustri modelli (Foppa, Bramante, Mantegna), nessuna pretesa di originalità e anzi l’emulazione delle medesime soluzioni iconografiche, spesso senza comprenderne a fondo la portata. Nel lento rinnovamento delle tipologie della tradizione i Marinoni rappresentano un’eloquente testimonianza di un approccio alla pittura come “mestiere” e all’opera d’arte come “materia” preziosa, opera corale di più artigiani, mastri dell’“arte del fare”, lontani dalla più moderna concezione del “fare arte”.

La piccola stanza al piano nobile, realizzata grande al generoso contributo dello studio Lissoni Associati, che ha visto ospitati i quattro tesori del Rinascimento in occasione di Expo, e i particolari e gli sguardi di Giampiero Bodino adesso fa da casa a una piccola mostra di approfondimento su questi pittori poco conosciuti. Di certo non è la grande mostra di richiamo ma grazie a mappa e schermo è una bella occasione per scoprire qualcosa di nuovo in città, e nel territorio lombardo.

Un affare di famiglia. I Marinoni e il Polittico di San Giovanni Battista fino al 2 ottobre 2016

Museo Bagatti Valsecchi, Milano biglietto € 9,00 / 6,00 / 2,00

 

 

questa rubrica è a cura di Benedetta Marchesi

rubriche@arcipelagomilano.org

 


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