14 settembre 2016

M4 E LA RELAZIONE DELL’AUTORITÀ NAZIONALE ANTI CORRUZIONE

Una vicenda esemplare a futura (prossima) memoria


Non bastava il tormentone di un progetto molto impattante sotto l’aspetto ambientale e della viabilità, ora ANAC segnala anche ipotesi di mancato rispetto alle normative nello svolgimento delle procedure. Venerdì 29 luglio, nel corso della Commissione Mobilità, è stato convocato in audizione l’assessore Granelli per relazionare i consiglieri in merito alla delibera n.757/2016 dell’ANAC (Autorità Nazionale Anti Corruzione).

04chiaromonti29fbIl testo inizia richiamando una precedente delibera, la n. 105 del 20 dicembre 2012 la quale, esaminata le relazione ispettiva del 13 dicembre 2012, riportava un giudizio favorevole sull’operato del Comune. Nel febbraio 2014 veniva avviato un monitoraggio del procedimento di realizzazione della M4 ottenendo dal Responsabile della Procedura (RdP) tre note di chiarimento a marzo, novembre e febbraio 2015, evidente prova di una intensa e puntuale attività di monitoraggio da parte di ANAC e di fattiva interazione da parte del Comune.

Ma con riferimento alle comunicazioni del 2014 e alle delibere di Giunta di quel mese, n. 1893 e n. 2418, ANAC segnala che iniziano i problemi per M4, oggi riassumibili nei seguenti punti:
* le modifiche introdotte al contratto (e al PEF – Piano Economico Finanziario) per la sospensione dei lavori nella cerchia dei Bastioni non appaiono giustificabili
* la direzione dei lavori affidata a MM SpA pone in essere un conflitto d’interesse, inoltre tale nomina è stata effettuata in violazione dei principi di libera concorrenza
* le attività di MM SpA e AMAT sono ridondanti con conseguente aggravio di costi
* il mandato gestorio conferito dalla Concessionaria (SPV Linea M4 SpA) al Socio privato (Consorzio SPM4) non appare compatibile con il partenariato pubblico – privato istituzionalizzato di conseguenza risultano violati i principi di trasparenza e parità di condizioni dei concorrenti.

Il punto più allarmante per i cittadini residenti in prossimità di uno dei 51 cantieri aperti lungo il tracciato della linea M4, è il conflitto d’interessi rilavato da ANAC nei confronti di MM che, in veste di direttore dei lavori, sembrerebbe ricalcare la goldoniana figura di Arlecchino servitore di due padroni: la stazione appaltante cioè il Comune e il Socio privato, ovvero il consorzio di imprese costruttrici.

Nel nostro caso non si tratta una commedia dell’arte ma di un fatto le cui conseguenze potrebbero essere doppiamente nefaste per i milanesi nel caso in cui si rendesse necessario fare un bando per la ricerca di un nuovo direttore dei lavori: la sospensione dei lavori nei cantieri e il conseguente ritardo rispetto alla data di consegna dell’opera, aprile 2022, con i maggiori oneri finanziari a carico di M4 che ricordiamo è partecipata al 66% dal Comune e perciò eventuali extra costi sarebbero in buona parte ancora a carico delle casse comunali, ovvero del solito Pantalone.

Una riflessione a margine: se è vero che MM SpA ha un potenziale conflitto di interessi è anche vero che si tratta di una società di riconosciute competenze tecniche e dotata di un elevato modello di governance qualità difficili da riscontrare congiunte sul mercato. Non dimentichiamo, al contrario, che le direzioni lavori anche quelle attribuite da molti enti pubblici, ministeri compresi, nel 2015 hanno dato il via alla maxi inchiesta dei Ros denominata “Sistema” ampiamente riportata su tutta la stampa dell’epoca.

Ma tornando al caso in questione pendiamo atto che anche di fronte a un procedimento innovativo del diritto amministrativo (“partenariato pubblico privato istituzionalizzato”) pensato proprio per evitare le situazioni irregolari e conflittuali e tangentizie che da sempre affliggono le grandi opere, dopo quattro anni il procedimento è oggetto di pesanti rilievi da parte di ANAC che ha già inoltrato copia della delibera alla Procura e alla Corte dei Conti prima della scadenza dei 30 giorni concessi al Comune per fornire spiegazioni.

Il 9 settembre, nel corso della Commissione Mobilità, l’assessore Granelli ha dato lettura della risposta inoltrata dal Comune all’ANAC in data 11 agosto. Da questo documento si evince la volontà da parte dell’Amministrazione comunale di difendere gran parte delle decisioni prese in passato ed oggetto di rilievo da parte di ANAC. Come milanese, mi sento confortato in quanto si presuppone che tutte le scelte fatte siano state adeguatamente ragionate e perciò ora difendibili.

Ma quali lezioni trarre da questo inciampo sul faticoso cammino del rispetto delle regole da parte di una pubblica amministrazione di fronte alla realizzazione di una grande opera? La prima, a mio avviso, è stata la mancata concertazione tra i soggetti decisori: Giunta, Commissario straordinario Expo, Consiglio comunale. Quest’ultimo in particolare ritiene di essere stato escluso dal processo decisionale.

La seconda è l’oggettiva difficoltà per una qualsiasi Amministrazione comunale di gestire una procedura complessa e soggetta a continue modifiche e variazioni richieste da un Socio privato dotato di un rilevante potere negoziale nei confronti della Stazione appaltante.

Fatte queste considerazioni non si potrebbe pensare di mutuare quanto già avviene in sede giudiziaria per le Corti di Assise e di Appello dove a fianco del giudice togato è prevista la figura del giudice popolare estratta a sorte da elenchi precostituiti di cittadini? O ancora riprendere un altro esempio di collaborazione che sta nascendo tra magistratura e cittadini, la nomina degli Amministratori di sostegno. Sempre più spesso infatti in caso di mancanza di parenti, i giudici tutelari affidano le persone fragili  non solo a professionisti, in genere avvocati, ma anche a cittadini volontari opportunamente selezionati ?

Nel nostro caso ogni procedura, pur complessa che sia, potrebbe avere durante il suo iter alcuni punti di verifica periodica della conformità rispetto alle norme richiamate, rese comprensibili anche a un gruppo di selezionati cittadini i quali, affiancati da un esperto di diritto amministrativo, ne potrebbero verificare la conformità segnalando poi tempestivamente eventuali criticità.

I vantaggi sarebbero una più immediata azione da parte dell’ANAC, mentre oggi solo dopo 4 anni (2012 – 2016) i cittadini vengono a sapere dei problemi esistenti, e una maggiore imparzialità di valutazione fornita da un gruppo di cittadini estranei al processo e magari estratti a sorte.

In conclusione i milanesi, più volte indicati come esempio di società civile attiva nel terzo settore e nel volontariato, potrebbero farsi promotori di un nuovo progetto svolgendo un ruolo cerniera e di osservatori imparziali tra l’Amministrazione e l’Autorità di controllo.

Paolo Chiaramonti


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