19 luglio 2016

GRANDE PARCO FORLANINI: UNA SFIDA PER IL GOVERNO METROPOLITANO DELLA CITTÀ

Parte un progetto già finanziato, un percorso condiviso


Negli ultimi quattro anni, senza clamore ma con grande determinazione, è stata avviata la realizzazione del Grande Parco Forlanini, un grande parco unitario tra piazza Tricolore e l’Idroscalo. L’importanza del progetto, che ha la concretezza delle opere in cantiere, e dell’idea che lo sostiene, che intende guardare lontano nel tempo e oltre i confini, risiede nel fatto che si tratta di qualcosa di molto differente dall’attuazione di una semplice area verde pubblica, per quanto estesa (oltre 300 ettari di spazi aperti), la cui realizzazione prevista dal dopoguerra si è interrotta dopo le prime realizzazioni degli anni Settanta. La realizzazione del Grande Forlanini si basa sul riconoscimento e sull’utilizzo delle risorse e delle attività esistenti, un parco che si realizza con ciò che già c’è, aggiungendo limitati investimenti in modo mirato e selettivo, dando visibilità, cura e presidio a un paesaggio esistente oggi sconosciuto. Oltre la retorica del fare e senza bisogno di immagini generiche e ammiccanti, il progetto propone di fare bene e con poche cose importanti, attraverso un lavoro minuto e quotidiano.

Panoramica forlaniniIl Grande Parco Forlanini è infatti un progetto che si confronta con le dimensioni e i temi della condizione locale e nello stesso tempo del governo metropolitano e che si distingue per diversi aspetti: per il metodo collaborativo, che unisce azioni tattiche a visione strategica e ha visto affiancati settori dell’amministrazione comunale e regionale, cittadini, associazioni e aziende; per le risorse che ha mobilitato e intende mobilitare a fronte di investimenti relativamente contenuti; per la natura politica, oltre che tecnica, espressa dalla volontà di oltrepassare i confini tra competenze e amministrazioni, in una prospettiva quanto mai necessaria di azione per progetti integrati e concreti, di qualificazione della città nelle parti meno visibili, nelle periferie interne, cercando di migliorare la qualità della vita dei cittadini; per la capacità di confrontarsi con orizzonti di tempo lungo, quello dei fiumi e delle acque, delle valli dimenticate che attraversano la città, e contemporaneamente con la scala minuta del quotidiano, del tempo libero, della produzione di beni e servizi, della cura dei luoghi.

L’idea del Grande Parco Forlanini non è nuova. Si riconosce nei primi piani di ampliamento per Milano moderna e si precisa nel dopoguerra: è rappresentata da un cuneo di spazi aperti che unisce il centro della città con l’aeroporto di Linate e con l’Idroscalo, il cosiddetto “mare” di Milano, immaginato come bacino per gli idrovolanti ma subito divenuto centro di attività sportive sull’acqua e poi parco. Dopo molti anni e diversi progetti, nei primi anni Settanta viene realizzato il primo lotto del parco lontano dai quartieri della città, oltre la tangenziale e il fiume, e poco dopo il centro sportivo Saini; bisognerà attendere oltre trent’anni anni prima che l’amministrazione milanese, nel 2002, rilanci l’idea del parco unitario, sino al confine comunale, attraverso un concorso di progettazione vinto da un gruppo di progettisti guidato dal portoghese Gonçalo Byrne. Dieci anni dopo, all’insediarsi dell’amministrazione Pisapia, di quel progetto si sono depositati pochi segni e alcuni curiosi vincoli. L’eccessivo costo previsto e la procedura per grandi lotti unitari hanno impedito l’attuazione dell’opera.

Nel frattempo l’area è entrata a far parte del Parco Agricolo Sud Milano e, nonostante le stringenti normative, lo spazio è stato occupato per quasi un terzo da svariate funzioni e recinti: un grande parcheggio su aree del Pio Albergo Trivulzio, spazi espositivi con parcheggi, due canili municipali, diversi centri sportivi, un campo prova per il golf su un’area pubblica di oltre 10 ettari circondata da magnifici filari di pioppi cipressini. Nulla di ciò che è stato costruito ha però contribuito a formare il parco come grande paesaggio unitario: la somma delle parti non ha prodotto che frammentazione.

Di fronte ai disastri prodotti da questa frammentazione, dopo una prima espressione di dissenso nei confronti dell’amministrazione, un gruppo di cittadini che si sono costituiti nell’Associazione Grande Parco Forlanini ha deciso di farsi parte attiva, promuovendo un’idea e un progetto e coinvolgendo nel tempo molti soggetti come il Comune, la Regione attraverso l’ERSAF, il Politecnico di Milano, il Parco Media Valle del Lambro, Legambiente Lombardia. Insieme e nell’ambito di un più esteso studio sulla rete ecologica del Lambro milanese hanno promosso un progetto diverso. Prima attraverso azioni di tutela di singole aree, poi attraverso un masterplan unitario che costruisce una visione flessibile e adattabile, poi attraverso un tavolo tecnico con l’amministrazione e il Settore parchi e giardini del Comune di Milano, che ha intrapreso le prime opere di realizzazione.

Il progetto mira a ricomporre i frammenti del parco in una figura d’insieme, attraverso interventi a basso costo e l’integrazione di infrastrutture come la costruzione della linea M4 con i suoi cantieri o la centrale per il teleriscaldamento Canavese, i servizi sportivi, gli interventi auspicabili di gestione del rischio del fiume Lambro. L’amministrazione comunale, dopo un primo periodo di incertezza, ha accolto e sviluppato l’idea, inserendo il Grande Parco Forlanini tra le priorità strategiche dell’Assessorato al verde pubblico, sport e qualità della vita e promuovendo un tavolo partecipato, guidato dall’assessorato. La prima parte del progetto è stata già finanzi e le prime opere, nell’ambito compreso tra la tangenziale Est e la ferrovia, sono oggi in via di conclusione.
Si tratta di una collaborazione virtuosa tra cittadini e diversi assessorati e settori dell’amministrazione, delle zone di decentramento, oggi Municipalità, 3 e 4 intorno a un progetto concreto che auspichiamo prosegua fino alla realizzazione di quello che diventerà un parco territoriale di grande estensione, da piazza del Tricolore all’Idroscalo, capace di valorizzare tutte le attività esistenti nel suo ambito per farne un sistema interconnesso e dialogante. Il progetto propone un modello partecipativo nuovo, che rinuncia ai tavoli fine a se stessi o preliminari di regole o accordi, o peggio, di ascolto (e poi vi faremo sapere). Sul luogo, a partire dai problemi ma anche dalle soluzioni che spesso nei problemi sono inscritte, intorno al progetto discutono e collaborano agricoltori tradizionali, sperimentatori, associazioni sportive, gruppi di cittadini, interessi economici e grandi attori dei servizi della città. Ciò avviene, in particolare, nella parte più prossima al centro cittadino dove occorrerà trovare modi di convivenza tra attività e fruibilità, non ultimo il centro di accoglienza per rifugiati che sugli spazi del parco si affaccia. E’ per queste speciali condizioni che il parco non sarà mai inaugurato, perché sarebbe come inaugurare la città.

Marina Tassara e Antonio Longo
Associazione Grande Parco Forlanini



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