19 luglio 2016

IL SALONE DEL LIBRO A MILANO

Il mondo dell'editoria ritrova la sua capitale


Il Salone internazionale del libro (dal 1988 al 1998 Salone del libro, dal 1999 al 2001 Fiera del libro, dal 2002 al 2009 Fiera internazionale del libro) è la più importante manifestazione italiana nel campo dell’editoria che si svolge da anni a maggio a Torino. Negli oltre 50.000 m² di spazio espositivo, il Salone ospita case editrici di varie dimensioni e nelle sale convegni presenta, in base a un tema portante che varia di anno in anno, un denso calendario di conferenze, spettacoli, presentazioni di libri e iniziative didattiche. Per numero di espositori è la seconda fiera del libro in Europa dopo la Buchmesse di Francoforte; per numero di visitatori è dal 2006 la prima, con più di 300.000 partecipanti stimati. L’attuale ultima edizione si è svolta al Lingotto dal 12 al 16 maggio 2016, sul tema conduttore “Dal Maghreb all’Iraq” con un’importante affluenza di pubblico e un interesse soprattutto per i dibattiti e gli incontri culturali.

imageIn questi giorni, si parla di affidare l’organizzazione del Salone del Libro direttamente all’Associazione Italiana Editori e si sta verificando se mantenere l’evento al Lingotto di Torino, come consuetudine o se pensare a sedi alternative, tra cui la Fiera di Milano. Si parla di un progetto che, se approvato, potrebbe realizzarsi nella primavera 2017, con una fiera negli spazi di Rho-Pero e un’ampia parte di eventi nelle librerie della città, sul modello del Fuori Salone e una forte sinergia con l’altra grande manifestazione libraria milanese, BookCity, organizzata dal Comune e da alcune fondazioni. Gli editori avrebbero la completa gestione dei contenuti, alla Fiera toccherebbe la parte di commercializzazione, promozione, organizzazione. Tutto senza contributi pubblici che, per eventi come questi, pongono numerose problematiche di gestione e di tutela.

Tale progetto, secondo quanto si apprende dagli organi di stampa in questi giorni, pur essendo la situazione a oggi molto fluida, potrebbe coesistere con il Salone del Libro di Torino, anticipando lo stesso di circa un mese e rappresentando una voluta duplicazione di esposizione del settore editoriale. Si porrebbero, tuttavia, delle questioni oggettive da non sottovalutare. Pensiamo ad alcuni numeri sullo stato dell’editoria in Italia. Secondo il Rapporto sullo Stato dell’editoria in Italia dell’Associazione Italiana Editori 2015, il mercato italiano dei libri italiano nel 2014 è calato del 4,3 per cento. Molto più che nel 2013 quando era calato del 2,6, ma un po’ meno che nel 2012 quando era sceso del 5. Complessivamente, negli ultimi quattro anni il mercato ha perso quasi l’11,5 per cento del proprio valore, passando da 2,15 miliardi di euro a 1,90.

Non possiamo non evidenziare come il numero di lettori e soprattutto il numero di libri acquistati pro capite siano diminuiti sensibilmente negli ultimi anni, pur a fronte di un aumento di circa il 10% degli autori. Il problema non è solo italiano, ma segue un trend europeo purtroppo già da alcuni anni. Occorre, quindi, una sensibilizzazione alla lettura attenta e argomentata che riguardi soprattutto i giovani e i giovanissimi, anche stando al passo con i tempi, ovvero sfruttando le nuove tecnologie con gli e-book.

Anche gli eventi di presentazione e commercializzazione editoriale devono essere curati e contenere, al loro interno, ampi spazi di dibattito che invoglino il visitatore ad approfondire gli argomenti, diventando lettore. Questo discorso vale in particolar modo per la saggistica, settore editoriale più raffinato che sicuramente sente maggiormente la crisi del libro. Ben venga quindi un’estensione di momenti di esposizione del mondo editoriale, ma un progetto di Milano non deve toglier spazio e risonanza a Torino e viceversa.

Altrimenti duplicazione sarebbe annacquamento di interesse per un evento fieristico, quale il Salone del Libro di Torino, fra i più importanti in Italia. Insomma, riflettano gli editori su come fare per trovare la soluzione migliore, ma si abbandonino invidie, campanilismi e gelosie. Il mondo del libro non ne ha proprio bisogno in un momento come questo ed i dirigenti editoriali hanno l’importante compito di difendere uno dei mercati più importanti per la crescita coesa della nostra società, diffondendolo soprattutto nelle nuove generazioni.

Ilaria Li Vigni



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