13 luglio 2016

cinema – FIORE


FIORE
di Claudio Giovannesi [Italia, Francia, 2016, 110’]
Con Daphne Scoccia, Josciua Algeri, Laura Vasiliu, Aniello Arena, Gessica Giulianelli

 

cinema26FBDaphne è una ragazza che va e viene dal riformatorio. Rapine le sue di poco conto, cellulari strappati a coetanei nel metrò e rivenduti a un ricettatore. La incontriamo a dicembre quando i carabinieri la riaccompagnano in carcere. È scontrosa, sola e non ha nulla per cui vivere. In realtà ha un padre (Valerio Mastrandrea), un poveraccio uscito da poco dal carcere ai domiciliari a casa della fidanzata, una giovane immigrata dotata di figlio. Anche Daphne potrebbe beneficiare dei domiciliari e lo dice al padre durante un colloquio, ma lui non se la sente: non lavora, sta a casa di Stefania, insomma, non ci sono le condizioni.

E così la ragazza continua la sua vita segregata, distribuisce la spesa, fuma, fa amicizia con una nuova venuta con cui condivide la cella. In carcere si svolgono attività: sartoria, parrucchiere e Daphne sembra quasi impermeabile a tutto, irrequieta, autodistruttiva, in gabbia ma senza una vera alternativa.

Poi un giorno da una vicina cella maschile ecco Josh, un ragazzo incontrato in infermeria. Le chiede di telefonare alla sua ragazza, in cambio le darà sigarette. Anche Josh si occupa del carrello della spesa che diventa il luogo in cui lasciarsi messaggi. Tra i due nasce una confidenza, un’amicizia e un amore, prima che il ragazzo sia spostato a Milano in regime di semilibertà.

Non è facile innamorarsi per Daphne, vuol dire esporsi ai sentimenti, sentirsi fragili, dipendenti e rinunciare alla propria libertà. Fare tutto ciò che ha evitato fino a quel momento. Ma l’amore è ciò che insegue quando si fa lo shatush per il padre o tatua il suo nome sul braccio, anche se con Josh è diverso. Inoltre cosa succederà quando lui sarà fuori dalle mura del carcere? Lì l’amore potrebbe svanire (è successo a Josh con la sua ex fidanzata), diventare delusione e dolore. Daphne prova a cancellare i nuovi sentimenti, ma è difficile.

Grazie a un’uscita speciale dal carcere, per la comunione del figlio di Stefania, la giovane può decidere cosa fare della sua vita. Il mare, la sera nella casa triste del padre, la cerimonia e il pranzo con karaoke, ci mostrano una Daphne ancora esclusa, sola. Le resta una cosa: il suo amore. Il carcere può attendere e sapere dove si trova si trova Josh non è così difficile … .

Fiore è un film duro e dolce allo stesso tempo, con una narrazione quasi documentaristica. È girato in un carcere dell’Aquila, in funzione ma vuoto, e moltissimi interpreti sono carcerati o persone che hanno avuto problemi con la giustizia. Anche la bravissima Daphne (Daphne Scoccia) non è un’attrice professionista, ma una cameriera incontrata per caso dal regista e destinata a cambiare professione.

Se le vicende di Daphne hanno precedenti in film come quelli di Agnes Vardà e dei fratelli Dardenne, di Fiore colpiscono il rigore, il rispetto e la barra dritta che Giovannesi è riuscito a mantenere per tutta la durata dell’opera. Non ha adottato né uno sguardo né un linguaggio sociologico e, nonostante l’ambiente potesse indurre a forzature drammatiche, ha preferito una narrazione pulita da manierismi e piana, che è diventata il punto di forza del film insieme alla recitazione. Da sottolineare la bellissima la fotografia di Ciprì.

Dorothy Parker

 

questa rubrica è a cura degli Anonimi Milanesi

rubriche@arcipelagomilano.org

 

 



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