28 giugno 2016

LA GIUNTA È FATTA, ASPETTIAMO IL QUADRO COMPLETO

Nessun giudizio affrettato prima di metà luglio


La Giunta è fatta, a tempo di record. Forse dietro la fretta c’è il desiderio di Beppe Sala di non farsi logorare dalle trattative, opponendo il “Cosi è se vi pare”, pirandelliano (il titolo della commedia ma anche il suo intreccio). In ogni caso qualunque giudizio sulla Giunta non può e non deve essere affrettato, quel che conosciamo è ancora troppo poco: nomi e definizione sintetica delle deleghe. Solo dunque qualche considerazione al volo e forse più di costume.

01editoriale24FBLa conferenza stampa di annuncio non poteva essere più stringata, si sono però notate due cose: non è stato detto nulla sulla mancata parità di genere annunciata subito dopo l’elezione e nulla è stato detto sulla contestuale nomina a sindaco della Città Metropolitana.  Dobbiamo aspettare la nuova conferenza stampa in settimana, durante la quale saranno presentati gli assessori, per approfondire la conoscenza della Giunta e capire di più sulla sua formazione. Il prossimo passo sarà la convocazione del primo Consiglio comunale, probabilmente per il 7 di luglio, con l’elezione del suo presidente e in quella occasione il sindaco eletto presenterà ai consiglieri eletti la nuova Giunta e si aprirà il dibattito e la votazione.

Insieme alla Giunta il sindaco Sala dovrebbe presentare il suo programma, inevitabilmente quello che ha depositato in Comune come documento necessario per formalizzare la candidatura a sindaco: anche questo documento è interessante perché è quello che è stato pubblicato come documento di campagna elettorale dal titolo Milano ogni giorno ogni ora, al quale però nelle ultime battute di campagna per il ballottaggio sono stati aggiunti degli addenda interessanti.

Comunque sia, il primo discorso del sindaco di fronte al Consiglio comunale è determinante: è l’occasione per ampliare pubblicamente le dichiarazioni fino a quel momento rese solo in conferenza stampa o affidate a singole dichiarazioni in occasioni non istituzionali. Dal tono e dai contenuti si capirà anche qualcosa dei rapporti che il nuovo sindaco pensa di avere con il Consiglio comunale e dunque con i rappresentanti eletti dai cittadini.

Nella passata consigliatura questi rapporti non sono mai stati idilliaci e le frizioni qualche volta aspre: il Consiglio comunale si è sentito emarginato e ridotto praticamente a una sorta di assemblea notarile che prendeva semplicemente atto delle delibere di Giunta. Questo squilibrio dei poteri è un amaro frutto delle ultime leggi di riforma delle amministrazioni locali, leggi alle quali si deve porre tempestivamente rimedio per dare ai cittadini poteri reali da esercitare attraverso i suoi eletti.

In Consiglio comunale si aprirà dunque il dibattito sul programma di Sala e della sua Giunta e l’opposizione, Parisi in primo piano, avrà modo di esprime le sue critiche che per altro ha anticipato in una dichiarazione a la Repubblica lunedì scorso definendo la Giunta “Un papocchio che rispetta solo la logica dei partiti”.

Parisi dovrà confermare in Consiglio quello che ha detto nella sua intervista a proposito del modo di fare opposizione e, per il bene dell’istituzione Comune, c’è da augurarsi che quanto meno ci sia più profondità nel dibattito in aula e si lascino da parte forme di protesta plateale o forme di ostruzionismo che a tutto servono fuorché al bene della città.

Anche Parisi sembra dedicare più attenzione agli uomini che ai programmi ma le sue considerazione toccano aspetti sui quali vale la pena di riflettere, a cominciare dall’influenza diretta del Pd e delle sue logiche interne nella scelta degli assessori e, probabilmente nella scelta di alcune figure apicali della macchina comunale: del Capo di Gabinetto sappiamo già il nome.

A brevissimo dovremmo avere il quadro complessivo tra Giunta, cariche apicali, collaboratori esterni e probabilmente qualche consulente.

Una figura chiave sarà quella del direttore generale: il suo profilo potrebbe essere finalmente una novità e costituire un momento di modernizzazione dell’amministrazione locale andando nella direzione di una figura innovativa, non solo il garante del funzionamento della macchina burocratica ma qualcosa di più: l’urbista milanese

Da tempo suggerisco di sposare una strategia amministrativa che segua il filone di pensiero nato alcuni anni orsono principalmente nei Paesi di cultura francese, un’amministrazione pubblica che ha fatto scuola nel mondo con due proseliti di rilievo, il Canada e il Canton Ginevra e in alcuni Paesi del Nord Africa: sto parlando della “urbistica”.

Ho chiesto a Matteo Cadenazzi, un nostro collaboratore, oggi attivo a Parigi alla  Direzione Affari Pubblici di ERDF, Électricité Réseau Distribution France, di fare il punto su queste strategie ad oggi e di raccontarlo nell’articolo “URBISTIQUE”: UN MODELLO DI GESTIONE SISTEMICA DELL’ENTE CITTÀ Le nuove frontiere della gestione urbana, su questo numero di ArcipelagoMilano.

Quando il quadro sarà completo e tutte le caselle riempite si potrà dare un giudizio complessivo sulla compagine che condurrà la Consigliatura appena iniziata, sul come è stata formata, con quali logiche e con che sensibilità rispetto ai problemi aperti.

 

Luca Beltrami Gadola

 



Condividi

Iscriviti alla newsletter!

Per ricevere in anteprima sulla tua e-mail gli articoli di ArcipelagoMilano





Confermo di aver letto la Privacy Policy e acconsento al trattamento dei miei dati personali




Ultimi commenti