22 giugno 2016

ELEZIONE DIRETTA DEL SINDACO: UN ISTITUTO DA RIPENSARE IN VERSIONE SALA

Una legge da rivedere irta di contraddizioni


Come il famoso detto cinese che se si indica la luna con un dito lo stupido guarda la punta del dito, la discussione se un sindaco appena indagato si debba dimettere impedisce di guardare la luna, cioè l’elezione diretta del sindaco o anche soltanto gli effetti delle dimissioni di un sindaco. Chi ha ampie e motivate riserve sull’elezione diretta collegata a un premio di maggioranza, cioè una confusione tra cariche esecutive e organi rappresentativi, finora era uno che parla male di Garibaldi: un nemico del popolo, nostalgico dei partiti della prima Repubblica.

07besostri23FBNegli Stati Uniti, che pretendono di guidare il mondo, nemmeno in caso di assassinio di un Presidente (Kennedy) o di dimissioni (Nixon), hanno mai pensato di fare elezioni anticipate. Da noi basta la morte naturale, una malattia inabilitante o dimissioni per ragioni esclusivamente personali per provocare elezioni anticipate. Certamente si sceglie una persona, ma anche un programma e delle liste, che si sono impegnate ad attuarlo, tanto che si prendono uno spropositato premio di maggioranza del 60%. Una sacralità del capo, che non si riscontra in cariche sicuramente più importanti come, appunto, la presidenza degli Stati Uniti.

Viene il sospetto che sia stato il cavallo di Troia per una trasformazione della nostra democrazia parlamentare in una democrazia plebiscitaria con un capo carismatico e unto dal signore, anche se non giura sul vangelo, la torah o il corano. Purtroppo a sinistra non si è reagito scrivendo un 18 brumaio, ma si è favorito la deriva personalistica. Non per nulla si è arrivati all’elezione diretta del premier, mascherata da ballottaggio, con l’Italikum. D’altra parte cosa ci si può aspettare da chi fa leggi elettorali proporzionali con premio di maggioranza: un ossimoro allo zenit.

Nelle grandi città, sicuramente, l’elezione diretta fa candidare a sindaco delle fotocopie (Milano) o si sceglie il più televisivo o il grande chirurgo. In medie e grandi città gli stessi personaggi sono interpellati contemporaneamente da coalizioni avversarie. La distinzione tra destra e sinistra quasi non ci sono più o, comunque si cerca di smarcarsi. Se è così perché si dovrebbero ripetere le elezioni se uno dimette per aver ricevuto un avviso di garanzia o anche un rinvio a giudizio, che si celebrerà tra anni o per prescrizione mai?

La soluzione è semplice si elegga direttamente un ticket Sindaco e vice ovvero si stabilisca che le dimissioni motivate da esigenza di giustizia, malattia o fatti personali non comportino automatiche nuove elezioni, ma la prosecuzione della legislatura con il vice-sindaco o un sindaco eletto dal Consiglio Comunale. Qualcosa sta cambiando. Nelle nuove schede elettorali per le comunali, a differenza del passato, il nome del candidato sindaco ha meno evidenza grafica, come se abbia meno importanza il voto disgiunto? Sembra che il nuovo governo non ami che sorgano nuovi personaggi, sindaci di grandi comuni o governatori di regioni, che nel loro territorio possano competere in popolarità con il Presidente del Consiglio.

Affrontiamo allora in modo organico una riforma non più rinviabile. Ecco alcune proposte:

1) Elezione diretta del sindaco con ballottaggio obbligatorio, quale che sia il risultato, se partecipa meno del 50% degli aventi diritto.

2) Al ballottaggio non accedono solo i primi due, ma tutti quelli che superano il 12,50% degli aventi diritto.

3) Alla candidatura del sindaco si accompagna quella di un vice-sindaco, che può cambiare tra primo e secondo turno.

4) Le candidature vanno presentate almeno 60/90 giorni prima delle elezioni sia per questioni di serietà (pensate al balletto di Roma) ma anche per esaurire nei primi 30 giorni tutti i ricorsi non solo su candidati e liste esclusi, ma anche per liste e candidati ammessi: è assurdo che per sapere se Sala o Parisi per non parlare di Mardegan o di Santambrogio, il candidato della lista Alternativa Municipale sono ineleggibili o incandidabili, bisogna aspettare la prima riunione del consiglio comunale dopo le elezioni e tre gradi di giudizio. Non è né giusto, né serio. E’ presto detto le norme per la contestazione giudiziale non sono cambiate: la prima contestazione deve essere fatta dal Consiglio Comunale nella sua prima seduta. Aveva senso quando il candidato Sindaco era un consigliere come gli altri. Invece ora si presenta già proclamato Sindaco, che si porta in dote il 60% dei seggi. La maggioranza non può suicidarsi votando l’ineleggibilità. Sala può stare tranquillo anche in caso di azione giudiziale popolare, se è sfortunato farà solo tre anni, altrimenti tutto il lustro, in attesa dell’esecutività della sentenza della Cassazione.

5) Nessun premio di maggioranza, ma per sfiduciare/revocare (si potrebbero distinguere le due fattispecie: la sfiducia è un fatto politico, la revoca contiene valutazioni di onorabilità personale, come l’impeachment negli USA) il sindaco occorra una maggioranza dei 2/3.

6) Elezioni anticipate solo in caso di sfiducia/revoca contestuale di sindaco e vice-sindaco altrimenti prosegue col vice-sindaco Basta elezioni anticipate se un sindaco ha un infarto o un ictus o si dimette per motivi personali ovvero per aver ricevuto un avviso di garanzia o un rinvio giudizio: conteranno anche i cittadini o solo il sindaco e gli umori del suo Partito di appartenenza?

7) Aumento dei poteri di controllo di indirizzo del Consiglio Comunale referendum obbligatorio quando si decidono opere infrastrutturali o con impatto ambientale che impegnino il bilancio comunale per più d tot (penso a 5) anni.

8) Stesse regole per Sindaco e Città Metropolitana, organo con competenze altrimenti dei comuni e della Regione. Consiglio Metropolitano eletto direttamente dai cittadini o per evitare che i comuni non capoluogo si sentano meno importanti, con composizione mista diretta e indiretta.

9) Il capoluogo metropolitano va suddiviso in Municipi o meglio ancora in Comuni composti da quartieri cittadini e comuni limitrofi.

10) Unica eccezione, rovesciata rispetto a ora. Il Sindaco metropolitano è anche il Sindaco della Milano storica Cerchia dei Navigli o Mura spagnole lo decidano i cittadini.

 

Felice C. Besostri

 



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