22 giugno 2016

EXPO: CI SONO ANCHE ALTRI CONTI CHE È INDISPENSABILE CHIARIRE

Lettera aperta al neo-eletto sindaco di Milano sulla contabilità di Expo


Può darsi che i conti di Expo siano andati in pari, com’è stato più volte annunciato. Oppure no, o che abbia addirittura guadagnato, o che l’economia italiana nel suo insieme abbia guadagnato. Anche se gli effetti economici netti di manifestazioni di questo tipo sono assai difficili da valutare con certezza, e sia la letteratura che le esperienze internazionali passate si presentano come assai controverse.

08aavv23FBMa si tratta in ogni caso dei conti dell’esposizione vera e propria, cioè limitati all’interno di quell’operazione (la società Expo), per un ammontare che fu preventivato in circa 2,5 miliardi di euro. Sembra che ne siano stati spesi (e incassati) anche meno, il che sarebbe un’ottima notizia in sé, in un contesto dove di solito accade l’opposto, con sforamenti clamorosi, anche superiori al 100%.

E anche per le infrastrutture, preventivate inizialmente in circa 9 miliardi di euro, sembra che ne siano stati spesi di meno: molte opere non sono state completate in tempo utile, altre non sono state nemmeno iniziate. Inoltre si è detto che si trattava di opere comunque già previste dalla pianificazione locale, il che è certamente vero per molte di queste, ma non per tutte. Poi opere già previste non vuol dire già finanziate. Con ogni probabilità sono arrivati rilevanti finanziamenti “ad hoc”, mobilitati proprio in occasione di Expo, data la perdurante scarsità di risorse pubbliche. Quindi si tratta di risorse comunque dedicate all’evento, anche se destinate ad avere effetti più dilatati nel tempo.

Ora, sembra indispensabile chiedere il rendiconto – non solo a Sala e alla Società Expo, ma soprattutto a tutti i soggetti istituzionali coinvolti (Stato, Regione, Comune) – di tutte le somme spese, la provenienza dei fondi relativi, l’elenco di tutte le opere finanziate e in quale parte, e l’elenco delle opere non finite in tempo utile. Si tratta di una questione importante di trasparenza nell’uso dei denari pubblici, che sono per definizione di tutti i cittadini.

Sarebbe anche importante conoscere come e quanto si prevede che queste opere siano utilizzate o utilizzabili in futuro, e se vi siano analisi finanziarie (del tipo costi-ricavi) ed economiche (del tipo costi-benefici) ex-ante consultabili, e ne siano previste ex-post. In particolare ovunque in Europa cresce l’interesse per le analisi ex-post di questo tipo, proprio a motivo della necessità di migliorare le scelte infrastrutturali future, date alla scarsità perdurante di risorse pubbliche.

Non sembra invece esistere per queste opere una qualsivoglia contabilità consuntiva, neppure la più semplice, né una rendicontazione dei risultati funzionali o economici, inclusi gli aspetti ambientali.

Di particolare rilevanza poi sembrano essere i costi delle opere per attrezzare il sito, che non risultano nella contabilità Expo, e la questione dell’acquisto dei terreni. Non si può, infatti, dimenticare che l’ipotesi iniziale del recupero alle casse pubbliche del valore dei terreni (persino realizzando un utile) entrava a pieno diritto come uno strumento per ridurre i costi finanziari netti della manifestazione per le casse pubbliche.

Se la Commissione sui conti Expo fosse rimessa in funzione ed estendesse i suoi lavori anche a questi aspetti, sarebbe sicuramente un importante passo in direzione della trasparenza dell’intera operazione.

Marco Ponti, Dario Balotta, Paolo Beria, Andrea Boitani, Lorenzo Boscarelli, Alfredo Drufuca, Giorgio Goggi, Patrizia Malgieri, Jerome Massiani, Giorgio Ragazzi, Francesco Silva

 

 

 



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