30 novembre 2009

RAPPRESENTANZA STUDENTESCA E LO STRAPOTERE DI COMUNIONE E LIBERAZIONE ALLA CATTOLICA


Osservare le vicende politiche attraverso l’attività studentesca nei chiostri dell’Università Cattolica del Sacro Cuore è un’esperienza affascinante. Nel corso degli anni, sono sorte numerose aggregazioni politiche e culturali, tanto da rendere l’Ateneo Cattolico un luogo unico per la sua vivacità ideologica. Da sinistra a destra, passando per tutte le sfumature culturali, ogni pensiero trova una sua bandiera e proprio in questi luoghi, una volta ogni due anni, dal 1971, tali aggregazioni si sfidano concorrendo in elezioni democratiche per la rappresentanza studentesca.

A differenza delle università pubbliche, dove gli studenti eleggono i propri rappresentanti all’interno di tutti gli organismi, tra cui anche il Consiglio di Amministrazione e il Senato Accademico, in Università Cattolica sono eleggibili solo i Consiglieri di Facoltà, tre componendi del Consiglio di Amministrazione dell’Ente per il Diritto allo Studio Universitario, meglio noto come EduCatt e due consiglieri del Centro Sportivo d’Ateneo. I Consigli di Facoltà, sono nove organismi autonomi, uno per ogni facoltà, composti da Professori Ordinari e Associati con l’integrazione dei rappresentanti dei docenti a contratto, dei ricercatori e degli studenti. I rappresentanti nei Consigli variano secondo il numero di iscritti e oscillano da tre per Sociologia a nove per Economia. In totale il corpo studentesco può vantare 50 rappresentanti all’interno delle istituzioni accademiche che si occupano, assieme ai professori, dell’approvazione dei piani di studio, dello schema degli appelli d’esame, dell’applicazione delle nuove norme universitarie e delle riforme didattiche che attraversano costantemente tutte le facoltà.

Le ultime elezioni accademiche si sono svolte il 13 Maggio 2009 e hanno sostanzialmente modificato il quadro emerso dalle elezioni del 2007. Possiamo affermare che la percentuale di elettori è sempre molto scarsa e oscilla tra il 9% di Scienze della Formazione e il 30% di Scienze Politiche, questo perché gli studenti percepiscono la rappresentanza come un’istituzione troppo distante e poco incisiva rispetto ai problemi quotidiani.

I due gruppi che fanno riferimento all’area di Comunione e Liberazione sono stati premiati dal voto di Maggio e passano da 33 a 39 Consiglieri, che corrispondono al 78% degli studenti eleggibili. Il metodo elettorale utilizzato, il d’Hondt, favorisce i grandi partiti, in particolare il più votato, a discapito dei piccoli, riducendo la frammentazione politica; il caso di Comunione e Liberazione lo dimostra, considerato che alle urne hanno ottenuto “solo” il 65% dei voti. Tra le altre associazioni studentesche i risultati sono stati i seguenti: Studenti per le Libertà confermano la loro posizione, eleggono quattro rappresentanti e restano il secondo gruppo universitario. Unità, Lotta e Democrazia perde un Consigliere, rispetto alle precedenti elezioni, e passa da tre a due. Ottengono invece un solo rappresentante i seguenti gruppi: Capramagra; il Movimento Universitario Padano e la Formica Democratica.

Diverso il risultato nel Consiglio di amministrazione dell’Educatt, l’ente che si occupa del diritto allo studio e della gestione dei servizi e dei finanziamenti, dove Comunione e Liberazione si guadagna tutta la rappresentanza eleggibile; en plein di CL anche al Comitato Universitario per lo Sport. Una volta elette, le rappresentanza studentesche si ritrovano per votare sei rappresentanti per la Consulta d’Ateneo, un organismo consultivo composto da un certo numero di rappresentanti per ogni settore accademico, che si occupa di gestire tutte le questioni riguardanti la didattica e l’università stessa e di farle pervenire al Senato Accademico, organismo nel quale i componenti della Consulta d’Ateneo delegano uno studente come invitato permanente, mentre i tre studenti eletti all’Educatt eleggono al loro interno il rappresentante degli studenti nel Comitato Regionale della Lombardia per il diritto allo studio universitario. Inutile dire che, valutate le percentuali, in tutti gli organismi citati CL ha occupato tutte le poltrone disponibili. L’Università Cattolica è un caso unico, da una parte una vivacità culturale e politica senza paragoni in Italia e dall’altra la rappresentanza studentesca monopolizzata da Comunione e Liberazione.

Basterebbe poco per uscire da questo circolo vizioso, basterebbe che un centinaio di studenti per facoltà si aggiungessero ai soliti elettori. Le armi in mano a CL sono principalmente tre; la prima consiste nel portare alle urne tutti gli studenti arruolati apposta per l’occasione nei giorni precedenti al voto, cercando, per il resto, di mantenere il più bassa possibile la percentuale; la seconda consiste nel camuffare il nome di CL con sigle più rassicuranti e meno sospette quali Ateneo Studenti o Athenaeum e la terza arma, più subdola, riguarda i contatti già acquisiti con Professori e Dipartimenti proprio attraverso la posizione ormai acquisita di gruppo di maggioranza che gli consente di relazionarsi in modo vantaggioso con tutti i centri nevralgici della vita amministrativa dell’Università stessa. Un sistema che impedisce la concorrenza e quindi lo sviluppo non ha mai portato a buoni risultati nel corso del tempo.

Giorgio Uberti



Condividi

Iscriviti alla newsletter!

Per ricevere in anteprima sulla tua e-mail gli articoli di ArcipelagoMilano





Confermo di aver letto la Privacy Policy e acconsento al trattamento dei miei dati personali


Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. Tutti i campi sono obbligatori.

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.



Ultimi commenti