14 giugno 2016

SOLO I MORTI E I DISTRATTI NON CAMBIANO MAI OPINIONE

Riflessioni sul voto al ballottaggio


Su queste stesse pagine nel novembre scorso, in tempi non sospetti quando Sala non aveva ancora sciolto la sua riserva e Parisi non era ancora apparso all’orizzonte, avevo cercato di prevedere cosa sarebbe successo. Avevo valutato che l’ipotizzata superiorità di Sala per il fatto di aver salvato Expo si sarebbe rivelata insufficiente e incauto sarebbe stato fare affidamento sul “popolo del decumano” credendo che si sarebbe potuto trasformare in una maggioranza di elettori in suo favore. Ma ho fallito sulla sua indisponibilità ad affrontare la primarie alle quali ha invece partecipato. Avevo anche immaginato che M5S avrebbe potuto avere un ruolo determinante e ciò si sta rivelando vero in quanto con il suo 10%, rappresenta ora l’ago della bilancia.

07battisti22FBSuccessivamente, a rendere più controversa la situazione, l’acritica santificazione di Pisapia e l’insistenza sul tema della continuità non mi sembra abbia giovato. È del resto difficile non riconoscere che egli sia il primo responsabile della condizione nella quale ci si trova oggi, per il modo improvvisato con cui ha annunciato che non si sarebbe ripresentato e per le scelte incoerenti e contraddittorie con cui ha proposto chi avrebbe potuto succedergli. Così come non mi sembra abbia giovato la designazione di Sala da parte di Renzi.

Nel complesso si è creata una situazione che ha impedito di affrontare con impegno le questioni di reale interesse per la città, rimaste affidate a una enunciazione generica, al cui approfondimento non hanno potuto contribuire i gruppi di lavoro convocati su varie tematiche, gestiti in modo burocratico e senza favorire la loro autonoma iniziativa.

Tuttavia, la manifestazione che si è svolta la scorsa settimana alla Camera del Lavoro ha offerto uno scenario, che mi ha coinvolto, di partecipazione e impegno particolarmente significativi. Devo confessare che ero andato con l’intento di osservare quale fosse il clima dopo l’esito del primo turno che ci ha sicuramente consegnato dei risultati che mettono tutti quanti nella condizione di dover riflettere.

Si tratta infatti di capire come evitare che il Comune di Milano torni nelle mani della destra e soprattutto per evitare che finiscano per governare effettivamente La Russa, De Corato, Salvini, Albertini e Gelmini con il primo gruppo consigliare che sarebbe Forza Italia di Berlusconi. Un terrificante ritorno al passato rispetto al quale, sono certo, chi ha votato per Basilio Rizzo in questo frangente agirà in modo responsabile. Come ha già fatto Cappato con i radicali e come invito a fare da parte di chi si è astenuto al primo turno.

Ma non è escluso che altre componenti politiche minoritarie, che aspirano a ritagliarsi comunque un ruolo, valutino paradossalmente più facile e conveniente opporsi a un’amministrazione di destra piuttosto che di centro sinistra anche per dimostrare che sono in grado di condizionare gli esiti elettorali a Milano.

Ma così si finisce per danneggiare i cittadini tutti e si sminuisce il ruolo di quelle forze politiche che si propongono legittimamente per un futuro avvicendamento al governo della città. Ciò vale in particolare per il M5S che è certamente in via di affermazione sia a livello locale sia nazionale e che ha necessità di presentarsi con una strategia coerente e non episodica. Ci sono infatti tanti che lo osservano con interesse perché al di là di un successo puramente elettorale, pensano che possa, come in parte già sta facendo, svolgere un ruolo determinante nel rinnovare la politica.

Un interesse che va alimentato e non contaminato anche solo dal sospetto di possibili intese sottobanco. Il modo migliore per allargare la propria area di attivo consenso e far comprendere che il voto non serve a un regolamento di conti ma a migliorare programmi amministrativi di governo e iniziative politiche a favore dei cittadini e del Paese.

Non pretendo certo di poter essere d’esempio, ma desidero dare testimonianza della mia condotta, che da un atteggiamento di motivato rifiuto, si confronta oggi con una situazione che richiede più razionalità che emotività. Per evitare una deriva le cui conseguenze abbiamo già rovinosamente sperimentato con vent’anni di berlusconismo.

 

Emilio Battisti

 

 



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