8 giugno 2016

NUOVO SINDACO METROPOLITANO E CITTÀ METROPOLITANA

I nodi e le relazioni, gli atti per confermarne la prospettiva


La Città Metropolitana è la prospettiva necessaria di Milano per elevarsi di rango nel contesto internazionale. Se il nuovo Sindaco di Milano, che sarà per legge anche Sindaco metropolitano, condivide questa visione e non ritiene la Città Metropolitana un’ingombrante istituzione locale, dovrà compiere atti politici conseguenti.

07targetti21FBElezione diretta del sindaco metropolitano L’ elezione diretta del sindaco metropolitano è la condizione indispensabile per dare all’istituzione l’autorevolezza necessaria per compiere la propria missione. Lo consente la legge e lo prevede già lo Statuto della Città Metropolitana, ma il completamento della riforma non è affatto scontato se non ci sarà la necessaria volontà politica. Se si vuole che il prossimo sindaco sia eletto direttamente dai cittadini, la complicatissima procedura a ostacoli prevista dalla legge Del Rio (n. 56/2014) dovrà essere avviata subito.

Un Programma per la Città Metropolitana. Le questioni da affrontare a scala metropolitana sono molte e urgenti: per esempio la pianificazione delle aree ex Expo. Il Sindaco metropolitano deve rivendicare subito il ruolo della Città Metropolitana, ma deve anche garantire una stretta e organica integrazione tra l’azione amministrativa della Città Metropolitana e quella del Comune di Milano. In tal senso il nuovo Sindaco, come primo atto dopo l’insediamento, dovrà indire le elezioni del nuovo Consiglio metropolitano (l’attuale scade con il rinnovo del Consiglio del Capoluogo) e dovrebbe presentare al Consiglio comunale e al nuovo Consiglio metropolitano il proprio Programma per la Città Metropolitana.

Città Metropolitana e ruolo dello Stato. Stabiliti i rapporti con il territorio l’impegno politico centrale dovrebbe essere l’affermazione del ruolo nazionale della Città Metropolitana di Milano e quindi la costruzione di un’alleanza con il Governo e i parlamentari lombardi con due obbiettivi: – approvare la specifica legge elettorale, nazionale per l’elezione diretta del sindaco metropolitano (è prevista dalla legge Del Rio);

– consolidare il ruolo nazionale e internazione della Città Metropolitana di Milano con un programma di progetti “metropolitani” da sostenere con i Programmi di intervento nazionali (PON) ed europei (fondi strutturali 2014 – 2020), a partire dall’”emergenza” della connessione con il tunnel del Gottardo (emergenza segnalata più di vent’anni fa nel Piano territoriale provinciale!).

Pianificazione territoriale e urbanistica: Città Metropolitana e Milano. L’atto fondamentale di governo per un’istituzione locale è la pianificazione del territorio. In materia le incombenze del nuovo Sindaco metropolitano saranno molte e impegnative. Milano deve aggiornare/rifare il Documento di Piano del PGT cioè la parte strategica (che scade nel 2017). La Città Metropolitana deve dotarsi di un Piano Territoriale Metropolitano – PTM – (lo prevede la legge n. 56/2014). Se si crede al ruolo della Città Metropolitana le due operazioni devono essere contestuali e organicamente integrate per il semplice fatto che Milano è il fulcro dell’area metropolitana. La pianificazione organica del Capoluogo e della sua area metropolitana è stata in passato tentata ma mai conclusa. Il futuro delegato al territorio per la Città Metropolitana dovrebbe essere anche il futuro assessore all’urbanistica di Milano; poiché così non sarà per evidenti ragioni politiche (ma così sarà con l’elezione diretta del sindaco), il nuovo Sindaco dovrà prendersi in carico l’onere di garantire l’unitarietà politica dell’operazione PGT – PTM. Non meno importante sarà l’integrazione organica delle strutture tecniche competenti di Milano e della Città Metropolitana (un unico ufficio di Piano).

Pianificazione territoriale e urbanistica: Città Metropolitana e Regione. La Città Metropolitana non si costruisce senza un rapporto politico anche con la Regione. I temi di confronto sono molti a partire dal governo del territorio e dei trasporti. La legge regionale (n.32 del 2015) prescrive che la Città Metropolitana e la Regione concertino le strategie territoriali e quindi il rapporto tra Piano strategico, Piano territoriale della Città Metropolitana e Piano Territoriale Regionale. In tale rapporto istituzionale andranno inquadrate le nuove operazioni di pianificazione territoriale e urbanistica e le questioni di rilevo nazionale e internazionale: le aree Post Expo (di cui Human Technopole è solo una parte), l’Anello ferroviario e gli Scali; il sistema aeroportuale; le connessioni ferroviarie con il Gottardo e il porto di Genova; le altre grandi aree di rigenerazione, non solo a Milano (si pensi a tutto l’asse del Sempione); i Parchi regionali (Parco Sud, Groane, ecc), i Navigli (regolati da un Piano regionale – PTRA), i grandi ospedali, le Università, ecc.

Aree post Expo e Scali ferroviari. Tutti i candidati a sindaco si sono impegnati a riprendere immediatamente le due questioni urbanistiche più importanti, Aree post Expo e Scali ferroviari, se pur con differenti impostazioni. Per re-impostare correttamente queste operazioni urbanistiche non sarà possibile attendere che il complesso e ampio quadro della pianificazione ai diversi livelli – Regione, Città metropolitana, Capoluogo – sia concluso, ma dovranno comunque essere inserite in una dimensione regionale e metropolitana, coerente con le linee di indirizzo per la redazione del PTM e del PGT che dovranno al più presto essere definite. Del resto le aree post Expo e gli Scali sono aree pubbliche in posizioni urbanistiche straordinarie. Devono accogliere funzioni di interesse generale straordinarie. Le parti per le funzioni private dovranno essere collocate sul mercato internazionale con procedure di evidenza pubblica.

Il trasporto pubblico metropolitano. La Città Metropolitana ha un ruolo preminente nella programmazione del trasporto pubblico assegnatole dalla legge nazionale (“… promozione e gestione integrata dei servizi, delle infrastrutture e delle reti di comunicazione di interesse della città metropolitana …”). Finalmente si potrà pianificare il territorio e il trasporto pubblico in modo correlato e a una scala adeguata alla domanda reale. La legge regionale ha però declassato il ruolo della Città Metropolitana affidando all’Agenzia del trasporto pubblico locale la programmazione del settore. La Città Metropolitana deve riconquistarlo impostando un nuovo Piano metropolitano della mobilità sostenibile che superi la dimensione urbana del vigente PUMS di Milano e sia strettamente correlato alla pianificazione territoriale. Anche in questo caso è fondamentale l’unitarietà dell’indirizzo politico e delle strutture tecniche.

La Città Metropolitana i Municipi di Milano. L’altra faccia della medaglia della riforma della Città Metropolitana è rappresentata dall’istituzione dei Municipi. L’amministrazione milanese uscente ha costituito i nuovi Municipi ricomponendo le vecchie zone di decentramento. Dare ai Municipi un forte ruolo politico e adeguati strumenti amministrativi e finanziari è indispensabile per consolidare il rapporto tra Amministrazione e cittadini e affrontare alcuni temi strategici come la rigenerazione delle periferie. Dunque il neo Sindaco dovrebbe coinvolgere i neo eletti Presidenti dei Municipi nella definizione delle strategie territoriali per impostare, insieme al Consiglio metropolitano, non solo il PGT ma anche il PTM. Infine l’apparato burocratico del Comune andrebbe ristrutturato e il bilancio comunale impostato in modo da garantire l’autonomia funzionale dei Municipi. Quest’ultima è la parte politicamente meno appariscente ma la più dura.

 

Ugo Targetti

 



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