8 giugno 2016

sipario – LUNA, GEOMETRIE E CANDELE DI KAVAFIS PER LA SCUOLA DI BALLO DELLA SCALA


Teatro alla Scala di Milano, Prima 5 giugno 2016
Présentation. Idea di Frédéric Olivieri. Musica di Carl Czerny (Études).
La Luna. Coreografia di Maurice Béjart, ripresa da Piötr Nardelli (Fondation Maurice Béjart). Musica di Johann Sebastian Bach (adagio dal Concerto per violino in mi maggiore). Violino solista: Devia Baraldi. Interprete: Martina Dalla Mora.
Un Ballo. Coreografia di Jiří Kylián, ripresa da Shirley Esseboom e Yvan Dubreuil (Kylián Productions BV). Musica di Maurice Ravel (minuetto da Le Tombeau de Couperin op. 68). Scene di Jiří Kylián. Costumi di Joke Visser. Luci di Jiří Kylián e Joop Caboort, riprese da Kees Tjebbes.
Tarantella. Coreografia di George Balanchine, ripresa da Patricia Neary (The George Balanchine Trust). Musica di Loius Moreau Gottschalk (Grande Tarantelle op. 67). Interpreti: Benedetta Montefiore e Gabriele Consoli.
Theme and Variations. Coreografia di George Balanchine, ripresa da Patricia Neary (The George Balanchine Trust). Musica di Pëtr Il’ič Čajkovskij (tema e variazioni, andante con moto dalla suite nº 3 op. 55). Coppia principale: Caterina Bianchi e Fabio Rinieri.
Allievi della Scuola di Ballo dell’Accademia Teatro alla Scala diretta da Frédéric Olivieri. Orchestra degli allievi dell’Accademia Teatro alla Scala, direttore: David Coleman. Contributo degli allievi sarti, truccatori, parrucchieri e fotografi di scena dell’Accademia Teatro alla Scala.

Con lo spettacolo sul palco del Teatro alla Scala un altro anno finisce: i diplomati alla scuola di ballo scaligera si preparano per gli esami di maturità, pronti per le nuove esperienze e scritturazioni; gli altri allievi concludono l’anno scolastico, preparandosi a quello successivo. Non è tempo di dare voti nelle pagelle, come per la bella e ‘carica’ Présentation, che ha visto un ‘respiro di spazio’ sul palco del Piermarini rispetto al Piccolo Teatro Strehler la scorsa primavera e ha coinvolto tutti gli allievi dai primi agli ultimi corsi in un crescendo di tecnica; ma adesso bisogna guardare a questo spettacolo come alla prima di un titolo nel cartellone del Teatro alla Scala.

sipario21FBLo spettacolo è stato strutturato come una serata miscellanea, composta di più pezzi legati da un fil rouge. Il direttore Frédéric Olivieri ha pensato di legare i titoli interni nel nome dei tre grandi maestri Balanchine, Béjart e Kylián, che condividono la rivoluzione – in modi e tempi diversi – della danza nello scorso Novecento. I titoli balanchiniani sono già stati presentati nello spettacolo primaverile quasi con gli stessi interpreti principali, si evidenzia una maggiore dimestichezza con i ritmi e le geometrie tipiche dello stile. In Theme and Variations ho avuto una minore percezione della volontà di “mostrare la musica”, secondo quella che è la poetica concertante di Balanchine, disegnando con il corpo nel singolo e nell’ensemble le note, fissando non solo le figure, ma anche la dinamica dei passaggi attraverso l’esecuzione millimetrica della tecnica, per realizzare le geometrie studiate e il preciso design di Balanchine. Riconfermo la gradevolezza divertente della Tarantella, dove nella velocità del folklore del Sud si evidenzia tutta la difficoltà tecnica; qualche occasionale perdita di ritmo degli interpreti ha lievemente svilito il virtuosismo, ma non ha intaccato la capacità di trasmettere i colori e la vivacità mediterranei.

Ripropone quasi come passo d’addio Luna di Béjart dopo un anno, la neodiplomata Martina Dalla Mora, già scritturata nel corpo di ballo del Bayerisches Staatsballett di Monaco, cui prenderà parte dal prossimo settembre. L’anno scorso scrissi di Martina che possiede il «magnetismo lunare» col suo «corpo stupendo nell’accademico lungo bianco» e «linee perfette» (Dreamtime Magazine 30.3.2015). Affronta una prova difficile nel confronto con Luciana Savignano sulla cui personalità magnetica è stata creata la parte e con Sylvie Guillem sulle cui linee, doti e presenza è stata ricucita la coreografia, nel suo cavallo di battaglia sta cercando la sua Luna e il suo stile all’interno del complicatissimo mondo interiore di Béjart. Luna appartiene originariamente al balletto Héliogabale, che tratta dell’imperatore romano di origine siriaca che cercò di portare il dio sole dal Vicino Oriente a Roma con i suoi culti e pratiche e il balletto rientra perfettamente nell’esotismo orientale ed estremorientale tipico di Béjart: infatti, molti movimenti della Luna ricordano la geisha che cammina sui talloni con i sandali zōri, la gestualità un po’ sufi e persiana delle mani oppure le movenze ondulate a fiore di loto delle danze tradizionali tailandesi e cinesi.

La coreografia di Kylián è meravigliosa. Un Ballo è una cerimonia che incomincia funerea con i candelabri bassi e il fumo che somiglia all’incenso (i titoli originali della musica suggerirebbero un contesto mortuario), dopo tre pas de deux separati, le otto coppie danzano insieme nel ritmo e spazi fissi, l’abitudine è l’elemento che musicalmente e coreograficamente vuole trasmettere Kylián. Gli allievi sono riusciti nell’intento di mostrare abitudine e allo stesso tempo evidenziare le personalità, grazie anche all’uso malizioso della gonna che diventa oggetto e soggetto della coreografia. Una coreografia che comincia con la morbidezza delle braccia e termina con la rigidità delle gambe in evidenza, a richiamare – forse – in una composizione ad anello la rigidità delle candele spente che all’inizio riempivano accese la scena. Le candele mi hanno ricordato la poesia sul senso di superamento del nichilismo di Kostantinos Kavafis Keriá [Candele] che ai versi 4-7 nella mia traduzione dal greco recita: «Rimangono indietro i giorni passati, / una fila logorante di candele spente: / le più vicine ancora fumano, / fredde, sciolte e storte».

Domenico Giuseppe Muscianisi
Foto di Federica Capo (Accademia Teatro alla Scala), prove di Un Ballo di Jiří Kylián.

 

 

 

questa rubrica è a cura di Emanuele Aldrovandi e Domenico G. Muscianisi

rubriche@arcipelagomilano.org

 



Condividi

Iscriviti alla newsletter!

Per ricevere in anteprima sulla tua e-mail gli articoli di ArcipelagoMilano





Confermo di aver letto la Privacy Policy e acconsento al trattamento dei miei dati personali



Sullo stesso tema


20 dicembre 2022

IL LATO OSCURO DI RUDOLF NUREYEV

Domenico G. Muscianisi






9 novembre 2021

IL “SENSO” RITROVATO

Paolo Viola



26 ottobre 2021

MADINA ALLA SCALA

Paolo Viola



2 maggio 2021

DA DOVE RIPARTIRÀ IL TEATRO FRANCO PARENTI?

Andrée Ruth Shammah



18 ottobre 2020

UNA CATTIVA REGIA PER UN PESSIMO SPETTACOLO

Luigi Corbani


Ultimi commenti