31 maggio 2016

MARCO CAPPATO “SE LO CONOSCI LO VOTI”

Come dice Emma Bonino: “Amateci di meno e votateci di più!”


Marco Cappato ha un curriculum di tutto rispetto, lontano anni luce dalle incolori storie degli altri candidati sindaco, che parla di un impegno disinteressato e di una capacità di visione, indispensabili per quella promozione di coscienze e di diritti che è il solo propulsore di trasformazione della società.

04viola20FBA dispetto dell’aria da “ragazzo” ha appena compiuto 45 anni, è stato due volte parlamentare europeo (la sua candidatura è sostenuta, oltre che da Emma Bonino, dal Presidente dei liberali europei, l’ex Premier del Belgio Guy Verhofstadt), insignito del Premio “Europeo dell’anno”, relatore del Parlamento sul rispetto dei diritti umani nel mondo, arrestato a Mosca perché sfidò il divieto di tenere un gay pride, imprigionato a Manchester per disobbedienza civile sulle droghe, promotore dei Comitati referendari Milanosìmuove e della campagna Eutanasia legale.

L’ho conosciuto una sera nel marzo 2010, quando piombò nel mio studio chiedendomi di aiutarlo a smascherare i brogli elettorali che ha poi ribattezzato “Firmigoni“: solo la sua instancabile determinazione e caparbietà (ci sono voluti sei anni … .) hanno permesso una sentenza innovativa di annullamento delle elezioni regionali in Lombardia. Oggi la nuova frontiera è la richiesta di restituzione delle indennità ricevute dai consiglieri regionali, dei contributi elettorali elargiti a forze politiche indegne e a politicanti truffatori.

I radicali credono nel rispetto delle regole e lo pretendono dalle istituzioni: non lasciano alla magistratura e ai professionisti dell’anticorruzione il monopolio della legalità, ma sono essi stessi anticorpo alla prassi della illegalità diffusa, che è la prima e principale emergenza di tutte le istituzioni; i radicali sono espressione di Buona Politica e sono un antivirus che ci protegge dalla drammatica tentazione dell’Antipolitica. La presenza dei radicali e di Cappato a Milano, dentro e fuori dal consiglio comunale, negli ultimi sei anni ha fatto accadere cose importanti.

Per la prima volta in queste elezioni abbiamo assistito a pochissime affissioni abusive; accade perché Marco Cappato ha impedito che 7 milioni di multe a partiti e sindacati per le comunali 2011 fossero, come sempre, abbuonati, per la prima volta nella storia di una grande città, ai partiti di pagare (seppure per cifre di molto inferiori).

I radicali sanno che non può esserci rispetto delle regole senza vera trasparenza e partecipazione e i risultati della loro azione sono impressionanti: è grazie a Marco Cappato che Milano si è dotata di un Regolamento che prevede la pubblicità, in formato aperto e scaricabile da internet, di tutte le riunioni del Consiglio comunale; che oggi occorre la pubblicazione dei curricula dei candidati per le nomine nelle partecipate; che il Comune è stato costretto a rendere conto delle modalità opache di distribuzione di piccoli e grandi privilegi comunali (biglietti gratuiti per San Siro e posti a teatro, pass gratuiti per la sosta, le corsie preferenziali e Area C); 200.000 firme raccolte su referendum e iniziative popolari, che hanno portato risultati significativi sul piano della mobilità, del verde e della riqualificazione della darsena; infine l’istituzione del registro del testamento biologico, una battaglia di civiltà.

Se Milano è città europea e internazionale, se a Milano respiriamo diritti, libertà e modernità più che altrove è anche grazie alla presenza radicale nelle istituzioni. I Radicali con Cappato Sindaco dicono di voler proseguire: nuovi referendum sui temi ambientali, che includano la trasformazione degli uffici sfitti o invenduti in nuovi alloggi senza consumo di suolo, oltre al completamento del progetto referendario del 2011, su navigli, mobilità e verde.

Ma io voterò Cappato non solo e non tanto per i nuovi obiettivi che si è dato, ma perché i radicali nelle istituzioni sono una forma indispensabile di garanzia, sono un’assicurazione: Milano ha bisogno dell’intransigenza e della visione radicale della Politica come servizio (con la maiuscola, appunto); Milano, la più europea delle città di Italia, ha bisogno del disegno politico europeista e federalista dei radicali e la vita e la storia di Marco Pannella insegnano che si possono inseguire e raggiungere obiettivi straordinari senza ricoprire posizioni di potere.

L’elezione è a due turni, e il primo turno serve proprio per scegliere i migliori. Per decidere chi far perdere, c’è tempo fino al 19 giugno, al ballottaggio. Per questo il 5 giugno voterò Cappato e spero che tanti elettori e lettori di ArcipelagoMilano vorranno ascoltare il saggio appello di quella straordinaria statista che è Emma Bonino: “Amateci di meno e votateci di più!”.

 

Simona Viola

 

 



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