31 maggio 2016

GIOVANI DI SINISTRA. RADICALMENTE AVANTI

Come uscire dalla solitudine e cambiare la politica


Oggi la Politica è in crisi, ed è talmente banale scriverlo, che sembra incredibile come pochi sembrano averne consapevolezza nei fatti. Quella di sinistra poi è una crisi di identità ancor prima che di idee. E smettiamola di dire che è colpa di Matteo Renzi: Renzi è come la febbre, è un sintomo di una malattia, non la malattia. Si comincia dalla mediocrità dei dirigenti giovani e dalle manie di protagonismo di quelli meno giovani e si arriva, non dimenticando la diffusissima mancanza di coglioni e coraggio, fino alla morte delle ideologie e al soverchiante potere economico che ormai la politica subisce senza poter dire né fare nulla, nonostante a ogni campagna elettorale provi a ricordare a se stessa e agli elettori di essere ancora in grado di mostrate i muscoli.

07marossi20FBInutile parlare dei giovani svegli che si ritrovano in un grande partito del centrosinistra come nuove speranza. Oggi non possono ci stanno male e in solitudine. Già, perché se un giovane entra nelle istituzioni ha di fronte due possibilità: o viene inglobato nel sistema, o prova a cambiarlo. Ma per poterlo fare occorre non essere da soli. Per questo vorremmo che la candidatura dei ragazzi di RadicalmenteAvanti servisse davvero a rappresentare la nostra generazione che di politica non si occupa mai, nonostante tutti (o quasi) abbiano gli stessi problemi e le stesse necessità cui dare risposte.

La visione è questa: Milano è la città, dove tutti i giovani italiani vengono a studiare a lavorare ma fa finta di non accorgersene. Tutto si muove in ordine sparso: la movida, il design e la moda, le politiche sul lavoro, le università, il mondo culturale, i centri di unione giovanile e le scuole, gli impianti sportivi e le politiche di integrazione delle seconde generazioni, etc. Abbiamo tutto ma manca una visione di insieme. La visione è la seguente: meritocrazia e sostenibilità.

Da un lato dobbiamo essere attrattivi per i migliori giovani lavoratori, studenti e ricercatori non solo italiani ma anche mondiali. Milano deve essere polo di eccellenza per i giovani che fanno impresa così come per quelli che fanno ricerca, in modo da dare vita a un circolo virtuoso di internazionalizzazione del tessuto universitario e imprenditoriale della città e della sua area metropolitana. Per fare questo occorre da un lato lavorare sulle agevolazioni fiscali, potenziamento di coworking e incubatori, rete con le imprese, trasparenza e semplificazione burocratica. Ma la convenienza non basta: occorre che Milano sia attrattiva anche per il suo stile di vita e la sua offerta culturale, sportiva e più in generale di vivibilità del tempo libero. Una città tollerante con le minoranze, viva culturalmente, sempre più verde e con una mobilità veloce e fluida, piena di eventi di notte e di giorno.

Dall’altro però a questo sogno meneghino occorre affiancare l’aspetto più importante che è quello della redistribuzione sociale e della parità di opportunità create da questo circolo virtuoso. Milano deve essere il sogno italiano (e perché no, europeo), come dice Beppe Sala, ma deve essere un sogno accessibile ai migliori più che ai rampolli privilegiati da un sistema sociale immobile. Per fare questo serve dare vita a un vero e proprio welfare universitario che si concretizzi nel famoso registro degli affitti, serve trasformare Milano in un grande laboratorio per le università in cui tutte le idee e i progetti che vengono fatti da studenti e ricercatori possano subito essere messi in pratica in giro per la città. Tutto questo senza doversi inventare nulla, le buone pratiche della condivisione di spazi e idee, del coinvolgimento diretto di può operare cambiamenti sensibili sul tessuto cittadino sono perfettamente a portata della nostra bella città.

Adesso che siamo assieme, le cose vanno meglio“ si legge sul pavimento di Place de la Republique, ed è quello che occorre per dare vita a una comunità politica e sociale che pensi la città di domani e che si impegni nel realizzarla, una comunità stretta attorno a una candidatura capace di raccogliere idee e proposte per rappresentare quella dimensione giovanile che raramente finisce sui banchi delle iniziative comunali. Una candidatura inserita nell’amministrazione non fa nulla. Per questo abbiamo deciso di aggregare intorno alla nostra squadra il maggior numero di ragazze e ragazzi che ci sostengano prima e ci accompagnino nella difficile arte del governo dopo le elezioni. RadicalmenteAvanti vuole essere un’avanguardia di una generazione che ha deciso di inserirsi nelle istituzioni per cambiarle con l’aiuto e il sostegno di chi ha capito che la risposta ai propri problemi sta sempre e solo nella partecipazione.

 

Giacomo Marossi



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